Oggi sono soltanto 60, e in un video diffuso sui social sembrano quasi un trenino, ma cosa accadrà quando nei prossimi mesi la SpaceX avrà finito di lanciarli tutti? Saranno in tutto 12 mila e la loro “luminosità” appare come una minaccia.
di Roberto Zonca
Lo scorso 24 maggio la SpaceX ha avviato il suo programma per fornire al mondo un sistema satellitare che consentirà a chiunque di connettersi a Internet indipendentemente dal luogo in cui ci si trova. Il primo pacchetto, lanciato grazie all’ausilio di un Falcon 9, era composto da 60 satelliti, ma sono soltanto i primi di tanti che andranno a costituire la costellazione Starlink. Con il passare dei giorni, e visti i tanti curiosi che hanno cercato nel cielo le tracce di questi “piccoli” corpi orbitanti, ci si sta tuttavia rendendo conto di un aspetto evidentemente sottovalutato. La superficie riflettente dei satelliti creerà dei problemi a Terra. A chi oggi dovesse scrutare il cielo notturno si palesa un trenino tanto luminoso da oscurare le lontane stelle.
Entro il 2020 i satelliti in orbita saranno 12 mila.
Il problema potrebbe apparire roba di poco conto, ma così non è se si considera che la compagnia di Elon Musk intende schierare quasi 12 mila satelliti in tre fasce orbitali entro la metà del 2020. Nei prossimi mesi, con l’intento di fornire una iniziale copertura internet ultraveloce, il colosso statunitense effettuerà sei lanci di 60 satelliti per volta. Altri 12 lanci, costituiti sempre da 60 satelliti ciascuno, ultimeranno la rete Starlink per quella che viene definita una copertura moderata. E le stelle? Saranno uno sbiadito ricordo. Molti astronomi, e tantissimi astrofili, chiedono di bloccare il programma. Diversamente dai normali satelliti per le telecomunicazioni, posizionati nella cosiddetta orbita geosincrona, i satelliti del programma Starlink opereranno in un’orbita bassa, a 540 chilometri di quota. Questo consentirà alla fitta rete di funzionare senza l’uso di antenne, ma di contro limiterà il funzionamento dei singoli satelliti che potranno coprire piccole aree: ecco il perché la SpaceX dovrà lanciarne 12 mila! I problemi cominceranno quando tutti i satelliti, ognuno dei quali pesa 227 chilogrammi, saranno posizionati nella propria orbita.
Come specchi, rifletteranno la luce del Sole.
Un osservatore che scruterà il cielo vedrà sempre decine di satelliti sfrecciare sopra la propria testa, e per vederli non dovrà neppure faticare, perché la luce solare che li investirà (in modo particolare prima dell’alba e dopo il tramonto) li renderà brillanti come stelle. E’ vero che, come promesso da Musk, il "sistema non solo fornirà l'accesso a Internet alle aree che non ce l'hanno, ma fornirà servizi Internet competitivi alle aree che già dispongono di questi servizi", ma scipperà al mondo il manto stellato. Qualcuno ha già realizzato dei filmati e il risultato, effettivamente, fa riflettere. Secondo diversi astronomi anche i grandi telescopi dovranno affrontare il problema. Considerando i 12 mila satelliti che andranno a costituire il progetto Starlink, le immagini del Cosmo che si andranno a realizzare conterranno (nella migliore delle ipotesi) una “stella artificiale”, e se si considerano le immagini a lunga esposizione a quel punto gli intrusi saranno a decine. Ora la speranza di migliaia di astronomi e astrofili è che i satelliti siano esageratamente luminosi perché ancora in una posizione di transito. I singoli nodi della rete Starlink si trovano infatti temporaneamente a quota 440 chilometri. In un secondo momento, con l’accensione dei motori, verranno trasferiti 100 chilometri più in alto, e magari risulteranno meno “accecanti”.
31 maggio 2019
Fonte: https://notizie.tiscali.it