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Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, numerosi articoli comparsi sui giornali locali delle principali cittadine nordamericane hanno trattato di ritrovamenti di ossa di uomini giganti e di città sepolte di giganti. E' possibile che questi ritrovamenti facciano riferimento ad un passato in cui sul nostro pianeta viveva una stirpe di uomini giganti che viveva in città altrettanto giganti?



Torniamo a parlare di giganti, facendo riferimento ad un periodo storico del giornalismo americano, a cavallo tra il 19° e il 20° secolo, in cui numerosi articoli riportavano continue scoperte di reperti umani giganteschi.

Tuttavia, un certo numero di questi reportage parla anche di gigantesche città sepolte, antico retaggio di un mondo perduto abitato da una stirpe di uomini giganti, detto anche ‘gigantropi’.

Uno degli articoli più famosi è apparso nell’edizione del 5 aprile 1909 del giornale "The Arizona Gazette", con il titolo “Explorations in Grand Canyon”.

L’articolo riporta la scoperta da parte di un certo G.E. Kinkaid di una ‘immensa cittadella sotterranea’, mentre faceva rafting sul fiume Colorado. L’uomo si imbatté in un tunnel che si estendeva per quasi due chilometri sottoterra, dove erano presenti numerose tavolette incise con un certo tipo di geroglifici e una statua di pietra che l’uomo descrive come simile ad un Buddha.

 

 

Diverse armi di rame rivestivano le pareti, ma l’aspetto più intrigante di questa antica dimora (forse un luogo di culto o di sepoltura) erano le mummie, completamente avvolte in un tessuto di colore scuro. Incredibilmente, secondo il testimone, le mummie conservate nella cavità erano alte più di tre metri.

Ma questa non è l’unica notizia che riporta ritrovamenti di città di giganti. In un post pubblicato qualche mese fa sul nostro blog sono riportati numerosi ritagli di giornali americani nei quali si parla di ritrovamenti di ossa di uomini giganti e di straordinarie città sepolte [Leggi: Il segreto dei diciotto scheletri del Wisconsin]

Un articolo comparso sul New York Times dell’8 aprile 1885, si riporta la scoperta di una città sepolta nel Missouri: una strana scoperta in una miniera di carbone nei pressi di Moberly.

 

 

La scoperta è avvenuta ad opera di un gruppo di minatori che, dopo aver scavato un pozzo di più di 100 metri, si è ritrovato in quella che sembrava una meravigliosa città sepolta. I minatori descrissero che il soffitto della cavità era sostenuto da archi di pietra che incombevano sulle strade della città, regolarmente disposte e racchiuse da muretti in pietra.

Gli operai tornarono ad esplorare il sito insieme a David Coates, sindaco della città di Moberly e al suo sceriffo George Keating. Il gruppo di esploratori trovò una sala ampia 10 metri per 30, con all’interno una serie di panche in pietra e numerosi attrezzi. Inoltre, gli uomini videro diverse statue e incisioni fatte di un materiale molto simile al bronzo.

Continuando l’esplorazione, il gruppetto scoprì in una vasta corte una fontana di pietra ancora funzionante, dalla quale sgorgava acqua perfettamente limpida. Ma quello che attirò l’attenzione degli uomini era ciò che giaceva vicino alla fontana:

“Situati accanto alla base della fontana, giacevano parti dello scheletro di un essere umano. Il femore misurava quattro piedi e mezzo, la tibia quattro piedi e tre pollici, mostrando dimensioni fino a tre volte più grandi delle ossa di un essere umano comune”.

Secondo l’articolo, il cranio dell’uomo gigante era stato frantumato. Utensili di bronzo, martelli di granito, seghe metalliche e coltelli di selce erano sparsi tutto intorno.

“Non si trattava di utensili perfettamente lucidati, né accurati come quelli eseguiti dai nostri migliori artigiani, ma abbastanza sofisticati da provare l’esistenza di una civiltà avanzata del passato davvero meravigliosa”.

Gli esploratori trascorsero dodici ore nella città sepolta, riemergendo solo dopo che l’olio delle loro lampade si era quasi esaurito. Secondo l’articolo, di lì a pochi giorni si sarebbe organizzata un’altra spedizione per continuare l’esplorazione, ma la vicenda, come molte altre, è finita nell’oblio della storia, semplicemente dimenticata, oppure, come pensa qualcuno, definitivamente cancellata.

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it

 


 

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