Il satellite cinese Shijian-21, lanciato nell'ottobre 2021 con lo scopo di rimuovere detriti spaziali, ha concluso da pochi giorni il suo primo smaltimento. L’impresa è stata realizzata a 36.000 km di quota, in orbita geostazionaria, dove si trovava il suo obiettivo, Beidou-2 G2, satellite cinese non più operativo. Dal monitoraggio COMPOSC, società che opera per la Space Situational Awareness, emerge che alla fine di dicembre Shijian-21 si è prima avvicinato al satellite defunto per poi attraccarlo. Successivamente, il 22 gennaio, avviando una notevole combustione, ha portato il carico da smaltire a 3.000 chilometri sopra l’orbita geostazionaria, 10 volte più lontano della consueta orbita "cimitero". La drastica alterazione dell’orbita di un satellite geostazionario da parte della Cina, capacità precedentemente esibita solo dagli Stati Uniti, desta ora molta preoccupazione. Il motivo è la mancanza di trasparenza sulla missione di Shijian-21 e il sospetto che dietro alle sue sembianze di spazzino si celi una natura di spia o arma spaziale, con lo scopo di interferire con i satelliti nemici tutt’altro che inattivi. Nessun dettaglio sugli obiettivi previsti è stato, infatti, rilasciato dal suo sviluppatore: la China Aerospace Science and Technology Corporation. Se ciò non bastasse, la US Space Force ha rilevato, a inizio novembre, l’affiancamento in orbita a Shijian-21 di Space tanker, un satellite cinese per il rifornimento in orbita di combustibile dotato, tuttavia, di braccia robotiche per attaccarsi potenzialmente a un altro veicolo spaziale. I misteriosi compagni d’orbita sono così diventati osservati speciali. Ma le attività satellitari sospette sono sempre più diverse e bipartisan. Nei primi giorni del 2022 il satellite americano USA 270 si è avvicinato a Shiyan-12, una coppia di nuovi satelliti cinesi, fino a 73 km di massima prossimità, non abbastanza per una potenziale collisione, ma sufficiente per raccogliere importanti informazioni. Rilevando l’approccio, i satelliti cinesi hanno pianificato ed eseguito in sincronia una traiettoria sinusoidale di allontanamento dal satellite americano. Tutti segnali che, oltre a dimostrare le capacità cinesi di manovra e di tattica in orbita, indicano un contesto di crescente tensione tra le principali potenze spaziali.