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I mezzi di comunicazione russi hanno di nuovo annunciato una ripresa dei lavori nell'elaborazione in Russia di un laser a scopo bellico a base aerea. Si tratterebbe della continuazione della progettazione del sistema A-60, iniziata ancora in tempi sovietici.

 

 

Suscita interesse il fatto che la Russia abbia ripreso il tema del laser proprio quando gli Stati Uniti hanno abbandonato il loro programma ABL (Airborne Laser).

Gli Stati Uniti hanno iniziato le prime ricerche in questo campo già negli anni '70, quando fu costruito il velivolo NKC-135ALL, una rivisitazione dell'aerocisterna KC-135. A bordo di questo velivolo fu impiantato un laser ad anidride solforosa (СО2-laser), di 10 tonnellate di peso e 0,4-0,5 MW di potenza, prodotto dalla United Technologies. Negli anni 70 e 80 l'aeromobile ha passato una serie di test durante i quali fu dimostrata la possibilità teorica di creare un tale sistema. Tuttavia il raggio d'azione del laser era di qualche chilometro di lunghezza in tutto, il che escluse qualsiasi prospettiva di utilizzo del sistema a scopi bellici.

Nel 1985, durante i test di collaudo a terra, riuscirono con l'aiuto di un raggio laser a scaldare fino a far esplodere il serbatorio del «Titan I», un missile sistemato ad un chilometro di ditanza e che doveva simulare un missile balistico intercontinentale sovietico. Questi test, come quelli del NKC-135ALL, eseguiti nell'ambito del programma SDI (Strategic Defense Initiative) non poterono tuttavia garantire la creazione di un vero sistema di difesa antimissilistica sulla base di «aerocisterne». Il grosso dei problemi tecnici rimaneva comunque irrisolto.

Gli Stati Uniti hanno ripreso i lavori di progettazione di un laser a base aerea nella seconda metà degli anni '90, quando era particolarmente attuale la creazione di un sistema di difesa antimissilistica nazionale. Inizialmente venne pianificata la costruzione di due prototipi del velivolo e di cinque esemplari di serie entro il 2012. Poi il costo del programma iniziò a crescere in modo esponenziale e vennero approvati seri tagli: dei due prototipi che dovevano essere sviluppati entro il 2012, ne rimase solo uno nel 2009, il primo prototipo YAL-1, i cui lavori iniziarono già nel 2000.

A bordo del YAL-1 furono installati tre laser: il TILL (Track Illuminator Laser), per la localizzazione e l'accompagnamento luminoso dell'obiettivo, per la correzione dei parametri del sistema ottico del laser creato per la distruzione dell'oggetto. Il secondo, BILL (Beacon Illuminator), per la compensazione delle distorsioni atmosferiche. Il terzo era HEL, il laser da attacco a sei moduli.

I risultati dei test di collaudo di questo sistema estremamente caro e complesso non entusiasmarono i vertici della difesa statunitense, e il progetto venne abbandonato in seguito ai tagli alle spese militari. L'unico supporto del laser a scopo bellico è stato spedito all' «ospizio degli aerei», il deposito AMARG (309th Aerospace Maintenance and Regeneration Group).

Nel frattempo in Russia sono ricominciati i lavori all'А-60. E allora ci si chiede: quali possono essere stati i motivi scatenanti di questo ritorno? Non è escluso che la risposta vada cercata nella differenza di scopi fra Russia e Stati Uniti. La macchina americana era stata creata come parte integrante del sistema globale di difesa antimissilistica, il che all'inizio ha reso il programma una chimera dalle aspettative troppo elevate. Il programma russo invece è più specifico nello scopo: il laser è destinato alla distruzione di apparati spaziali, compito senza dubbio più semplice. Non si esclude un utilizzo «antimissilistico» dell'apparato, tuttavia lo scopo principale è proprio l'intercettazione di missili a medio raggio che finiscono nelle «mani sbagliate».

I «Trident» e i «Minuteman» delle forze armate statunitensi non sono bersagli del laser russo, anzi: la dottrina russa, oggi come ieri, si basa sull’idea che la migliore garanzia affinchè i missili statunitensi non vengano lanciati è proprio il timore di una controffensiva, con consequenze letali per il genere umano.

/S

Fonte: http://italian.ruvr.ru

 


 

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