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La nuova gara d’appalto annunciata dall’Agenzia Spaziale Russa, Roscosmos, per lo sviluppo di un razzo-vettore pesante, destinato al programma lunare, potrebbe da un lato dare un impulso significativo alla cosmonautica nazionale, e dall’altro ostacolarne seriamente lo sviluppo. Tutto dipende dalla capacità dello Stato di risolvere i conflitti esistenti tra i principali attori operanti nel settore e stabilizzarne il lavoro.

 

 

“Angara”: il superamento di una costante.
Se non fosse per un importante evento che è avvenuto nel 2012, sarebbe possibile parlare solo in termini teorici dello sviluppo del nuovo razzo-vettore pesante (che in questo caso specifico potrebbe essere definito anche super-pesante). Nel cosmodromo di Pleseck sono iniziati, infatti, i preparativi per i test di lancio del nuovo vettore "Angara". Le apparecchiature del banco di prova desinate alla formazione del personale del centro sono già state inviate alla stazione di lancio situata nell'Oblast' di Arcangelo. Se tutto procede secondo i termini stabiliti, già nella primavera del 2013, dallo spazioporto, potrebbe partire il primo lancio dell’"Angara". Ricordiamo che, fino ad ora, la data di lancio prevista era stata sottoposta alla cosiddetta "costante di Angara": nel corso degli ultimi dieci anni, infatti, gli addetti ai lavori non facevano che promettere il lancio "nel giro di un anno e mezzo o due". Ora, che nel cosmodromo di Pleseck l’installazione delle attrezzature è in corso, questa costante sembra essere finalmente superata. Inoltre, gli ottimi risultati ottenuti nei test con i prototipi dell’Urm (l’Universal Rocket Modules) del razzo russo, che è parte integrante del vettore coreano Kslv-1, alimentano le speranze di successo. Ricordiamo che entrambi gli incidenti che, in passato, hanno riguardato il Kslv sono stati causati proprio da irregolarità negli impianti coreani: un guasto nell’espulsione dell’ogiva, in un caso, e l’esplosione del primo stadio del razzo vettore, nel secondo. Il primo stadio russo, che rappresenta il prototipo del primo stadio dell’"Angara", ha funzionato in entrambi i casi. Funziona anche il motore RD-191, che a oggi è stato sottoposto già a più di un centinaio di fire-test, e finalmente, sul banco di prova, ha dimostrato i parametri di affidabilità richiesti; fatto che fa sperare in un successo generale del nuovo razzo-vettore.

 

 

Concorrenza interna
Dall’"Angara" al vettore lunare, tuttavia, la strada è ancora lunga: persino nella variante "massima" con sette URM, il vettore non è in grado di portare nell’orbita circumterrestre più di 40 tonnellate di carico. Si tratta del doppio della capacità trasportabile dal vettore spaziale "Proton", ma non è abbastanza per farlo arrivare fino alla luna: persino la variante a due stadi, in cui il veicolo spaziale viene inviato in orbita mediante due moduli lanciati separatamente, richiede una capacità di carico di almeno 70 tonnellate. Per caricare tutto il necessario in un unico lancio ce ne vogliono, invece, almeno 120. Tali requisiti ricordano un altro progetto sovietico, quello del vettore spaziale "Energija". Aveva la capacità di portare in un’orbita terrestre bassa circa 105 tonnellate, che, nella versione potenziata "Vulkan", potevano raggiungere le 200 tonnellate. In tutto ciò è importante notare che i razzi-vettori "Zenit", che rappresentano il "block-A", ovvero l’acceleratore laterale dell’"Energija", vengono tuttora usati con successo. Tuttavia, nonostante l’elevata percentuale di "Zenit" di produzione russa, al giorno d’oggi tali razzi vengono prodotti perlopiù in Ucraina. Pertanto RKK "Energija" - creatore dell’omonimo razzo – deve iniziare a prendere in considerazione la possibilità di espandere i suoi impianti di produzione in Russia, se vuole evitare di coinvolgere la vicina Ucraina nell’ambizioso progetto. De facto, il gruppo Rkk "Energija" e il centro spaziale russo Khrunichev sono i principali contendenti per lo sviluppo dei promettenti razzi "lunari", ma le divergenze esistenti tra i due gruppi potrebbero portare a un fallimento del progetto stesso, che rischierebbe di naufragare tra accordi e gare d’appalto. Condizione essenziale affinché il "veicolo lunare" abbia successo non è tanto l’interruzione della concorrenza eccessiva che frappone i due gruppi, bensì l’utilizzabilità del carico utile di questo razzo in altri programmi oltre a quello lunare. Lo sviluppo di un vettore super-pesante solo per prestigio non avrebbe senso, né alcuna possibilità di successo. Il futuro razzo dovrebbe trovare anche altre applicazioni. Dovrebbe essere utilizzato sia per orbite terrestri basse, che in vista di missioni su Marte o di attività di esplorazione nello spazio più remoto, e così via. Per questo è necessario "unire" gli interessi delle entità commerciali operanti nell’ambito della tecnologia spaziale, con quelli dei centri di ricerca scientifica e, naturalmente, del settore militare. Se tutti gli attori coinvolti manifestano il proprio interesse, le risorse finanziarie accumulate saranno sufficienti a sviluppare tale razzo e a giustificarne la produzione. Qualora si verifichino queste condizioni, bisognerà in ogni caso avviare il progetto dal "basso": prima che il vettore super-pesante entri a tutti gli effetti in azione, dovrà dimostrare la sua redditività nella risoluzione dei problemi quotidiani dell’industria spaziale rispetto ai razzi di dimensioni più ridotte. Un progetto così costoso, limitato alla soluzione di un unico problema, è destinato inevitabilmente ad avere vita breve, e in queste condizioni, la sua realizzazione verrebbe subito messa sotto discussione - oggi lo Stato non ha a disposizione fondi sufficienti per progetti di questa portata. Di conseguenza, sembra che, oltre alla gara d’appalto per lo sviluppo di un nuovo vettore pesante, dovranno essere condotte ulteriori attività di ricerca e sviluppo mirate a studiare quali siano le attuali esigenze circa il lancio nello spazio di vettori pesanti. Queste esigenze sono supportate oggettivamente dal sopraccitato settore militare. Tuttavia rimane ancora da chiarire quanto sia giustificabile dal punto di vista politico affidare al settore militare questo progetto.

Fonte: http://russiaoggi.it


 

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