Quando Jim Wilson avvistò una luce bianca che si muoveva in cielo, nessuno pensò che fosse qualcosa di importante. Anche se – teoricamente – era un UFO, si trattava del tipico caso banale che 99 volte su 100 ha una spiegazione astronomica.
Quello che Wilson non poteva sapere è che il suo avvistamento era il primo passo per un evento che rimase senza spiegazione, una tipica storia ai confini della realtà, con protagonisti due classici Men In Black.
L’avvistamento si verificò alla fine di agosto del 1971, in una importante città dell’East Midlands inglese. Era solo una luce nel cielo, qualcosa che poteva essere spiegato benissimo con una meteora o un satellite artificiale. Ma, curiosamente, Wilson ricevette la visita di due individui che si presentarono a casa del testimone con un’automobile scura e vestiti elegantemente, come se fossero uomini d’affari.
Sostenendo di far parte del Ministero Della Difesa, chiesero a Wilson di raccontare ciò che aveva visto e poi gli consigliarono di dimenticare tutta la faccenda, visto che la luce in questione non era altro che il satellite russo Cosmos 408.
A Wilson la spiegazione parve sensata, anche se non capiva perché il Ministero Della Difesa avrebbe dovuto mandare degli uomini a investigare su una storia già risolta in partenza.
Qualche tempo dopo, l’ufologa inglese Jenny Randles venne a sapere da Ralph Noyes, colui che dirigeva la squadra investigativa sugli UFO del Ministero Della Difesa inglese, che nessuno era mai andato a interrogare Jim Wilson. Inoltre, una verifica della posizione del Cosmos 408 indicò che, nel momento in cui si era verificatò l’avvistamento della luce bianca, il satellite non era visibile in Inghilterra.
Fu allora che le cose cominciarono a prendere una piega inquietante. Wilson, terrorizzato, contattò l’ufologa perché una Jaguar scura con due uomini a bordo teneva d’occhio la sua casa tutte le notti. L’ufologo Derek James, collega della Randles, aveva un parente che era un pezzo grosso della polizia dell’East Midlands. Sapendo che non poteva rivolgersi a lui chiedendo di indagare sui due Men In Black nella Jaguar, si inventò di aver saputo che un’auto misteriosa era stata vista nei pressi della fabbrica di giocattoli (che sorgeva nelle vicinanze dell’abitazione di Wilson), insinuando di sospettare un appostamento in vista di un ipotetico colpo alla fabbrica in questione.
La sera del 19 ottobre 1971, una pattuglia della polizia verificò che una Jaguar con due uomini a bordo si teneva nascosta effettivamente nell’ombra nei pressi della fabbrica. La sera successiva, la pattuglia tornò in azione e si rese conto che la misteriosa auto scura era ancora lì. Prese nota del numero di targa e di altri dettagli. La mattina successiva la polizia verificò che il numero di targa NON esisteva.
La sera del 21 ottobre la pattuglia venne di nuovo inviata in missione. Questa volta gli agenti avrebbero dovuto fermare i due uomini e condurli alla stazione di polizia per un controllo. I due bobby parcheggiarono al riparo di occhi indiscreti e, tenendosi al riparo delle ombre notturne, si avvicinarono alla Jaguar (che era sempre parcheggiata lì, con i due uomini a bordo), ognuno da una direzione diversa.
Uno dei due agenti stava per bussare sul finestrino quando, di colpo, l’auto svanì come se non fosse mai esistita. Andò esattamente così: un’istante la Jaguar era lì, quello successivo non c’era più!
Quando i due poliziotti si ripresero dallo spavento, ispezionarono la zona, ma la Jaguar e i due uomini a bordo erano spariti. Non si videro mai più. La polizia non mise mai nero su bianco quello che era accaduto: sapeva che non ci avrebbe creduto nessuno.
(Tratto da: “The Truth Behind The Men In Black” di Jenny Randles)
Fonte: http://www.twilightzone.it