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A partire dal 2018 verranno lanciati i satelliti spia americani di nuova generazione che andranno a sostituire l’attuale serie chiamata KH-11.

La serie di satelliti KH-11 (Key Hole 11), sviluppati e gestiti dal National Reconaissance Office (NRO) americano, ha il compito di fornire immagini satellitari ad altissima risoluzione per scopi di sicurezza nazionale. Essendo un programma coperto da segreto, pochissimo è trapelato riguardo a questi satelliti, se non che sono dotati di un telescopio con diametro principale di almeno 2,4 metri (come quello del Telescopio Spaziale Hubble) che in linea teorica, cioè senza la presenza disturbatrice dell’atmosfera, sono in grado di assicurare immagini della superficie terrestre con risoluzione massima di 10-15 cm. Anche per quanto riguarda le dimensioni non ci sono informazioni, sebbene si stimi che i satelliti abbiano una lunghezza di circa 20 metri per 3 metri di diametro. A seconda delle varie versioni prodotte, la massa dovrebbe essere compresa fra le 13 e le 19,5 tonnellate. Dei 16 satelliti lanciati, il primo dei quali nel dicembre 1976, uno è andato perduto a causa di un problema al lancio (nell’agosto 1985), dieci sono rientrati in atmosfera dopo aver completato le loro missioni durate fra i 3 e i 13 anni e cinque sono tuttora in orbita, il più anziano dei quali (denominato USA-129 o NROL-2) dal lontano 1996. Qualcosa è trapelato anche per la voce costi, con cifre stimate attorno ai 2,5 miliardi di dollari a satellite compreso il lancio.




Rappresentazione ipotizzata di un satellite KH-11.



Per poter coprire di osservazioni l’intero globo terrestre, i satelliti sono posizionati su orbite polari con inclinazione di 98°, mentre per poter consumare meno propellente e quindi rimanere nello spazio il più possibile le loro orbite sono ellittiche con perigei fra 260 e 309 km ed apogei fra 894 e 1.007 km.

I sedici satelliti sono stati realizzati dalla Lockheed (ora Lockheed Martin) a Sunnyvale in California e lanciati dalla base aerea di Vandenberg. Tutti i lanci tranne gli ultimi due sono avvenuti tramite razzi Titan, nelle versioni IIID, 34D e IV. Il programma KH-11 doveva concludersi con questi 14 satelliti e lasciare il posto al successivo FAI (Future Imagery Architecture) che avrebbe visto satelliti di prestazioni maggiori ma al contempo di dimensioni e massa più contenute, permettendone il lancio con vettori meno potenti e costosi. Nel 1999 il National Reconaissance Office firmò un contratto con Boeing per la costruzione di questi satelliti per immagini ottiche (assieme ad altri dotati di radar) ma il loro sviluppo è stato costellato da ritardi, problemi tecnici e aumento dei costi tanto che nel 2005 NRO ha risolto il contratto con Boeing (mantenendolo solo per la parte radar) ed ha ordinato a Lockheed Martin altri due KH-11 per poter colmare il gap venutosi a creare con l’impossibilità di far entrare in servizio nei tempi pianificati (il primo lancio era previsto nel 2004) la futura generazione di satelliti.

Gli ultimi due KH-11 costruiti, denominati USA-224 (NROL-49) e USA-245 (NROL-65), sono stati lanciati rispettivamente nel gennaio 2011 e nell’agosto 2013 utilizzando il razzo Delta IV-Heavy. Questi due satelliti sono stati posizionati dove prima c’erano gli ultimi due KH-11 lanciati con i Titan, denominati USA-161 (NROL-14) e USA-186 (NROL-20) e portati in orbita rispettivamente nel 2001 e nel 2005. Questi ultimi sono stati a loro volta riposizionati su orbite molto meno ellittiche, con perigei ed apogei compresi fra 265 e 440 km, che consentono una risoluzione media migliore lungo ogni orbita a discapito però di un maggior consumo di carburante per mantenere la quota desiderata.




Il lancio dell’ultimo satellite della serie KH-11 (USA-245 o NROL-65) avvenuto il 28 agosto 2013 dalla rampa SLC-6 di Vandenberg.



La scelta di piazzare i satelliti KH-11 su orbite ellittiche deriva proprio dalla volontà di allungarne la vita operativa. I primi satelliti avevano apogei attorno ai 500 km ma le loro missioni duravano circa 3 anni, mentre da quando gli apogei sono stati portati a 1.000 km la durata media ha superato gli 8 anni non contando i satelliti attualmente in orbita dei quali due hanno già più di 13 anni di servizio alle spalle. La quasi circolarizzazione dell’orbita di USA-161 e USA-186 potrebbe però indicare un nuovo cambio di rotta in previsione della prossima generazione di satelliti che sostituirà il fallimentare (per la parte ottica) programma FAI. Per la loro costruzione, iniziata nel 2012, è stata ancora una volta messa sotto contratto la Lockheed Martin che appronterà il primo modello (NROL-71) in tempo per il lancio previsto nel 2018. I lanci di questi nuovi satelliti avverranno sempre dalla base californiana di Vandenberg e con il Delta IV-Heavy che fornisce prestazioni migliori rispetto ai vecchi Titan e quindi consentirà di imbarcare una quantità maggiore di propellente a bordo dei satelliti. Questa maggiore riserva di carburante potrà permettere una vita operativa sufficientemente lunga anche posizionando i satelliti sulle attuali orbite di USA-161 e USA-186 che quindi potrebbero diventare il nuovo standard per questi satelliti di NRO.

Fonte: https://www.astronautinews.it
 


 

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