La politica di Difesa del Giappone ha subito un profondo cambiamento negli ultimi anni. Il 1991, con l’intervento della coalizione a guida americana contro l’invasione irakena del Kuwait, costituisce sicuramente un anno spartiacque, in quanto le Forze Armate di Tokyo (denominate Forze di Autodifesa) - il Giappone ha una grande dipendenza dalle importazioni di greggio provenienti dal Golfo Persico - furono impossibilitate a partecipare a causa di una Costituzione fortemente restrittiva circa l’impiego dello strumento militare (limitato all’autodifesa).
Ciò ha rappresentato una grave umiliazione per il popolo nipponico, spingendo la classe politica ad intraprendere riforme per modificare la Carta Costituzionale. Inoltre la potenza cinese cominciava ad essere sempre più aggressiva nei confronti dei paesi vicini, mentre la Corea del Nord spendeva ingenti risorse nella realizzazione di missili balistici.
La situazione attuale vede una forte e costante modernizzazione dell’apparato militare giapponese. L’Esercito Imperiale giapponese, un tempo non certo noto per avere in dotazione armamenti all’avanguardia, si compone di 150.000 uomini (con circa 50.000 riservisti).
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Giappone poté schierare solo carri leggeri, mostrando molte lacune nel settore dei corazzati. Negli anni ’60 dello scorso secolo riprese a produrre carri armati con il Tipo-61 armato con un pezzo da 90 mm. Successivamente, negli anni ’70, viene prodotto il più moderno Tipo-74 con un cannone moderno da 105/51 mm, derivato dal britannico L7 (la caratteristica principale di questo corazzato sono le sospensioni idropneumatico).
Nel 1990 entra in servizio il Tipo-90 (foto qui sopra) copia locale del Leopard 2 tedesco, prodotto dalla Mitsubishi è armato con un pezzo da 120/44. Il problema di questi carri è che risultavano troppo ingombranti e pesanti per le strade e i ponti giapponesi (con grosse difficoltà anche per imbarcarli sulle unità anfibie della Marina), tanto da obbligare l’Esercito a concentrarli nell’isola maggiore dell’Arcipelago.
Viste queste difficoltà, lo Stato Maggiore nipponico decise di progettare un carro armato tagliato per le proprie esigenze, con peso e dimensioni inferiori rispetto al Tipo-90, pur mantenendo il medesimo armamento.
I progettisti della Mitsubishi hanno ridotto il numero dei membri dell’equipaggio da 4 a 3 (attraverso l’adozione di un sistema di caricamento automatico del cannone), in modo da limitare le dimensioni della camera da combattimento, quindi la superficie da proteggere.
Il peso del carro è di 40 tonnellate (che raggiunge le 48 tonnellate nella configurazione più protetta), tuttavia, grazie all’adozione di materiali compositi, uniti all’impiego di protezioni spaziate, il Tipo-10 vanta un elevato grado di protezione nei confronti delle attuali minacce controcarro.
Il propulsore eroga una potenza di 1.300 Hp, con un rapporto peso/potenza di 27 Hp, consentendo al mezzo una velocità massima di 70 km/h e un’ottima ripresa.
L’armamento principale è costituito dal cannone ad anima liscia da 120/44 mm, sono state comunque previste anche versioni con un nuovo pezzo da 120/55 mm.
Entrato in servizio nel 2010, il Tipo-10 è un corazzato piccolo e sfuggente, non facile da colpire con un sistema missilistico controcarro, inoltre le sospensioni attive ne esaltano le doti di mobilità su tutti i tipi di terreni, facilitandone notevolmente il trasporto nelle operazioni anfibie.
Fonte: http://www.difesaonline.it