Insieme alla riforma generale dell’industria spaziale, il management russo intende aumentare il livello qualitativo delle forze militari spaziali. Una decisione che scaturisce dalla necessità di migliorare le forze missilistiche strategiche nucleari e la capacità di costruzione di mezzi a testata convenzionale e a precisione telecomandata. Tuttavia, lo sviluppo su larga scala nello spazio di veicoli militari richiede un programma di difesa di qualità. Tutto ciò, a sua volta, porterà alla militarizzazione dello spazio?
Come ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin nei recenti meeting di novembre 2013 sulle questioni relative alla difesa, "nel corso degli anni i gruppi spaziali in orbita sono cresciuti notevolmente. Nell’ambito del programma statale sugli armamenti si sono aggiunte quest'anno 5 navicelle; inoltre, entro la fine di quest’anno è in programma il lancio di 5 veicoli spaziali. Mentre l'anno prossimo verranno lanciati in orbita sei nuovi veicoli spaziali e ci saranno i test di lancio del moderno razzo Angara”.
Già a marzo del prossimo anno sono in programma i primi lanci dei veicoli spaziali militari russi, che hanno subito un ritardo negli ultimi anni a causa di motivi tecnici. Inoltre, avrà inizio la costruzione di infrastrutture sulla terra. Secondo stime preliminari, a questo scopo verranno investite diverse migliaia di miliardi di rubli fino al 2020.
Perché la dottrina russa sulla difesa è concentrata sullo spazio militare e la ricerca di attrezzature orbitali moderne e affidabili determina in gran parte la politica sulla sicurezza del governo? La situazione attuale e i trend dei nuovi conflitti militari mostrano che le vecchie dinamiche nelle operazioni di combattimento sono ormai obsolete. Lo scopo della guerra del futuro non consiste più nel conquistare il territorio nemico, ma nel colpirlo con attacchi mirati nei suoi punti deboli. L’uso massiccio di truppe di terra con veicoli blindati appartiene ormai al passato e il ruolo degli aerei da trasporto strategico si è ridimensionato. L'enfasi nel concetto di "armi strategiche" non è più incentrata sulla classica "triade nucleare", bensì sugli impianti non nucleari basati su sistemi d'arma ad alta precisione di vario genere.
Questo a sua volta implica l'esistenza di un gran numero di sonde orbitali in grado di fornire ricognizione satellitare, avvertimenti, sistemi di previsione e di targeting che necessitano essi stessi di protezione e di difesa. Secondo i calcoli di Vladimir Slipchenko, generale e analista militare, nel decennio in corso dobbiamo aspettarci che il numero di armi a precisione telecomandata nei principali Paesi del mondo raggiungerà le 30-50mila unità per poi arrivare alle 70-90mila unità nel 2020. Si può dunque solo immaginare la quantità di sistemi satellitari necessari per supportarli. Senza questi ultimi, infatti, ogni missile e "bomba intelligente" in grado di colpire una zanzara diventano degli oggetti di ferro inutili.
Così, centinaia di veicoli spaziali "passivi" apparentemente innocui, che non sono di per sé sistemi di aggressione sono di fatto parte integrante delle principali armi del XXI secolo - armi a precisione telecomandata. Ma i vecchi sistemi missilistici armati con testate nucleari adesso non possono più essere efficaci senza un efficace sostegno sul fronte della comunicazione spaziale, basata sui satelliti per le telecomunicazioni e sui sistemi di allarme satellitare missilistici.
Uno dei principali sviluppatori dei sistemi missilistici strategici russi, il direttore dell'Istituto di Mosca di Tecnologia Termale, Yuri Solomonov ritiene che "la creazione di complessi strategici avanzati è impensabile senza il pieno dislocamento di sistemi di difesa missilistica, inclusi gli elementi spaziali".
Ciò implica almeno tre conclusioni. In primo luogo, la forza missilistica e l'energia nucleare dovrebbero avere una potente costellazione satellitare dataware. In secondo luogo, è necessario implementare gli agenti chimici attivi del proprio sistema di difesa missilistica. Terzo, il sistema deve funzionare come un unico organismo, il cui scopo è quello di proteggere il Paese dalle armi strategiche offensive. Quindi, la militarizzazione dello spazio che è dovuta, in particolare, alla necessità di proteggere gruppi e costellazioni satellitari, è solo una questione di tempo? Se pensiamo al dispiegamento nello spazio di armi vicine alla Terra in grado di colpire bersagli per conto proprio, nell'atmosfera e sulla Terra, allora la risposta è sì. In questo caso lo spazio sarebbe come una “torretta” che tiene sotto tiro l'intero pianeta.
Tuttavia, non è necessario lanciare in orbita postazioni di battaglia o armi, come per esempio, satelliti intelligenti o meteorologici. I compiti di protezione satellitare possono infatti essere eseguiti con successo tramite un sistema di terra creato nella difesa aerospaziale russa.
Fonte: http://russiaoggi.it