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Verso la metà del 21-esimo secolo la Luna diventerà una specie del settimo continente della Terra, pronosticano gli esperti. Sul satellite saranno colonizzate aree circumpolari, saranno costruiti campi base. Non è da escludere che vi entreranno in conflitto interessi economici dei diversi paesi.

 

 

Una parte delle comunità scientifica fa il paragone tra la piattaforma continentale dell'Artico e la Luna, ritenendo che anche lassù si svolgerà la lotta tra i concorrenti. Diversi paesi cercheranno di conquistare le aree circumpolari dove si trovano i posti migliori per la costruzione delle basi abitative. Proprio nei pressi dei poli sono state scoperte ingenti quantità di ghiaccio, dal quale si potrebbe estrarre ossigeno per gli astronauti, acqua potabile e idrogeno, ossia propellente per razzi vettori. Inoltre il satellite è ricco di risorse, compresi metalli rari. Vicino alle basi si potrà organizzare la loro estrazione. Attualmente l'estrazione dal terreno lunare dei metalli e il loro trasporto sulla Terra sarebbero eccessivamente costosi. Tra qualche tempo però, quando i loro depositi sulla Terra saranno vicini all'esaurimento non ci sarà alternativa alla Luna. Queste sono le conclusioni di coloro che ritengono inevitabile la concorrenza.

Molto probabilmente la questione della "spartizione" dei poli e delle risorse sarà risolta civilmente, ritiene Vladislav Scevcenko, responsabile del reparto studi della Luna e dei pianeti dell'Istituti astronomico statale Schternberg presso l'Università Statale di Mosca (MGU):

Non vorrei che ciò fosse interpretato come una lotta. Quando era in corso la gara lunare tra l'URSS e gli USA, gli americani non hanno completato il loro programma "Apollo". Hanno superato l'Unione Sovietica e l'hanno cessato: hanno perso l'interesse. Ho parlato con i colleghi americani e mi hanno detto che sarebbe stato necessario continuare. E se non ci fosse stata questa gara avrebbero continuato ad andare avanti. Probabilmente, insieme con l'Unione Sovietica, se si fossero accordati. Cosicché anche nel futuro è più razionale di non lottare, di non lanciarsi nella mischia, ma di agire congiuntamente.

Il Trattato sullo spazio del 1967 dichiara la Luna patrimonio dell'intera umanità. Vi si può mettere una bandierina su un appezzamento, ma ciò non avrà alcun valore legale. La messa delle bandiere nazionali da parte degli astronauti e delle stazioni interplanetarie sul satellite della Terra ha un valore puramente simbolico. Cosicché non è del tutto corretto paragonare la Luna con l'Artico. La Luna – è innanzitutto pozzo di scienza,bisogna esplorarla congiuntamente, ne è convinto Vyaceslav Rodin, vice-direttore dell'Istituto delle ricerche spaziali presso l'Accademia Russa delle Scienze:

Certamente la cooperazione sarà a livello internazionale. Per ora però nessun'economia pratica. Finché non è chiaro ciò che è commercialmente vantaggioso, ci sarà cooperazione scientifica generale. Gli scienziati non possono non avere contatti tra di loro, non avere lo scambio di idee. Considerate che per la Luna c'è una squadra comune per esplorare la Luna.

Per quanto riguardano i commercianti, a loro, in linea di principio, si potrebbe permettere di esplorare le risorse lunari, ammettono gli esperti. Lo spazio sui poli della Luna sarà sufficiente per tutti. Tuttavia è probabile che per svolgere l'attività commerciale sul nostro satellite bisognerà adottare nuovi provvedimenti legislativi internazionali. Non c'è bisogno però di correggere il Trattato sullo spazio. E' stato ratificato dalla maggioranza dei membri della comunità internazionale. Ciononostante ci sono i paesi che non hanno firmato il documento. Ossia vi hanno aderito senza firma e senza ratifica, come la Cina o la Repubblica Democratica Popolare di Corea (in linguaggio giuridico ciò è definito accesso). E' difficile pronosticare poi quanto aggressivamente si comporteranno questi paesi sul "settimo continente".

Fonte: http://italian.ruvr.ru

 


 

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