Lo scorso anno in occasione del Symposium GEOINT 2015, una conferenza annuale cui partecipano i leader dell’intelligence geospaziale americana, il vice segretario della difesa statunitense Robert O. Work ha annunciato che il Dipartimento di Difesa USA (DoD) avrebbe istituito un nuovo centro finalizzato a meglio coordinare le risposte contro possibili attacchi alle strutture spaziali americane.
Qualche mese dopo, in occasione della chiusura del budget per il 2017 si è passati dalla teoria alla pratica: il Pentagono ha chiesto al Congresso 108 milioni di dollari per finanziare la creazione di un nuovo centro in Colorado, il Joint Interagency Combined Space Operations Center (JICSpOC), dove pianificare e sperimentare nuove tecniche utilizzabili durante una possibile guerra spaziale.
E non solo, perché il DoD ha inoltre richiesto ulteriori 1,8 miliardi di dollari per effettuare lanci orbitali, fondi che si vanno ad aggiungere ai cinque miliardi già stanziati per l’implementazione di progetti spaziali da sviluppare entro il 2020.
Ma perché gli americani stanno spendendo tutti questi soldi? E’ molto probabile che dopo decenni di leadership, gli Stati Uniti d’America si siano improvvisamente resi conto che la loro struttura spaziale può essere minacciata da potenze straniere ed essere vulnerabile da parte di attacchi esterni. In sostanza, il loro punto di forza rappresentato dalla imponente rete di satelliti, può trasformarsi in un’enorme debolezza: e in particolare, gli Stati Uniti temono un attacco alla loro space architecture ad opera di Cina e Russia.
L’avvertimento è arrivato anche dal Center for a New American Security (CNAS), che nel gennaio 2016 ha pubblicato un report sulla vulnerabilità del Pentagono nello spazio, le conseguenze che questo comporta per la sicurezza nazionale sulla Terra e le necessità di cambio, rapido, di politica.
Il punto centrale dei timori americani è essenzialmente uno: a partire dalla fine della seconda guerra mondiale in avanti hanno costruito un sistema satellitare che permette loro di organizzare la vita di tutti i giorni, la loro sicurezza e le attività militari. Di fatto oggi gli Stati Uniti sono completamente dipendenti dal loro sistema satellitare.
Pertanto, un attacco mirato a questa tanto delicata quanto complicata struttura rischierebbe di mettere completamente fuori uso ogni attività americana. C’è chi è arrivato ad ipotizzare che, se non fosse possibile usare la struttura spaziale di cui gli USA dispongono, le ipotetiche guerre del futuro verrebbero combattute come durante le due guerre mondiali, cancellando tutte le evoluzioni tecnologiche.
Un esempio? Il GPS che ci permette di raggiungere comodamente un museo o un ristorante, viene impiegato anche a fini militari e dipende dai satelliti USA. Se questa space architecture venisse abbattuta, o anche solo danneggiata, lascerebbe gli USA privi di un sistema di difesa efficiente e ridurrebbe drasticamente la loro capacità di proteggere il proprio suolo nazionale.
Nel suo report per il CNAS, Elbridge Colby discute la possibilità di prepararsi ad una guerra spaziale, così da essere pronti alle possibili attività aggressive russe o cinesi, basate sulla tecnologia ASAT (Anti-satellite weapons). In conclusione, si vis pacem para bellum, se vuoi la pace preparati alla guerra.
Questo tipo di misura non può però essere preso alla leggera. Una guerra spaziale innescherebbe un’escalation di violenza sulla Terra che gli Stati Uniti, e come loro gli altri attori internazionali, non possono permettersi. Un’alternativa è quella di ridurre la dipendenza dai satelliti: non potendo assicurarne la difesa, è necessario creare un sistema alternativo dove i satelliti non siano necessari.
E’ presto per prevedere che risultati comporteranno gli investimenti statunitensi. Non è neanche sicuro che il livello di minaccia percepito sia effettivo. Quello che si può dire per ora è che, dopo tanti anni, un punto di forza degli Stati Uniti si è trasformato in un tallone d’Achille che mina la loro sicurezza. In un momento in cui si parla di ritorno alla guerra fredda e lo scacchiere internazionale è quanto mai complicato, è doveroso domandarsi chi può permettersi una guerra spaziale.
Fonte: http://www.flyorbitnews.it