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È partita la missione Dart di Nasa, prima dimostrazione di difesa planetaria contro un asteroide che verrà documentata dalla missione LiciaCube di Asi, nanosatellite italiano ora in viaggio insieme a Dart verso lo spazio profondo. Oggi, alle 7.21 ora italiana, dalla base di Vandenberg in California è avvenuto con successo il liftoff del razzo Falcon 9 di SpaceX con a bordo la navicella spaziale Dart di Nasa, sonda sviluppata dalla Johns Hopkins University che ospita al suo interno il nanosatellite LiciaCube. L’Agenzia Spaziale Italiana è l’unico partner internazionale di Nasa in quello che è il primo test di deviazione dell’orbita di un asteroide. Circa un’ora dopo il liftoff, Dart si è separato dal secondo stadio del razzo Falcon 9 inviando così i primi dati a Terra con i quali si è monitorato il processo di dispiegamento dei suoi due pannelli solari, della lunghezza di circa 9 metri ciascuno. Il viaggio di sola andata di Dart e LiciaCube è verso il sistema binario composto dall’asteroide Didymos e dal suo satellite Dimorphos, corpo di circa 160 metri contro cui Dart impatterà con una velocità di oltre 6 km al secondo. L’obiettivo è quello di modificarne l’orbita attorno a Didymos. LiciaCube sarà l’unico superstite e farà da testimone oculare di questa missione autodistruttiva. Gioiello tecnologico grande quanto una scatola per stivali, il nanosatellite italiano di circa 13 chilogrammi sarà in grado di navigare e operare autonomamente nello spazio profondo una volta separatosi da Dart. Cubesat realizzato interamente negli stabilimenti torinesi di Argotec, la missione di Asi vede il coordinamento scientifico di Inaf e la collaborazione di Politecnico di Milano, Università di Bologna, Parthenope e Cnr-Ifac. Secondo i piani di Nasa, Dart e LiciaCube raggiungeranno il sistema di Didymos e Dimorphos tra il 26 settembre e il 1° ottobre 2022 quando i due asteroidi saranno a 11 milioni di chilometri dalla Terra. Sganciandosi dieci giorni prima dell’impatto, Liciacube effettuerà uno dei flyby più veloci dello spazio, avvicinandosi nel suo punto di massima prossimità a soli 55 chilometri da Dimorphos. Da questa distanza, grazie alla sua camera Leia, acquisirà immagini ad alta risoluzione del cratere e dei detriti generati dalla collisione; prime informazioni che permetteranno a future missioni di verificare l’eventuale successo di Dart, dunque confermando e ottimizzando la nostra capacità di variare l’orbita di un asteroide tramite impatto. Questo sarà lo scopo della missione Hera di Esa, la prima missione del nostro continente per la difesa planetaria a cui Asi e l’industria italiana forniscono un supporto fondamentale. Il lancio di Hera è in programma per il 2024 per poi raggiungere Dimorphos due anni più tardi ed effettuare così un’indagine dettagliata a conferma di quanto fatto da Dart e documentato da LiciaCube. Con il nanosatellite di Asi ora in viaggio verso lo spazio profondo si apre così l’impegno in prima fila dell’Italia per la difesa planetaria.

 

 

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