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La NASA ha attivato il Planetary Defense Coordination Office (PDCO), il suo programma per la rilevazione e la tracciatura degli oggetti spaziali che appartengono alla categoria NEO (Near-Earth Object), cioè il tipo la cui orbita si avvicina a quella della Terra. Quest’ufficio fa parte della Planetary Science Division dell’agenzia, avrà il compito di coordinare tutti i progetti relativi ad asteroidi e comete di tipo NEO e avrà un ruolo di primo piano nel coordinamento degli sforzi con altre agenzie e governi riguardanti potenziali minacce di impatti.

Negli ultimi anni c’è stata un’attenzione crescente nei confronti del potenziale pericolo causato dagli asteroidi. Ormai è diventato normale leggere tra le notizie che un asteroide passerà vicino alla Terra, in alcuni casi perfino più vicino della Luna. Per fortuna lo spazio è davvero enorme perciò le probabilità che questi corpi celesti di tipo NEO colpiscano la Terra è molto piccola ma nel febbraio 2013 un meteorite ha colpito la Russia causando enormi danni con molti feriti anche se era davvero piccolo ed è esploso nell’atmosfera. Anche la NASA sta diventando sempre più attiva e negli anni scorsi ha lanciato una Grande Sfida riguardo agli asteroidi. La creazione del PDCO rappresenta un ulteriore passo avanti. Il nuovo ufficio controllerà il programma di ricerca del vecchio NEO Observations Program, che usa vari strumenti per studiare e tenere sotto controllo vari NEO conosciuti. Quelli individuati sono stati finora monitorati dal Center for NEO Studies (CNEOS). Al momento, la NASA può solo individuare oggetti di tipo NEO pericolosi se sono abbastanza grandi e nel caso peggiore fornire in anticipo informazioni sul momento e luogo dell’impatto per contribuire il più possibile alle operazioni di emergenza. L’obiettivo a lungo termine è quello di sviluppare tecnologie in grado di deviare o distruggere un NEO che si rivelasse pericoloso. C’è anche un crescente interesse a sfruttare gli asteroidi per i loro minerali ma anche in questo caso siamo ancora a una fase di studio teorico. Possiamo sperare che l’attivazione del PDCO rappresenti un passo in avanti nelle attività di controllo dei NEO da parte della NASA. Soprattutto, speriamo che aumenti le ricerche sulle tecnologie di difesa della Terra dagli asteroidi perché le possibilità che uno grosso colpisca il pianeta sono pochissime ma uno abbastanza grande sarebbe sufficiente per causare una catastrofe globale.

Fonte: http://tachyonbeam.com

 

 

La home page del sito del Center for NEO Studies (CNEOS).



Si chiama Pdco, acronimo di Planetary Defense Coordination Office. È un programma appena presentato dalla Nasa , che ha l’obiettivo di rilevare e tracciare i cosiddetti Near-Earth Objects (Neo), ovvero, più confidenzialmente, gli asteroidi potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta. Il Pdco, fa sapere ancora l’agenzia spaziale statunitense, “sarà responsabile della supervisione di tutti i progetti finanziati dalla Nasa per trovare e caratterizzare asteroidi e comete che passano vicino all’orbita terrestre attorno al Sole. Avrà un ruolo chiave nella coordinazione degli sforzi delle agenzie spaziali e dei governi per scongiurare ogni potenziale pericolo di impatto”. Finora, sono stati scoperti circa 14mila Neo, il 95% dei quali dopo il 1998, anno di inizio dei monitoraggi Nasa; ogni anno, ne vengono rilevati più o meno altri 1.500. “Il rilevamento e il tracciamento degli asteroidi e la difesa del nostro pianeta”, dice John Grunsfeld, amministratore associato dello Science Mission Directorate della Nasa, “sono obiettivi che la Nasa prende molto sul serio. Al momento non ci sono minacce di impatto, ma l’evento di Chelyabinsk del 2013 e il recente asteroide di Halloween ci ricordano di rimanere vigili e tenere gli occhi incollati al cielo”. Oltre a monitorare comete e asteroidi potenzialmente pericolosi osservati dagli strumenti Nasa (sia a terra che nello Spazio), comunque, il programma analizzerà anche rilevamenti provenienti da osservatori di altre agenzie, valutandone credibilità e attendibilità. Uno degli strumenti su cui attualmente possiamo fare più affidamento è Neowise, un telescopio spaziale a infrarossi; i dati raccolti vengono poi inviati e memorizzati in un database globale gestito dal Minor Planet Center, ed elaborati dai supercomputer del Center for Neo Studies (Cneos) al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. L’agenzia spaziale americana ha anche approntato, per i più apprensivi, un widget che mostra i prossimi cinque approcci più vicini al nostro pianeta.

Fonte: http://www.wired.it

 


 

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