Monti Hangaj, Mongolia.
Un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Davis mostra, tramite uno studio presentato su Scientific Reports, che gli esseri umani sono arrivati nella steppa dell’odierna Mongolia 10 anni prima di quanto calcolato in precedenza. A seguito della scoperta di vari strumenti di pietra in Mongolia, i ricercatori hanno infatti calcolato che l’avvento dei primi esseri umani in quest’area deve essere avvenuto 45.000 anni fa, 10.000 anni prima di quanto stimato precedentemente. Inoltre lo stesso studio mostra l’effettiva possibilità di un incontro tra questi esseri umani e i Denisovani, i nostri misteriosi cugini estintisi migliaia di anni fa. Questo stesso incontro potrebbe essere stato quello principale che ha permesso all’Homo sapiens di poter usufruire di particolari geni dei Denisovani, cosa che ha permesso ai nostri antenati di potere vivere e stabilirsi in zone ad alta quota come quelle dell’altopiano tibetano. Gli scavi sono stati condotti da Nicolas Zwyns, professore di antropologia ed autore principale dello studio, dal 2011 al 2016 nel sito denominato Tolbor-16 che si trova lungo il fiume Tolbor, nell’area dei monti Hangaj settentrionali, nel nord della Mongolia. Gli oggetti ritrovati sono 826 manufatti di pietra spessa dotati di lame lunghe e regolari, strumenti tra l’altro simili a molti altri trovati in Siberia e in Cina, cosa che indica la diffusione degli esseri umani su larga scala in questo periodo in Asia. “L’aspetto più intrigante è che sono prodotti in modo complicato ma sistematico – e che ciò sembra essere la firma di un gruppo umano che condivide un background tecnico e culturale comune”, dichiara lo stesso Zwyns in merito a queste correlazioni. Proprio questa correlazione ha permesso ai ricercatori di escludere che questi oggetti fossero stati creati da uomini di Neanderthal oppure dagli stessi Denisovani, informazione che non avrebbero potuto acquisire dato che non sono stati ritrovati resti umani sul sito. Altri ritrovamenti, inerenti per esempio ad erba e ad altra materia organica di bovini di medie dimensioni, in particolare pecore e capre nonché cavalli, hanno poi fatto comprendere che in quest’area deve essere occorso un periodo più caldo e umido che ha reso questa regione, normalmente fredda e arida, più ospitale e più adatta anche al pascolo degli animali.
Fonte: https://notiziescientifiche.it