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Un reattore nucleare che potrebbe essere utilizzato sia sulla Luna che su Marte per alimentare gli avamposti umani è in fase di progettazione e potrebbe essere testato nello spazio già tra pochi anni, secondo un articolo apparso su Space.com . Al progetto, denominato Kilopower, sta lavorando la NASA e il Dipartimento dell’Energia statunitense. Secondo una dichiarazione di Patrick McClure, un test nello spazio con un prototipo potrebbe essere pronto a partire già in tre anni anche se non è stato emesso alcun comunicato ufficiale da parte della NASA né da chiunque altro. Il prototipo avrebbe le dimensioni di un frigorifero e dovrebbe essere naturalmente montato su un razzo. Il prototipo potrebbe fornire fino a 10 kW di potenza, un picco che potrebbe essere sufficiente per otto case medie qui sulla Terra. Non si tratta della prima volta che si pensa all’energia nucleare come fonte di energia nello spazio: già in passato la NASA ha utilizzato questo tipo di energia, tramite generatori termoelettrici a radioisotopi, per quanto riguarda la propulsione di diversi veicoli spaziali, come le sonde Voyager 1 e Voyager 2 della NASA, o per il funzionamento dei rover, tra cui Curiosity, il rover della NASA presente su Marte già da diversi anni. Diversi test a terra sono già stati effettuati e il sistema sembra funzionare ma naturalmente saranno solo i test nello spazio ad avere l’ultima parola. I generatori di questi reattori nucleari convertono in elettricità il calore emesso dal decadimento radioattivo del plutonio-238. Un avamposto umano lunare o marziano avrà bisogno di diversi kilowatt di potenza costantemente disponibile, almeno 40 kW secondo gli scienziati, per generare elettricità per diversi scopi, ad esempio per purificare l’acqua, per generare l’ossigeno, per caricare i vari rover e i mezzi di trasporto, per il riscaldamento e per i vari laboratori di ricerca. Un solo reattore arriverebbe a pesare più di 2.000 kilogrammi, buona parte dei quali rappresentata dalla schermatura. I prototipi costruiti dagli scienziati della NASA possono durare fino a 15 anni e possono generare fino a 10 kilowatt elettrici. Ciò significa che almeno quattro di essi dovrebbero essere trasportati su Marte o sulla Luna per generare l’energia necessaria per un avamposto umano e che comunque si dovrà trovare un modo per rigenerarli o costruirne di nuovi in loco.

Fonte e link: https://notiziescientifiche.it

 

 

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