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New York - Donald Trump sogna guerre stellari. Ben inteso, il presidente americano non punta a un altro episodio della saga cinematografica con il capitano Kirk e il comandante Spock, ma a un esercito dello spazio.

 



«Presto andremo su Marte, e potremmo aver bisogno di forze armate spaziali», ha spiegato l'inquilino della Casa Bianca parlando ai soldati della Marine Corps Air Station Miramar di San Diego. Un commento estemporaneo in perfetto stile Trump, che potrebbe tuttavia cambiare il corso della politica spaziale degli Stati Uniti.

«La mia strategia riconosce lo spazio come una possibile area di guerra, così come lo sono la terra, l'aria e il mare. Abbiamo l'Air Force, avremo una Space Force», ha aggiunto. L'affermazione è a metà tra fantascienza e realtà, perché se all'inizio, come ha spiegato lo stesso tycoon, si è trattato di un commento scherzoso, poi ha pensato che sarebbe davvero «un'idea grandiosa»: «Forse dovremmo farlo. Potrebbe accadere». Per il capo dello stato maggiore dell'US Air Force (forza a cui apparterrebbero le competenze militari nello spazio), David Goldfayn, una guerra del genere non è così lontana: «Credo che dovremo combattere nello spazio nel giro di pochi anni», ha spiegato il mese scorso durante l'Air Warfare Symposium and Technology Exposition, in Florida. E l'amministrazione Trump ha sin da subito affermato di voler incentivare l'esplorazione spaziale, in calo negli ultimi anni.

Secondo i media Usa il bilancio per i programmi spaziali dell'Air Force per il 2018 è di 7,75 miliardi di dollari, con un aumento del 20% rispetto all'anno precedente, e di 8,5 miliardi per il 2019. Il presidente ha detto più volte di voler raggiungere il Pianeta Rosso, e nel discorso ai marines ha pure colto l'occasione per lanciare l'ennesima frecciata all'ex rivale democratica, Hillary Clinton: «Molto presto andremo su Marte - ha detto - Non andreste su Marte se il mio avversario avesse vinto, non ci pensereste nemmeno». L'idea di una «Space Force» trumpiana, comunque, ha un precedente, nonostante esista un comitato ad hoc dell'Onu e trattati che chiedono un'esplorazione pacifica. La corsa militare nello spazio fa parte del braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia scatenato dalla crisi ucraina, tanto che, come scrisse Il Giornale nel 2014, una fonte anonima del ministero della Difesa di Mosca fece trapelare che il Cremlino e lo zar Vladimir Putin si stavano preparando a inaugurare una nuova forza armata con raggio d'azione nello spazio.

D'altronde dal lancio dello Sputnik nel 1957 - da parte dell'Unione Sovietica - non sono un segreto le ambizioni di Mosca per la conquista dello spazio. Ma non solo di Mosca. Sempre negli anni Cinquanta il presidente Usa Dwight Eisenhower creò due programmi spaziali separati: uno civile (la Nasa), e uno militare, molto meno conosciuto, ma al quale sono stati destinati importanti investimenti. Negli anni Sessanta i militari hanno pensato a una stazione spaziale dell'Air Force in orbita, ma l'amministrazione di Richard Nixon ha fatto cadere l'idea. E nel 1985 alla base di Peterson, in Colorado, è stato creato un comando militare responsabile per le operazioni spaziali, l'Air Force Space Command. Per Dava Newman, professore di astronautica del Massachusetts Institute of Technology (Mit), ed ex Ceo della Nasa, si tratta invece di «un luogo per l'esplorazione». Niente di più. «Dovremmo imparare dai nostri errori sulla Terra - ha affermato - e mantenere lo spazio pacifico».

 

Fonte: http://www.ilgiornale.it

 


 

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