Già da anni Nuova Delhi lavora per realizzare il sistema nazionale di difesa antimissile. Lo conferma anche il recente lancio riuscito del missile intercettatore ААD di produzione indiana dal poligono, situato sull’isola Wheeler. Lo stesso ha colpito il missile-bersaglio all’altezza di 15 km sopra il Golfo del Bengala.
Il bersaglio di addestramento, un missile modificato terra-terra Pritkhvi, è stato lanciato dal poligono missilistico nello stato dell’Orissa. Durante le prove gli specialisti del Centro per le ricerche e gli studi sulla difesa dell’India (DRDO) hanno per la prima volta testato la configurazione del volo del missile intercettatore per la distruzione di un bersaglio di addestramento. Inoltre, gli specialisti del centro hanno verificato le capacità del missile intercettatore su uno speciale simulatore elettronico, dove sono stati modellati il volo di un missile lanciato da una distanza di 1500 km e la sua distruzione all’altezza di 120 km.
Ma riuscirà l’India a creare e schierare entro il 2015, come si programma, il proprio sistema antimissile? È un compito estremamente difficile, ritiene Petr Topyčkanov, esperto del Carnegie Centre a Mosca:
“Tale tentativo richiederebbe immensi investimenti di capitale. L’India non dispone invece nemmeno di radar moderni, né del sistema spaziale di preavviso sull’attacco missilistico dallo spazio. Attualmente nello spazio si trovano soltanto due satelliti indiani, di cui solo uno a destinazione puramente militare. Con tali mezzi difficilmente si riuscirà ad avvistare il lancio di un missile, senza parlare di alcuni missili. Sarà efficace questo sistema di difesa contro un eventuale attacco da parte del Pakistan? L’India è preoccupata, infatti, proprio da questo problema. Il tempo di arrivo del missile lanciato dal Pakistan verso un bersaglio in India è pari ad alcuni minuti”.
Proprio su queste difficoltà basano i loro calcoli gli USA che offrono all’India il proprio scudo missilistico-nucleare ed esprimono la disponibilità ad aiutare l’India nella realizzazione del suo sistema di difesa antimissile. Ma l’India mostra molta cautela verso tale tipo di cooperazione e preferisce creare il sistema antimissile facendo assegamento alle proprie forze. Delhi non vuole agganciarsi ai piani geopolitici statunitensi in Asia. Uno dei compiti principali degli USA è il contenimento della Cina. Il consenso indiano alla cooperazione con gli USA nella creazione di una sistema di difesa antimissile significherebbe la distruzione della fragile fiducia esistente tra India e Cina. Un passo che Delhi vorrebbe indubbiamente evitare di compiere.
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Fonte: http://italian.ruvr.ru