La Russia potrebbe usare armi nucleari per attacchi preventivi in caso di grandi minacce. Lo ha dichiarato il capo di Stato maggiore russo, il generale Yuri Baluyevsky. «Non stiamo progettando nessun attacco, ma pensiamo che sia necessario per tutti i nostri partner nella comunità mondiale capire chiaramente che per difendere la sovranità e l'integrità territoriale della Russia e dei suoi alleati, saranno usate forze militari in modo preventivo e tra queste sarà incluso l'uso di armi nucleari», ha affermato il generale.
Yuri Baluyevsky non ha fatto il nome di nessuna nazione che starebbe minacciando la Russia. Secondo l’agenzia di stampa Itar-Tass, comunque, il generale ha detto che le minacce alla sicurezza globale comprendono «la lotta di un certo numero di Paesi per l’egemonia sia a livello regionale che globale». (RC n. 32 - Febb/Marzo 2008)
Fonte: http://www.radicicristiane.it
18 novembre 2011
Il capo di Stato Maggiore di Mosca lancia l’allarme.
La Russia sta perdendo il suo ruolo geopolitico. Il nemico è alle porte, e questo preoccupa. Nel silenzio, la Nato sta stringendo patti ed accordi con tutti i paesi già membri del blocco del patto di Varsavia. Il capo di Stato Maggiore russo Nikolai Makarov ieri ha presentato la nuova versione della politica militare russa in un’audizione presso la Camera Pubblica Russa, un’istituzione consultiva della Duma – l’organo legislativo di Mosca.
LA RUSSIA HA PAURA – Preoccupa il gigante asiatico la politica espansionistica della Nato; recentemente l’Alleanza Atlantica ha proposto l’ingresso nel patto militare all’Ucraina e alla Georgia, già membri del patto di Varsavia e naturalmente sotto l’influenza sovietica. La situazione, pensano le autorità di Mosca, è sul punto di precipitare. “Se guardiamo cosa sta accadendo ai nostri confini”, dice Makarov, “è chiaro che il rischio di trascinare la Russia in una serie di conflitti regionali è salito in maniera sensibile. E a certe condizioni”, continua il generale, “conflitti regionali e locali potrebbero diventare una guerra aperta con ampio uso di armi nucleari”, ha detto il capo di Stato maggiore. Come è successo in Georgia, appunto, o in Cecenia, o per la crisi ucraina del gas: il desiderio dei paesi ex sovietici di riconnettersi al mondo occidentale fa sentire la Russia accerchiata in casa sua. E’ per questo che, con tali motivazioni, Mosca sta radicalmente cambiando la sua politica degli armamenti: complice anche la carenza di effettivi reclutabili -”la Russia non ha più giovani in età di reclutamento, siamo nel bel mezzo di una crisi demografica: è un problema molto serio”, ha detto Makarov – il piano è quello di fortificarsi. Di diventare una fortezza.
NUOVI ARMAMENTI – Ovviamente non è più tempo di mura fortificate. Il piano è quello di aumentare le proprie difese, le proprie armi di contromisura. Sono già state commissionate alla Almaz-Antey, gigante delle armi russe, due sistemi di difesa a missili S-500, che dovranno essere pronti “entro due anni”; parliamo di sistemi d’arma che colpiscono a 500 km; il governo li ha commissionati “in grado di intercettare missili balistici e missili cruise ipersonici”. Accanto alla politica del riarmo ripartirà anche la politica degli accordi, ovvero il trattato START fra gli Stati Uniti e la Russia per la riduzione strategica degli armamenti stabili. E’ stato appena firmato da Barack Obama e Dimitri Medvedev una nuova versione dello Start che è ben più soddisfacente, dice il Capo di Stato Maggiore, rispetto a quello finora in vigore.
La prima versione aveva dei difetti. Il nuovo Start ci soddisfa. Ci dà la possibilità di fare a nostro modo in alcuni casi, soprattutto con riguardo al problema della difesa missilistica dall’Europa.
In breve, citando interessi superiori di difesa nazionale, la Russia con il nuovo trattato potrà riarmarsi. Ed avrebbe tutta l’intenzione di farlo.
Fonte: http://www.giornalettismo.com
Sabato, 11 ottobre 2008
Mentre il mondo occidentale si interroga fremente sulle cause e significati profondi delle bancarotte finanziarie è quantomeno disdicevole che i media nostrani ed europei sottovalutino o meglio tacciono volutamente sulle grandiose manovre militari che sono cominciate da qualche giorno nelle regioni ad oriente di Mosca e che si protrarranno ancora fin quasi alla fine di questo mese, manovre definite “Stabilità 2008” alle quali partecipano quasi tutti i reparti delle forze armate russe: l’esercito di terra, di mare e dell’aria, i complessi spaziali, i sistemi missilistici antiaerei, il deterrente missilistico balistico nucleare globale, le flotte navali e sottomarine strategiche e i bombardieri nucleari a lungo raggio e ovviamente squadroni scelti di caccia sofisticatissimi per contrastare eventuali rappresaglie del “nemico”, che naturalmente, anche se non viene detto chiaramente, è rappresentato dall’Occidente e segnatamente dagli Stati Uniti d’America.
Secondo l’opinione di tutti gli esperti si tratta della più grande esercitazione militare dai tempi della fine dell’Unione Sovietica, in pratica una perfetta simulazione di una guerra nucleare globale, con bombardieri e missili di ultima generazione che si lanciano in un ipotetico campo avversario sottoponendolo ad un incessante tiro di fuoco accompagnati da caccia che cercano di abbattere gli aerei nemici e neutralizzare le difese antiaeree e spaziali di un eventuale Scudo occidentale, mentre le avanzatissime contraeree russe provano a loro volta ad abbattere eventuali infiltrazioni del nemico all’interno del proprio territorio, il tutto condito dall’intervento massiccio della flotta e dell’esercito che avanzano e arretrano a seconda delle necessità militari del momento.
Uno scenario pauroso che dovrebbe far riflettere le cancellerie di mezzo mondo ma che sfortunatamente è stato fatto passare nel silenzio assordante dei media nostrani, europei e statunitensi, timorosi che una tale notizia venga a sconvolgere la pretesa ed ormai vetusta “pax” americana, ormai solo carta straccia. Non si dimentichi che a queste manovre partecipano anche reparti scelti della Bielorussia, fattore importante che denota che questa Nazione è ormai ad un passo dall’accondiscendere al piano di Unione che Putin e Medvedev caldeggiano per raffreddare gli animi occidentali e della Nato di inglobare l’Ucraina e la Georgia nella propria sfera di influenza.
Se a queste notizie si aggiunge che la Flotta russa del Nord è in rotta verso il Venezuela e Cuba per altre simulazioni stile “Cuba 1962” (a questo proposito, notizia pur smentita, alcuni esperti militari sosterrebbero che le navi potrebbero avere nei propri arsenali addirittura armamenti nucleari pronti all’uso) e che nel frattempo si starebbero approntando nuove basi appunto in Venezuela, Cuba, Siria e Iran con relativi rifornimenti di sistemi missilistici modernissimi per neutralizzare eventuali attacchi di sorpresa a questi Stati, il quadro che ne viene fuori è quanto mai allarmante e molto somigliante alla crisi del 1962 quando Krusciov e Kennedy furono ad un passo dallo scatenamento di una guerra termonucleare globale.
Sono convinto che non appena compariranno sul suolo europeo i sistemi dello Scudo Spaziale americano, si assisterà ad una serie di ultimatum incrociati che potrebbero condurre in breve allo scivolamento verso una Guerra vera e propria.
Ma forse finirà come nel 1962: gli americani ritireranno lo Scudo e la Russia smantellerà le basi in costruzione nelle Nazioni testé citate.
Non sono né ottimista né pessimista, ma ci attendono tempi difficili in cui, se la ragione non prevarrà, si andrà incontro ad una catastrofe di proporzioni inimmaginabili.
Saluti
Vipom
Fonte: http://spes74.splinder.com