Trovarsi nello spazio, per un essere umano, è una condizione assai problematica: la mancanza di gravità, le radiazioni solari e altre condizioni rendono molto difficoltosi anche più semplici processi biologici. Tuttavia che queste difficili condizioni ambientali possano influire negativamente anche a livello mentale, al di là dell’aspetto psicologico, non è mai stato davvero dimostrato, anzi l’argomento non ha mai rappresentato un settore di studio molto diffuso. Una nuova ricerca, pubblicata su Experimental Brain Research, colma in parte questo il vuoto e mostra che la condizione di gravità zero può essere responsabile del cambiamento dei processi decisionali e in generale può provocare alterazioni di alcune delle funzioni cerebrali. Ciò rappresenta un argomento non di poco conto: quando ci si trova in condizioni del genere, ad esempio quando si sta regolando una strumentazione nel vuoto dello spazio, prendere le giuste decisioni in tempo risulta fondamentale. La ricerca si è avvalsa di vari esperimenti che hanno visto alcuni partecipanti seduti che dovevano pronunciare un numero casuale compreso tra 1 e 9 ogni volta che sentivano segnale acustico. Lo stesso processo è stato poi ripetuto con gli stessi partecipanti ma con questi ultimi sdraiati, ossia con una posizione del corpo per la quale la gravità ha un influsso maggiore. Quando i partecipanti erano sdraiati, i ricercatori riscontravano una diminuzione della casualità nella sequenza di numeri. In sostanza i partecipanti sdraiati ripetevano più spesso lo stesso numero e le scelte casuali diminuivano in quanto a varietà e quindi le risposte subivano un peggioramento qualitativo. Secondo Elisa Ferre, una delle ricercatrici che ha partecipato lo studio, “anche se allenamento fisico e incredibili equipaggiamenti sono forniti agli astronauti, la ricerca nel prendere decisioni quando siamo lontani dalla gravità terrestre è poco conosciuta, e le nostre scoperte mostrano che la gravità alterata potrebbe influenzare il modo in cui prendiamo decisioni. Questo è incredibilmente importante e dobbiamo sistemarlo.”

Fonte e altri link: https://notiziescientifiche.it

 

 

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