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Questo è il sito ufficiale dell'Associazione Nazionale Studi Ufo - A.N.S.U.

Pubblichiamo qui sotto un'ipotesi alternativa circa l'abbattimento del Cd-9 dell'Itavia nel 1980 nei pressi di Ustica. Il termine "ufo" qui sotto non implica un'astronave aliena, come alcuni potrebbero fraintendere, ma qualcosa di ben "terrestre" a cui e' assegnata una missione segreta.

 

Adesso abbiamo i tre soggetti, le rotte, i tempi e le quote di volo.



Il DC9 I-Tigi.
L’UFO: sulla presenza dell’UFO non possiamo avere dubbi. Oltre che dall’esame dei dati radar di Ciampino eseguita da soggetti diversi ne abbiamo traccia nella testimonianza del Mar. Carico, che dalla sua consolle di “identificatore” al radar di Marsala vede scendere due aerei in volo parallelo uno dei quali appare nettamente più veloce dell’altro , tanto da far dire al suo vicino “quello mo mette la freccia e sorpassa” (e infatti il DC9 vola a 466 Kts e l’UFO vola a 575 KTS). Carico sbaglia e identifica l’UFO come il volo Air Malta KM153 perché non sa che il vero Air Malta vola con 13,30 minuti di ritardo e che in quel momento si trova molto più a nord, circa 100 miglia. (Sia il DC9 che l’UFO si trovano però nella stessa posizione in cui si troverebbe l’Air Malta se non fosse in ritardo). (vedi dis. USTFIN-04)

 

Il triangolo rosso mostra la reale posizione del vero Air Malta nel momento del disastro.



Inoltre l’UFO viene avvistato dal radar di Licola, che fa esattamente lo stesso errore di identificazione (lo scambia per l'Air Malta) ed assegna all’UFO il codice AG266. Di questo c’è ampia traccia nelle registrazioni delle telefonate fatte fra Licola e il Comando Regionale di Martinafranca nelle ore successive al disastro. In una di queste telefonate si indica che AG266 vola a fl 370, 37.000 piedi.
Quindi l’UFO è, allo stato delle conoscenze, un volo non identificato, che vola fuori dell’aereovia civile Ambra 13, diretto a Sud, e che prosegue il suo volo dopo il disastro.

L’unico dubbio sarebbe quello della “quota” dell’UFO.
Se era un UFO, e quindi un “oggetto volante non identificato”, come facciamo a sapere la quota?
Dagli errori.
Infatti sia i radaristi di Licola che il Maresciallo Carico (“Identificatore” del radar di Marsala) fanno esattamente lo stesso errore: identificano l’UFO come l’Air Malta, non sapendo che il vero Air Malta arriverà fra 13,30 minuti.
E a Licola e a Marsala fanno questo errore perché hanno il piano di volo del vero Air Malta: sanno che deve comparire in una certa posizione ad una certa ora, ma sanno anche che deve comparire a una certa quota!
Se l’UFO fosse apparso ad una quota nettamente diversa da quella indicata nel piano di volo non avrebbero potuto identificarlo come l’Air Malta. Ed è impossibile che ambedue abbiano fatto esattamente lo stesso errore.
Per questo si è assunta la quota dell’UFO a 37.000 piedi.
E' vero che ne Poggio Ballone ne Marsala ci danno mai la quota dell'Air Malta (LG477), ma ce la da Ciampino: 37.000 piedi

Ma……. Purtroppo c’è sempre un “ma”, questa è proprio una storia infinita!
Se l’UFO viaggiava a 37.000 piedi avrebbe dovuto essere avvistato e “tracciato”, oltre che da Licola, anche da Marsala.
Abbiamo visto che Licola lo avvista e lo traccia, assegnandogli il track number AG266.
Marsala lo avvista, ma non lo “traccia”. Potrebbe essere la “Entry 51” mancante dai tabulati? Potrebbe essere che Marsala non lo “traccia” perché tutti si concentrano sul DC9 che precipita? Potrebbe essere che Marsala non lo traccia perchè la zona di volo dell'UFO (30 Km a Est del DC9) è "coperta" da una montagna?
Comunque Marsala lo "avvista", di questo siamo sicuri.

Comunque, tranquilli!
La ricostruzione che avete visto non cambia se l’UFO è più basso, anche “notevolmente” più basso del DC9.
Cadrebbe solo la considerazione che il DC9 si trovava ad una quota intermedia fra UFO e AJ450, mentre tutte le altre resterebbero attive. Soprattutto quella relativa alla diversa impronta radar dei due aerei.

AJ450: abbiamo visto in dettaglio tutta la vicenda di AJ450. Allo stato delle conoscenze rimane un aereo non identificato che nasce circa 35 Km a Est della costa meridionale della Sardegna, che arriva sul luogo del disastro, colpisce, e presumibilmente prosegue il suo volo verso destinazione ignota.
Evidentemente la missione di AJ450 è una missione studiata e programmata per tempo, una missione di intercettazione curata nei minimi particolari
Appare in tutta chiarezza che AJ450 ha tentato l’aggressione all’UFO con una perfetta manovra di intercettazione, in posizioni, tempi e velocità coerenti.
Il lancio del (dei) missile è avvenuto contro un bersaglio distante circa 5 miglia dopo che l’aggressore ha assunto nei suoi confronti una posizione ottimale, e ulteriore conferma che abbia lanciato un missile a guida radar SARH viene dall’evidenza che AJ450, dopo il lancio, continua la sua rotta invece di mettere in atto una manovra evasiva.
Solo le particolari circostanze che vedono il DC9 entrare ignaro sulla scena dell’aggressione fanno si che esso resti vittima dell’episodio.
Ma, indubbiamente, AJ450 stava compiendo una precisa e programmata missione ai danni dell’UFO, di cui conosceva in anticipo quanto serviva per intercettarlo.
Chi era AJ450? Chi era l’UFO?

Indubbiamente ci si trova di fronte a uno scenario complesso, ma una considerazione “sicura” la possiamo fare:
- Chiunque sia andato a quell’ora e in quel punto ad aggredire qualcuno sapeva benissimo che a quell’ora e in quel punto avrebbe trovato lo Air Malta KM153, proveniente da Londra e diretto a Malta.
- Che a quell’ora e in quel punto non era prevista la presenza del DC9 Itavia che viaggiava con due ore di ritardo.
Resta l'ipotesi che AJ450 non volesse attaccare l'Air Malta, ma proprio l'UFO, un aereo per noi misterioso ma di cui AJ450 conosceva l'esistenza, la rotta e quindi la posizione ad una certa ora.

Dell’UFO non possiamo sapere nulla, appare per due battute prima del disastro e poche battute dopo sul radar civile di Ciampino. Lo vede Licola, lo vede Marsala, ma non lo identificano (o meglio ambedue lo scambiano per l'Air Malta)
Sembra essere il “bersaglio”. Perché? Da dove è partito? Dove è transitato?
Ormai non lo sapremo più.

Per AJ450 invece a prima vista le cose sembrano più chiare, ma in realtà non è così.
Lo vede Marsala per ben 20 minuti, ma rimane vittima dell’inganno.
Rivediamo le ipotesi:

- Nasce dal mare: portaerei.
Quindi francese o americano, visto che sono gli unici paesi ad avere portaerei nel mediterraneo (a meno che si volesse ammettere che da una portaereomobili sovietica sia partito uno Yak 36 a decollo verticale. A 35 Km dalla Sardegna mi pare proprio impossibile).
In questo caso tutto è teoricamente compatibile in termini di guerra elettronica e AJ450, UFO e DC9.
Ma diventa un esercizio spirituale, perché sia i francesi che gli americani hanno, per i missili da “dogfigth”, solo quelli all’infrarosso. Sul DC9 avremmo dovuto trovare i danni del missile sul motore destro, e non ci stanno, stanno venti metri più avanti.

- Nasce in Sardegna: un aereo del 64th Squadron Aggressor dell’USAF.
In Sardegna, a Decimomannu, aveva (ed ha tuttora sede con la denominazione 527th Squadron Aggressor) un reparto speciale dell’USAF che addestra al combattimento gli Squadron di tutta la NATO in Europa.
Questo reparto ha sede a Nellis, la grande base nel Nevada, e vola e combatte secondo le tecniche e le procedure dell’aviazione sovietica. Usa gli aerei T38 Talon e F5 Freedom che per dimensioni e prestazioni sono simili ai modelli Mig 21 e Mig 23 del Patto di Varsavia, ma a Nellis i piloti del 64th si addestrano volando con gli YF110 e gli YF113, che sono la denominazione americana del Mig21 e Mig 23, che sono stati acquisiti in base a un preciso programma di acquisizione di velivoli militari del Patto di Varsavia.

 

Una bella immagine di un Mig21 con le insegne americane, in volo probabilmente sulla base di Nellis, in Arizona.



All'inizio e per molti anni il possesso di questi velivoli sovietici è rimasta "segretissima", tanto che erano confinati nella base di Tonopah, la famosa "Area 51", dove si dice ci siano nientemento che le mummie dei marziani.
Ma era il segreto di Pulcinella, tant'è che già nel 1990 io e Franco scrivemmo sul nostro libro che un certo numero di Mig 23 ceduti dall'Egitto nel 1974 era finita in USA.
I curriculum e di piloti del 64th hanno l’abilitazione a volare appunto sul Mig 21 e sul Mig 23. (YF110 e YF113)
E’ un’ipotesi, quella che il Mig 23 fosse americano, che si basa sul sillogismo socratico (il treno fischia, Socrate fischia, Socrate è un treno), ma tant’è. Va benissimo per quello dell’uccello suicida mandato dalla CIA, ma non può essere esclusa, visto che AJ453 "Zombie" o transita o decolla dalla Sardegna, proprio sulla base di Decimomannu dello "Squadron Aggressor" dell'USAF.

 

Ecco un Mig23 MF "americano" che si trova a Nellis, Arizona, la base del 64th Squadron Aggressor. La sala è in allestimento e l'aereo è riverniciato, ma dalla coccarda che si vede sul timone dovrebbe essere originariamente siriano o iracheno. Ma forse anche libico perchè questa coccarda era in uso negli anni '70. Si trova sul sito del museo di Nellis.



Ma, a complicare le cose, la presenza stessa di KA011 sembra smentire questa ipotesi: che fa, prima gli americani organizzano la “vile aggressione” ai danni dell'UFO utilizzando sofisticati marchingegni da guerra elettronica e un Mig 23, e poi tre ore dopo fanno KA011 per indicare il probabile colpevole?

Resta ancora una ipotesi, sempre legata al "possesso" di un Mig 23, gli israeliani, ce ne hanno uno pure loro!

 

Un Mig 23 con le coccarde israeliane. Questo esemplare fu portato in Israele, sembra, da un disertore siriano.



Ovviamente, in questo caso, dovremmo pensare a una azione congiunta fra israeliani e americani che parte dalla base di Decimomannu, perchè il Mig 23 non è rifornibile in volo e la benzina da qualche parte la deve pure mettere. Per cui, oltretutto, lo avrebbero dovuto portare in Sardegna via nave....
Ma pure questo mi sembra un esercizio spirituale: credo che ne gli americani ne gli israeliani avrebbero avuto motivi per andare ad abbattere l'Air Malta.
Forse avrebbero avuto interesse ad abbattere il carico francese di uranio che transitava per andare in Iraq.
Ma anche in questo caso non avrebbero avuto interesse a fare KA011 per scoprirsi gli altarini.

 

Una foto "storica". Un vecchio Mig 17 con le coccarde americane, anche questo probabilmente in forza al 64th e in volo sull'Arizona.



- Sorvola o forse decolla dalla Sardegna: un aereo militare di un paese “potenzialmente ostile”.
La Libia?
Un "transito" attraverso il "corridoio segreto" di cui disponevano i velivoli militari libici per andare da e per la Yugoslavia, Banja Luka.

 

Un Mig 23 dell'aviazione libica, armato di missili Atoll a guida infrarossa, fotografato nel 1981.



Viaggiavano con piani di volo "fasulli", da aerei civili? E' questo il motivo per cui Civilavia non da i piani di volo al Gen. Pisano?
"Ufficialmente" questo corridoio segreto passa da tutt'altra parte: gira intorno alla Calabria e alla Puglia, sul mar Ionio, e risale sull'Adriatico. Ma allora non si capisce perchè avrebbe dovuto essere "segreto" visto che passa su acque internazionali.
Questa ipotesi si lega con la vicenda di AJ453, lo Zombie sardo che abbiamo già visto in dettaglio.
A me sembra quella meglio supportata. Stavolta è mancato l’approfondimento, ma in futuro, chissà?
Ce lo potremmo far dire da Poggio Ballone, chi è. Se lo dicono a Marsala che AJ543 è uno "Zombie" si vede che lo sanno.
La testimonianza resa dal Gen. Pisano il 12 ottobre '89 in Commissione Stragi conferma questa ipotesi di lavoro.
Forse non ero proprio cretino.

 

 

Adesso diciamo due parole su quello che accade tre ore dopo il disastro, e cioè che a quel punto si è riconosciuto che il disastro ha a che fare con AJ450, e quindi si creano le tre tracce "Kilo", AJ000, KA011 e LL000.
A questo punto si possono ipotizzare due cose
- Al Comando di Regione Aerea di Martinafranca non ci hanno capito niente: toh, si saranno detti, ci mandano le tracce Kilo. Una addirittura da Torrejon! Chissà che vogliono.
- Al Comando di Martinafranca capiscono benissimo. Sulla consolle del Capo Controllore arrivano fra le undici del mattino del 27 Giugno e quattro del mattino del 28 giugno 40 tracce cod. 56 "zombie", spalmate nell'arco delle 17 ore considerate. Routine.
Ma fra le 18.30 e l'una di notte, a cavallo del disastro, arrivano pure una cod. 76 "assegnato all'intercettore pilotato", una cod. 64 "intercettore pilotato", tre cod. 45 "Kilo" (da Marsala, da Torrejon e da Poggio Ballone)
Intorno alle 18.40 hanno ricevuto i tabulati dei radar, li hanno controllati, hanno mandato il ricognitore (AJ423) a "vedere" che davanti alla Sardegna non ci fosse nessuno, e vedono apparire, sul monitor del Capo Controllore le tracce Kilo. Marsala che marca un punto 40 Km ad est del luogo del disastro, Torrejon che crea la traccia che "replica" l'operazione di inganno elettronico e Poggio Ballone che marca un punto davanti alla costa Nord orientale della Sardegna.
Ma attenzione: siamo a tre ore e mezza dopo il disastro, e tutto questo non è una "prova" che AJ450 ha eseguito una azione di guerra elettronica, e meno che mai che abbia lanciato un missile contro il DC9.
Diciamo che è una "verifica" e una "ipotesi" su quello che può essere successo, e infatti manca ancora il coinvolgimento di AJ453, lo zombie sardo (sulla cui nazionalità saremmo venuti a capo se Civilavia avesse dato i famosi piani di volo al Gen. Pisano o alla Commissione Stragi)
La creazione delle tracce Kilo, che automaticamente allertano tutta la catena radar e il Comando di Settore di Martinafranca, e l'intervento stesso di Torrejon, dalla Spagna, escludono che in quel momento ci sia stata una volontà di "occultare".
Ma erano una "prova" di quello che era successo?
Questo non è un elemento su cui si può dare un giudizio in queste pagine: manca qualsiasi elemento di valutazione perchè questi argomenti specifici non sono mai entrati nel dibattimento processuale. Ci sarebbero entrati se avessero interrogato me, ma giustamente si sarà valutato che uno che fa fantasiose ipotesi e le supporta con stravaganti interpretazioni è inutile sentirlo.

Ma indubbiamente, così come nessuno ha ritenuto utile sentire queste cose, è vero pure che nessuno è andato mai a raccontarle in giro, anzi!
Il "tradimento dei generali"?
Attenzione, perchè questa puo essere (secondo me lo è!) una comoda foglia di fico, perchè abbiamo visto, quando il Gen. Pisano ha tentato di aprire uno squarcio su queste cose, come è finita.
E' stato bollato come "depistatore" o minimo "sprovveduto".......
Si può dire che all'epoca ('89/'90) nessuno aveva esaminato i nastri dopo le 20.00Z, ma si può dire che a marzo del '90 si è organizzato il "nastro dei misteri" con il depistaggio, guarda caso, proprio su KA011 di cui, all'epoca, non si sapeva nemmeno l'esistenza.
Quando poi i nastri sono stati riesaminati dalle successive commissioni di indagine "nessuno" ha tentato di verificare o indagare su quello che era successo davanti alla Sardegna.
Tranne me, naturalmente (che eroe!). Ci sono stato sopra tre anni, ed ho dovuto incassare la balla in Perizia Radaristica e giudizi non proprio nelle righe: fantasiose ipotesi, stravaganti interpretazioni, grottesco, assurdo, "oggettivamente" ostacola le indagini, meglio non leggere quello che scrive per evitare inutili carteggi. Non sono stato chiamato a testimoniare al processo (l'unico fra i CT di parte civile, ma è stato meglio così).
Ma questo, che accade fra il 1996 e il 1998 sarebbe niente.
Vedrete più avanti.

In ultimo, visto che stiamo parlando di "scenario" si deve affrontare il problema se lo Stato italiano abbia in essere su questa vicenda un "Segreto di Stato" o di un "Segreto Militare".
Io non lo so, non lo posso sapere e non posso neanche tentare di saperlo, perchè tentare di penetrare un segreto di Stato è già di per se un reato, e non intendo commetterlo.
Inoltre nel corso degli anni, in varie occasioni, uomini politici importanti e prestigiosi hanno proclamato pubblicamente che il Segreto di Stato non c'è e se ci fosse hanno sciolto i militari dal vincolo a mantenerlo.
Inoltre immagino che se durante la ricerca di elementi relativi all'inchiesta, a fronte di richieste del Magistrato si fossero negati questi elementi opponendo un "Segreto di Stato" o un "Segreto Militare" coloro che con veemenza ricercano la "Verità" avrebbero denunciato all'opinione pubblica la cosa. Che la stampa, sempre attenta su questa vicenda e disposta a sbugiardare chiunque, si sarebbe fatta sentire, e infine durante il processo Avvocati e Politici non avrebbero mancato di denunciare la cosa e di farne elemento processuale.
Tutto ciò premesso proprio per dire che non mi permetterei mai di fare illazioni gratuite su questo argomento, ma resto rigorosamente in ciò che è pubblico. Intendo che è già pubblico fin dal 1999.



Da "ORDINANZA DI RINVIO A GIUDIZIO"
CAPO 6° - I restanti argomenti. Pag. 4867 e seguenti
Capitolo I - La documentazione acquisita presso la Segreteria Speciale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
..................

5. La conferma di opposizione del “segreto di Stato” sulle triangolazioni di armi.

In ultimo con missiva del 27 gennaio 98, pertanto a istruttoria finita, il Presidente del Consiglio Romano Prodi, trasmetteva gli ultimi documenti richiesti salvo alcuni atti inseriti nei fascicoli ad oggetto “Società Tirrena - Segreto militare - Segreto di Stato” e “Richieste esibizione documentazione esportazione armi a Israele del GI di Venezia” concernenti triangolazioni sulla vendita di armi a Paesi esteri. La mancata trasmissione di questi documenti veniva giustificata dal fatto che il Cesis ed il S.I.S.MI avevano ritenuto tuttora vigente ed attuale il segreto di Stato sui documenti atteso il preminente interesse dello Stato alla salvaguardia ed al mantenimento delle relazioni internazionali.




Quindi effettivamente alla richiesta di documentazione nell'ambito dell'inchiesta si è opposto un "Segreto".
Nel caso dell'attività della "Società Tirrena" addirittura un doppio segreto, "Segreto di Stato" (dal Cesis) e "Segreto Militare" (dal SISMI). Nel '98, dopo ben 18 anni ancora si oppone il segreto! E occorre ricordare che nel 1980 "tutte" le industrie che producevano materiale militare erano in mano pubblica, tramite l'IRI e l'EFIM (tranne l'Iveco (camion) e la Beretta (pistole e fucili) che erano private)
Certo sarebbe interessante sapere che tipo di armi vendeva la Tirrena nelle sue "triangolazioni".
Le sciabole?
E comunque non è al centro del problema ricostruttivo.

Ecco, anche esaminando lo "scenario" ho voluto allargare un pochino la visuale, spero che chi legge apprezzi la cosa. (sapete, i paraocchi li portano i somari....).



Fonte: http://www.seeninside.net
 


 

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