Giovedì 21 febbraio 2008. Non appena lo Shuttle è atterrato è stato dato il conto alla rovescia. Erano le 4.30 in Italia quando un razzo è partito da un incrociatore americano e ha scagliato nello spazio extra-atmosferico un minuscolo oggetto che poi si è rapidamente avvicinato ad un oggetto ben più grande, in orbita bassa. L'impatto è avvenuto in un istante e il grande oggetto cilindrico si è disintegrato in una miriade di schegge infuocate. Il budget è di 60 milioni di dollari.
Un incrociatore classe Ticonderoga.
Ma non è il copione di un nuovo grande film d'azione americano. Si è trattato di un abbattimento reale, a scapito di un vecchio satellite spia americano, oramai fuori orbita e in procinto di cadere sulla Terra, in una località difficilmente prevedibile su cui i rottami di questo grande oggetto spaziale, delle dimensioni di un autocarro, avrebbe potuto causare danni. Il satellite USA193 venne lanciato nel dicembre 2006, ed era di proprietà della National Reconnissance Office, pesava 2300 kg più 500 kg di idrazina, una sostanza estremamente tossica e infiammabile, nondimeno prodotta in sedicimila tonnellate annue essendo estremamente importante per l'industria aerospaziale USA (basti dire che aziona il generatore d'emergenza degli F-16, oltre che essere fondamentale per il vettoramento dei razzi). Ma quasi da subito ha dimostrato problemi ed è finito definitivamente fuori controllo dopo alcuni mesi. La sua missione era 'classified': non vi sono quindi dettagli di cosa facesse nello spazio. Ma proprio il fatto di avere subito presto un'avaria lo ha lasciato ancora pieno di idrazina nel suo serbatoio. In una finestra di lancio di pochi secondi è stata utilizzata un'altra delle armi pensate per la guerra spaziale da parte americana. Il missile è stato sparato dall'incrociatore USS Lake Eire, ovvero uno dei Ticonderoga, le prime navi AEGIS dell'US Navy. L'impatto è avvenuto sopra l'Oceano Pacifico, con una velocità da parte del satellite di 27.200 kmh.
Un missile SM-3 parte dai lanciatori verticali Mk 41VLS.
Il missile SM-3 è l'estrema evoluzione del RIM-2 Terrier, un'arma che originariamente apparve negli anni '50: originariamente era un ordigno rozzo, da 18.5 km di gittata, con guida radar su fascio, ma ebbe uno sviluppo costante ed efficace attraverso numerose versioni che incrementarono la gittata a 74 km, poi venne rimpiazzato dall'SM-1ER e infine dall'SM-2ER. Nel frattempo il Terrier, senza booster d'accelerazione, diede origine al Tartar da 13 km di gittata per l'impiego dalle navi più piccole come cacciatorpediniere e fregate. Venne migliorato con raggio portato a 32 km, poi rimpiazzato dall'SM-1MR e dall'SM-2MR, entrambi in buona sostanza la versione senza booster degli Standar ER, dove ER sta per 'Extended Range' anziché Medium Range. Curiosamente, il missile Tartar venne posto in servizio, malgrado la maggiore semplicità, solo nel '62, anni dopo il Terrier. Con gli incrociatori AEGIS molte di queste differenze sono progressivamente venute meno: inizialmente avevano solo gli SM-2MR, praticamente costruiti per questo tipo di navi. Questi missili non avevano la stessa gittata degli SM-2ER che erano riservati, ironicamente, agli incrociatori più vecchi. Ma non è durato molto: negli anni '90 un motore a razzo del primo stadio di nuova generazione ha infatti reso possibile stivare nei lanciatori verticali Mk 41VLS (che sostituirono le rampe di lancio meccaniche) i più recenti missili SM-2, che ora sono chiamati solo come SM-2 Block II/III/IIIA/IIIB a seconda delle sotto versioni. Infine, lo sviluppo più estremo: l'SM-2 Block IV antimissile balistico. Ma un'altra arma è stata realizzata, di nuova generazione: l'SM-3 che ha capacità antimissile basate su tecnologie ancora più avanzate.
La testata del RIM-161 SM-3. Il sensore è un telescopio IR.
La sua testata, tra l'altro non è più di tipo esplosivo (e dire che uno dei modelli di Terrier era addirittura dotato di una testata nucleare) ma con un mini veicolo ad impatto, con un sensore all'infrarosso e precisione sufficiente per riuscire, nonostante le incredibili velocità relative (in pratica è possibile lanciare solo contro bersagli in avvicinamento, la velocità degli oggetti spaziali li rende praticamente irraggiungibili da missili SAM da altre direzioni), ad ottenere un impatto diretto. L'unico dubbio sulla riuscita del test è se il serbatoio da 450 kg di idrazina, altamente tossica, sia stato distrutto nell'impatto. I frammenti del missile cadranno sulla Terra in 24-48 ore, ridotti in dimensioni paragonabili ad una palla da rugby. Non è la prima volta prima che un satellite viene abbattuto: qualche mese fa i cinesi ottennero lo stesso risultato con un missile lanciato da terra. Altri satelliti vennero abbattuti da americani e forse anche da sovietici (che svilupparono diverse armi antisatellite). Nel 1989 un missile ASAT lanciato in cabrata da un F-15 distrusse un satellite in orbita bassa: in quel caso si trattava di un missile speciale, basato sul motore di un missile balistico AGM-69 SRAM, che portava pure in quel caso una testata manovrante con sensore IR e impatto diretto. Ma nemmeno questo è stato il primo esperimento del genere: nel '62 un Nike Zeus, missile SAM da 18 t pensato per abbattere le testate ICBM, distrusse un satellite americano in orbita bassa. All'epoca, però, si impiegavano testate H per ottenere questo risultato e ciò comportava la distruzione di satelliti a centinaia di km per via delle EMP prodotte.
Lo ZEUS, primo missile anti-ICBM, testato anche come antisatellite.
L'impatto contro il satellite è stato spettacolare, immortalato nelle telecamere dell'esperimento e trasmesso dalle televisioni di tutto il mondo. La missione è stata compiuta con successo. Ma quale missione? Russia e Cina hanno puntualizzato che questo, più che un atto di difesa del Pianeta da una minaccia cosmica, sia piuttosto un test in cui si siano affinate le armi antisatellite. Bush ha ripreso i programmi di "guerre stellari" con l'intento dichiarato di controllare lo spazio e negarne l'uso da parte di potenziali nemici. Questi test contro satelliti "pericolosi" sono sempre stati accuratamente sfruttati per questi fini, e proprio recentemente l'Iran ha iniziato programmi spaziali che dovrebbero includere anche satelliti artificiali. Il commento dell'ex-segretario del consiglio di sicurezza russo Andrej Kakishin ha commentato: «Una nuova fase della militarizzazione dello spazio». Il Quotidiano del Popolo di Pechino ha invece accusato in un suo editoriale gli americani di essere ipocriti: compiendo test come questo mentre al contempo criticano altri che abbiano la pretesa di fare altrettanto. L'anno scorso un test missilistico cinese destò infatti una notevole polemica, in quanto un missile lanciato da terra distrusse un vecchio satellite, e subito la stampa americana ne stigmatizzò il fine 'provocatorio'.
Fonte: http://it.wikinews.org