Attraverso una piccola scala in ferro si accede alla cavea sotterranea. Qui sono visibili le famose Macchine anatomiche contenute in due grosse bacheche. Si tratta degli scheletri pietrificati di un uomo e di una donna realizzati attorno al 1763-64 da un medico siciliano, Giuseppe Salerno, sotto la direzione di Raimondo di Sangro. Il sistema arterioso e venoso che li avvolge è perfettamente conservato a due secoli di distanza. Non si sa in che modo si sia potuto ottenere questo risultato così sorprendente. Secondo alcuni il medico avrebbe iniettato nei due cadaveri una sostanza creata dal Principe, probabilmente a base di mercurio, che avrebbe “metallizzato” i vasi sanguigni. Secondo altri si tratterebbe di una ricostruzione eseguita con vari materiali, tra cui cera d’api e coloranti. Una tesi, quest’ultima, che comunque non intaccherebbe l’eccezionalità delle due Macchine. La riproduzione del sistema artero-venoso, infatti, è stupefacente fin nei vasi sanguigni più sottili, sebbene le conoscenze di anatomia dell’epoca non fossero così avanzate. Questi inquietanti oggetti, inoltre, hanno per secoli alimentato la cosiddetta “leggenda nera” relativa al Principe: secondo la credenza popolare, riportata anche da Benedetto Croce, Raimondo di Sangro “fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene”.
Fonte: https://www.napolitoday.it