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Nella stazioni della metropolitana di Pechino si possono ancora individuare le porte blindate progettate durante la Guerra Fredda, quando si pesava che quelli sarebbero stati i rifugi antiatomici adatti a proteggere la popolazione della città dagli attacchi nucleari. Molte delle stazioni sono infatti provviste di pesanti porte di metallo, resistenti alle esplosioni, incassate nei muri delle gallerie, progettate per tenere al sicuro le persone nel sottosuolo. Queste porte blindate sono state abilmente ‘nascoste’ nella stazione, consentendo agli abitanti di curarsi dei loro affari rimanendo all’oscuro dei preparativi che il governo stava facendo in vista di una possibile guerra nucleare che avrebbe potuto travolgere i due blocchi che dividevano il mondo. Le foto scattate nella stazione della metropolitana della città di Chongwenmen, mostrano una semplice fascia di acciaio inossidabile di circa 45 centimetri di spessore che si estende dal pavimento al soffitto passando per entrambi i lati del muro. Questa ‘fascia’, impercettibilmente separata dalla muratura, accoglierebbe in realtà una delle porte blindate a incasso che in caso di attacco nucleare, gli addetti avrebbero azionato per la quasi chiusura stagna dell’area di sicurezza che avrebbe offerto una notevole protezione dal calore, dalle esplosioni e dalle radiazioni di un attacco nucleare. Non è ben chiaro come il governo avrebbe impiegato questi rifugi anti-atomici, secondo quali criteri e soprattutto come avrebbe ovviato all’approvvigionamento della persone che vi si sarebbero rifugiate durante l’attesa della ricaduta del fall-out nucleare. Nel 2012 media statali cinesi hanno però riferito che il sistema metropolitano dotato di queste porte ‘speciali’ potrebbe proteggere i cittadini dalle grandi tempeste, dagli attacchi nucleari e persino da attacchi con armi chimiche che prevedano l’impiego di agenti gassosi. Dal 2007 infatti le stazioni della metropolitana di Pechino sono state dotate di una serie di sistemi d’emergenza: comprese sistemi di rifornimento di ossigeno ‘autonomi’ che permetterebbero di respirare per oltre tre ore nei sotterranei una volta chiusi i sistemi di ventilazione. Tutte le stazioni in questione sono state elaborate con l’ausilio della Forza Missilistica dell’Esercito Popolare di Liberazione, l’equivalente nel paese del Comando Strategico degli Stati Uniti: il comando congiunto che si occupa di intelligence, deterrenza strategica e della difesa della territorio nazionale dalle armi di distruzione di massa. Sebbene i rifugi antiatomici della metropolitana siano una misura rassicurante secondo parte del governo della Repubblica Popolare Cinese, il loro valore pratico è dubbio. In caso di attacco nucleare le persone dovrebbero evitare di entrare nelle zone colpite da uno strike nucleare per almeno due settimane. Questo si traduce in una completa inefficacia delle risorse di ossigeno. Per quanto riguarda altri tipi di catastrofi, essenzialmente naturali, o altre tipologie di attacchi convenzionali, la metropolitana di Pechino, come fu per le metro di Londra durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, potrebbe rivelarsi provvidenziale.

Davide Bartoccini

Fonte: https://it.insideover.com

 

 

 

 

 

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