Una spedizione di speleologi ha trovato la diga più antica al mondo, situata nel territorio di Krasnodar nel sud della Russia. Adesso si dovrà quindi rivedere la storia delle invenzioni dell’umanità. L’età della diga scoperta è di oltre dieci mila anni. In precedenza si riteneva che le prime dighe fossero costruite attorno a 4.500 anni fa.
Gli speleologi della Società geografiсa russa (SGR) hanno trovato in una delle grotte di Krasnodar terrapieni di argilla di carattere unico. I ricercatori affermano con convinzione che siano dighe create da uomini del neolitico. Queste costruzioni idrotecniche erano destinate ad accumulare l’acqua che scendeva per i muri della grotta.
Viačeslav Isaev, direttore della sezione di speleologia della SGR, ha detto: “Sono stati prelevati campioni del terreno e nell’Istituto di geologia presso l’Accademia delle scienze dela Russia sono state eseguite le analisi che hanno confermato la nostra ipotesi dell’origine artificiale dei terrapieni”. Gli studiosi hanno determinato l’età delle dighe: risalgono a più di diecimila anni fa. Risulta quindi che è la diga più antica al mondo e che adesso bisogna rescrivere la storia delle invenzioni dell’umanità.
In precedenza gli studiosi attribuivano agli egiziani la costruzione delle prime dighe. Si riteneva che le prime costruzioni idrotecniche fossero apparse sul Nilo all’incirca 4.500 anni fa. Adesso è venuto fuori che le prime dighe sono molto più antiche. La grotta di Krasnodar viene chiamata adesso “Grotta della diga”.
Dopo aver esplorato la “Grotta della diga”, gli studiosi hanno avanzato l’ipotesi che alla fine del neolitico uomini avessero scelto quelle parti per la caccia. In una delle grotte trovarono acqua e vi costruirono dighe che permettevano di raccoglierla in un posto accessibile e sicuro.
Grotte abitate da uomini antichi furono trovate nel territorio di Krasnodar già oltre 30 anni fa. Allora, all’anizio degli anni ’80, ricercatori rinvennero nella “Grotta della diga” un recipiente ceramico fabbricato ancor prima dell’invenzione dela ruota del vasaio. Tuttavia era quasi impossibile discernervi i terrapieni di argilla nascosti nel buio.
Viačeslav Ivanov, che ha guidato quelle spedizioni, spiega:
Quando gli speleologi si sono muniti di lampadine moderne a diodi luminosi, che producono molta luce, è venuto fuori che negli anni ’80 avevamo visitato grotte assolutamente diverse. Adesso abbiamo cominciato a vederle in modo diverso e vi troviamo oggetti che erano prima non visibili.
Fonte: http://italian.ruvr.ru