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"A ciascuno di noi è ormai sufficiente comprare un ticket per poter esplorare lo spazio, a patto di poterselo permettere." Di fatto, nella storia dell’esplorazione il 2021 verrà ricordato come anno di nascita del turismo spaziale. Inaugurato dalla Virgin Galactic di Richard Branson, seguita dai successi della Blue Origin di Jeff Bezos e di SpaceX di Elon Musk, il trionfo dei primi voli suborbitali con equipaggio pagante, realizzati da aziende aerospaziali private, fa emergere un interrogativo: quali sono le norme che permettono a un privato di lanciare un veicolo commerciale nello spazio? L’Outer Space Treaty ratificato da 111 paesi del mondo è la base giuridica per la nuova era del volo commerciale, così come lo è per le infrastrutture spaziali private che dall’orbita terrestre forniscono beni e servizi fondamentali sulla Terra come internet. Ma il trattato del '67 identifica con chiarezza anche chi è il responsabile dei veicoli privati lanciati: lo stato lanciatore che rilascia un’autorizzazione. Nonostante 45 anni di età, il trattato si dimostra ancora in grado di contrastare il rischio di avere pirati dello spazio. Poter volare come privato non significa infatti che chiunque sia libero di farlo. Il boom del settore privato è tuttavia solo una faccia della medaglia. L’altra mostra come le stesse agenzie spaziali pubbliche strizzino l’occhio a questo sviluppo per ottenere servizi e allo stesso tempo risparmi. Emblematico il caso Nasa che, con la fine dell’era Shuttle, nell'ultimo decennio si è affidata anche ai privati per poter accedere all’orbita terrestre e alla Stazione Spaziale Internazionale. Le sfide di riportare l’uomo sulla Luna e quella di arrivare a Marte portano a chiedersi se non sia necessaria una fase di rinnovamento anche dell’assetto giuridico che da 45 anni regola le attività spaziali internazionali, pubbliche e private. Mentre continua la corsa privata allo spazio e le aziende Virgin Galactic, Blue Origin e SpaceX progettano i prossimi viaggi, il mondo giuridico attende sviluppi concreti prima di potersi riconfrontare e promulgare così nuove regole.

 

 

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