Tutti i naviganti sanno che per tracciare una rotta è necessaria un carta nautica.
E per i viaggi interstellari?
Ebbene, grazie ai dati raccolti dalle sonde Voyager e dal telescopio spaziale Hubble, un gruppo di ricercatori sta approntando quelle che possono considerarsi le prime ‘carte nautiche spaziali’.
Le sonde Voyager, lanciate nel 1977, hanno navigato attraverso il nostro sistema solare. La Voyager 1 si trova attualmente in territorio inesplorato, nello spazio interstellare, ad oltre 20 miliardi di chilometri dal sole, diventando l’oggetto costruito dall’uomo più lontano dalla Terra.
La Voyager 2, invece, si trova ancora nei confini del sistema solare, a circa 17 miliardi di chilometri.
Nel corso degli anni, le due sonde hanno raccolto dati importantissimi per la comprensione del sistema solare che, grazie allo studio dei ricercatori della Wesleyan University del Connecticut, verranno trattati come quelli raccolti dalle ‘Google Car’, così da offrire una ‘Street View’ per i futuri viaggi interstellari.
A questi dati si aggiungono le osservazioni di Hubble, le quali offrono una visuale più ampia, fornendo il contesto in cui si muovono le sonde.
Un’analisi preliminare dei dati di Hubble ha infatti permesso di ricostruire il mezzo interstellare che si trova davanti alle due Voyager, accendendo dei ‘fari’ sul loro cammino: si è così scoperto un ambiente molto complesso che contiene diverse nubi composte da idrogeno legato ad altri elementi chimici.
«Questa è una grande opportunità per confrontare i dati delle misurazioni dello spazio interstellare dalle sonde Voyager e le misure telescopiche di Hubble», spiega il coordinatore dello studio, Seth Redfield.
Queste informazioni saranno preziose per i futuri viaggi interstellari, come quello della missione ‘Breakthrough Starshot’ che vuole lanciare una flotta di vele solari verso Alpha Centauri, come proposto dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e sostenuto dall’astrofisico Stephen Hawking.
Le sonde Voyager.
Le sonde fanno parte del programma spaziale della Nasa per l’esplorazione del sistema solare esterno.
Nella fase iniziale del programma entrambe le sonde hanno osservato i pianeti Giove e Saturno. La sonda Voyager 2 è stata in grado di osservare anche i pianeti Urano e Nettuno sfruttando un allineamento planetario vantaggioso che si verificò alla fine degli anni settanta.
Dopo aver oltrepassato Saturno, la Voyager 1 si è progressivamente allontanata dal Sole, dirigendosi verso i confini del Sistema solare.
I dati del dicembre 2012 inviati dalla sonda mostrano nuove e sensazionali scoperte dei confini del sistema solare. La sonda è entrata in una “autostrada magnetica” che collega il sistema solare allo spazio interstellare. Questa “autostrada” sembrerebbe essere un mezzo di collegamento fra il campo magnetico del sole ed il campo magnetico interstellare.
Il 12 settembre 2013 la NASA ha confermato che il 25 agosto del 2012 la Voyager 1, a una distanza di circa 121 UA dal Sole, è entrata ufficialmente nello spazio interstellare. La Voyager 1 è alimentata da una batteria RTG che le permetterà di funzionare, seppure in modo limitato, fino al 2025 quando avrà raggiunto oltre 25 miliardi di chilometri di distanza dalla Terra.
Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it