"Il nemico più pericoloso dell'umanità non è la tecnologia sulla materia vivente o inerte, ma il segreto". E' questo il messaggio che il prof. Antonino Zichichi, direttore del Centro di cultura scientifica "Ettore Majorana", ha lanciato a conclusione della 25° sessione dei Seminari internazionali sulle Emergenze Planetarie che si è svolta in questi giorni proprio al Centro ericino.
ERICE (TRAPANI)
Due sono gli argomenti che secondo Zichichi debbono transitare dall'attenzione della comunità scientifica internazionale a quella del grande pubblico: l'ingegneria genetica e lo scudo spaziale. Secondo Zichichi "è fondamentale non abbassare la guardia e non alzare bandiera bianca".
"Non possiamo arrenderci – ha precisato lo scienziato – sia come cittadini del mondo sia come cittadini europei. Se chiudiamo gli occhi, rischiamo di consegnare il mondo alla violenza politica ed economica".
Un messaggio forte che apre la maglia delle incertezze sugli sviluppi che i progressi della scienza e della tecnica riescono ad attivare sulla condizione dell'uomo e della sua vivibilità.
"Bisogna assolutamente combattere – ha aggiunto il fisico – ogni mistificazione culturale che tende a non fare alcuna differenza tra la scienza e la tecnica. Oggi si può fare tutto", ma bisogna capire cosa si deve fare se non si vuole che grandi scoperte scientifiche vengano trasformate, dalla tecnologia, in strumenti di morte. La scienza offre gli strumenti per il miglioramento della qualità della vita dell'uomo, ma succede anche che questi strumenti siano poi sfruttati al servizio del male. Per ovviare a tutto questo, "bisogna combattere il segreto – ha commentato Zichichi - e chi lavora nascostamente. Noi dobbiamo studiare più di loro per controllarli e per combatterli".
Ma come combattere il "segreto"? Zichichi parla di Giovanni Paolo II come possibile osservatore e garante al di sopra delle parti, ma parla anche dell'intervento dei Governi verso una "legge mondiale grazie alla quale venga proibito il segreto dei laboratori tecnologici. Leggi severe e punizioni gravi che possano far desistere i criminali".
Il tutto in una prospettiva ottimistica sulle possibilità della scienza, ma anche in un messaggio di allarme che nasce dalla consapevolezza che "oggi si può fare tutto ciò che non viola le leggi fondamentali della natura". A questo punto, però, risulta assolutamente necessario controllare e fare differenza tra ciò che può migliorare e ciò che può peggiorare la qualità della vita dell'uomo.
Fonte: "La Sicilia" del 23/08/2000