Un uragano che si forma sulla superficie dell'oceano.
Un gruppo di ricercatori del SINTEF, un’organizzazione di ricerca indipendente con sede in Norvegia, propone un nuovo particolare metodo per prevenire la formazione degli uragani, fenomeni meteorologici che troppo spesso procurano danni non indifferenti alle strutture, e che soprattutto provocano troppi morti nelle zone abitate. Si pensi, per esempio, all’uragano Katrina che, nel 2005, ha provocato la morte di oltre 2.000 persone causando danni per centinaia e centinaia di miliardi di dollari.
Il problema degli uragani tropicali è ben conosciuto dai metereologi. Essi si formano quando si scontrano masse di aria calda con masse di aria fredda sopra gli oceani quando la temperatura della superficie di questi ultimi supera i 26,5°. È questa la soglia critica di temperatura superata la quale l’evaporazione risulta sufficiente per innescare lo sviluppo di un uragano. Diverse ricerche, in passato, hanno fatto proposte relative alla possibilità di prevenire la formazione stessa degli uragani facendo sì che la superficie del mare rimanesse al di sotto dei 26,5° centigradi, tuttavia i metodi proposti si sono sempre rivelati irrealizzabili (ad esempio è stato proposto di rilasciare ghiaccio secco dagli aerei in volo vicino agli uragani appena formatisi per aumentare le precipitazioni).
La nuova proposta, avanzata provvede ricercatori del SINTEF, vede l’utilizzo di bolle d’aria compresse innescate da un tubo calato nell’acqua. Una volta che si solleva il tubo, esso porta con sé l’acqua più fredda trasportandola nelle regioni più alte dell’oceano. Grim Eidnes, scienziato del SINTEF, ci crede davvero: “Le nostre indagini iniziali mostrano che i tubi devono essere posizionati tra 100 e 150 metri di profondità al fine di estrarre acqua sufficientemente fredda. Portando quest’acqua in superficie usando tende a bolle, la temperatura della superficie scenderà sotto i 26,5 ° C, tagliando così l’approvvigionamento energetico dell’uragano. Questo metodo ci permetterà semplicemente di prevenire gli uragani dal raggiungimento di intensità minacciose per la vita”. Quella delle tende a bolle non è una tecnologia nuova: in Norvegia si utilizza già da diversi anni per tenere i fiordi liberi dal ghiaccio durante l’inverno.
Fonte e link: https://notiziescientifiche.it