"Operazione giorno del giudizio" e' il nome del piu' ambizioso progetto segreto mai intrapreso dal Pentagono. Il suo obbiettivo: salvare il presidente degli Stati Uniti nel caso di una guerra nucleare e metterlo in condizione di vincerla. Ora per ora, il Pentagono ha svolto l'operazione per quasi mezzo secolo, fino a portarla, sotto Reagan e Bush, ai limiti della fantascienza.
Ha edificato un alveare di bunker sotterranei antiatomici, due dei quali delle dimensioni di una citta'; ha creato un sistema clandestino di tele radiocomunicazioni a terra e in orbita; ha costruito automezzi blindati di piombo, resistenti dunque alle radiazioni, facendone delle centrali elettroniche in continuo movimento. Ha speso decine di miliardi di dollari, cioe' decine di migliaia di miliardi di lire, assai piu' che per qualsiasi altra impresa umana, inclusa la conquista della Luna. Ma tra pochi mesi, per l'esattezza il prossimo 1 ottobre, il Pentagono abbandonera' l' "operazione giorno del giudizio" su ordine di Clinton. Il motivo: nel dopo guerra fredda, essa non serve piu' . E una svolta storica, la fine del terrore nucleare, dell'incubo dell'Olocausto dell'umanita' . La sepoltura simbolica, se si vuole, del dottor Stranamore, lo scienziato pazzo del film omonimo, col dito sul grilletto atomico. Il tramonto di una cultura militarista e poliziesca che dal progetto Manhatthan per la fabbricazione della bomba ha tenuto il mondo in ostaggio fino ad oggi. L' "operazione giorno del giudizio" prevedeva che gli Stati Uniti resistessero a un attacco nucleare sovietico per almeno sei mesi, e ne emergessero vittoriosi "grazie alla ferrea preservazione della catena di comando e al controllo delle loro armi atomiche". E la popolazione? Il Pentagono non ne quantifico' e non ne quantifichera' mai la probabile strage, quasi totale secondo un altro celebre film, "Il giorno dopo". L' esistenza di una "operazione giorno del giudizio" era nota alla maggioranza degli americani. Non lo era invece la direttiva 55 del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca firmata da Reagan nel gennaio ' 83, e preparata tra gli altri dal colonnello dei marines Oliver North, il protagonista dello scandalo Irangate, il cervello della intercettazione dell'aereo di Abu Abbas a Sigonella dopo il dirottamento dell'Achille Lauro nell' 85. Reagan era ossessionato dallo spettro della guerra nucleare al punto da voler erigere uno scudo spaziale contro i missili sovietici. Affidata all' allora vicepresidente Bush, l' "operazione giorno del giudizio" amalgamo', in base alla direttiva 55, oltre 20 cosiddetti "programmi neri" o segreti, destinati a mantenere in funzione le strutture civili e militari essenziali "in un conflitto atomico limitato e prolungato". Lo scenario della terza guerra mondiale, un termine che mette i brividi, era fantascientifico. Al lancio del primo missile sovietico, il presidente e il suo gabinetto, gli alti comandi militari, gli uomini preposti ai collegamenti all' arsenale atomico sarebbero stati messi in salvo da un contingente di 200 agenti con elicotteri, aerei e treni sotterranei. Dal Pentagono sarebbero usciti numerosi convogli, ciascuno formato da sedici automezzi blindati di piombo, e al comando di un colonnello, che si sarebbero spostati di continuo per tutta l'America. Per almeno sei mesi i bunker anti atomici, situati a enormi profondita' sotto le montagne e dotati di tutti i comfort, si sarebbero tenuti in contatto coi convogli e tra di loro, e il presidente avrebbe diretto le ostilita'. I sistemi di comunicazione, inclusi quelli telefonici coi computer, sarebbero stati protetti da materiali anti radioattivi impenetrabili. Dei vari bunker se ne conoscono appena tre, quello del Montecorvo a una decina di chilometri da Camp David nel Mariland, dove il presidente trascorre i week end, quello del Monte Tempo, in Virginia, una novantina di chilometri a nord ovest di Washington, e quello del Monte Cheyenne nel Colorado, la sede del comando nucleare americano. Degli altri bunker si sa solo che sono disseminati nel Paese, lontani dalle basi militari e dalle rampe missilistiche atomiche. Il sottosegretario alla Difesa Barry Norton, l' attuale responsabile dell' "operazione giorno del giudizio", ha rifiutato di parlarne al New York Times: il segreto, ha detto, verra' conservato anche dopo che esso sara' messo in naftalina. Ma altri funzionari hanno confermato che i bunker verranno chiusi presto. La realizzazione del progetto in caso di guerra nucleare, ha commentato il New York Times, non era d' altronde certa. Un esempio: l'anno scorso il Pentagono si e' reso conto che uno degli anelli principali della catena delle comunicazioni, il satellite orbitale Milstar, non avrebbe retto alle radiazioni.
Caretto Ennio
Pagina 11 - 19 aprile 1994 - Corriere della Sera
Fonte: http://archiviostorico.corriere.it