Ormai sono sempre più numerosi i consumatori che vogliono comprare soltanto prodotti italiani, perché li considerano più affidabili e di maggiore qualità. Prima dell'acquisto vanno a guardare il codice a barre, pensando che identifìchi il Paese di provenienza e, se le prime due cifre sono "8" e "O", pensano che il prodotto sia stato fabbricato in Italia.
Il codice a barre è una specie di "carta d'identità computerizzata" delle confezioni, composta da barre chiaro-scure di diversa lunghezza e spessore e da numeri, che vengono "letti" immediatamente dal registratore di cassa e permettono di fornire anche uno scontrino dettagliato al consumatore. Le prime due cifre (a volte le prime tre), però, non indicano il Paese di provenienza, ma quello in cui ha sede legale il proprietario del marchio. È vero che nella maggioranza dei casi la sede legale coincide con quella del Paese nel quale risiede il fabbricante e dove il prodotto è stato fabbricato, ma non sempre è così, per diversi motivi:
1) il prodotto alimentare è stato fabbricato all'estero, importato in Italia e venduto con un marchio italiano; in questo caso le prime cifre del codice a barre sono "8" e "O", ma evidentemente non si tratta di un prodotto italiano;
2) il prodotto è stato fabbricato in Italia, ma il fabbricante ha sede legale altrove (è il caso, per esempio, di diverse multinazionali), per cui le prime due cifre sono quelle di un altro Paese;
3) il prodotto è stato fabbricato in Italia, con materia prima o semilavorati provenienti dall'estero, per cui le prime due cifre sono "8" e "O", ma il consumatore non può conoscere la provenienza della materia prima, perché non c'è nessun obbligo di indicarla sull'etichetta.
Per avere una ragionevole garanzia che il prodotto alimentare sia italiano occorre guardare anche se sull'etichetta c'è scritto: "fabbricato nello stabilimento di..." (con l'indirizzo di una località italiana), oppure: "distribuito da...", poichè in quest'ultimo caso si tratta probabilmente di un prodotto importato.
In ogni attivita' di qualsiasi settore essa sia il vecchio sistema del foglio di carta passato di mano in mano è da considerare terminato ed il sistema più affidabile nel catturare l'informazione e trasferirla al sistema informativo è il Codice a Barre.
Il Codice a Barre può essere definito come una simbologia o un alfabeto per la codifica di informazioni in un formato tale da poter essere acquisito automaticamente dai prodotti per il Codice a Barre ed essere trasferito al sistema informativo; potremmo definirlo come un sensore del computer.
Il computer è stato protagonista dello sviluppo tecnologico degli ultimi decenni, durante i quali si è venuto ad affermare in ogni ramo di attività grazie alla sua capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempi brevissimi, di raccogliere ed archiviare l'informazione in spazi ridotti, di controllare processi industriali, ecc.; tuttavia presenta un lato debole che da sempre ne ha limitato l'efficienza: l'interfaccia con il mondo esterno, e particolarmente l'acquisizione delle informazioni.
Il Codice a Barre viene usato in molti settori perchè ha dimostrato di essere una tecnologia adattabile e di successo.
Le prime due cifre si riferiscono al Paese: per esempio i numeri 80-83 stanno per Italia, 90-91 per Austria e così via. Questi numeri non dicono però quale sia l'origine del prodotto o la provenienza delle materie prime; le successive 5 cifre rappresentano l'indirizzo del produttore oppure del fornitore; e le 5 cifre ulteriori si riferiscono all'articolo stesso. Per esempio possono significare: cioccolatini assortiti, 100 g, confezione regalo ecc …; l'ultimo numero serve solamente come verifica, in modo che il computer possa accorgersi di un'eventuale "svista".
NEL CODICE A BARRE LE PRIME CIFRE IDENTIFICANO IL PAESE IN CUI HA SEDE L'AZIENDA PRODUTTRICE (ecco alcuni esempi):
0-09 Usa e Canada
30 Francia
40 Germania
460 Russia
49 Giappone
50 Irlanda
520 Grecia
560 Portogallo
57 Danimarca
600 Sudafrica
64 Finlandia
73 Svezia
76 Svizzera
789 Brasile
80 Italia
84 Spagna
87 Olanda
90 Austria
93 Australia
Fonte: http://www.logifranchi.it