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Alcuni ricercatori credono che una evoluta antica civiltà, di 15.000 o forse anche 55.000 anni fa, avrebbe prodotto – o importato – una pietra blu, con sottili linee bianche sulla sua superficie, la cui composizione chimico-organica non rientra in nessuna delle classificazioni dei minerali naturali terrestri. Sappiamo che ci sono numerosi ritrovamenti in tutto il pianeta che non possono essere spiegati. Questa misteriosa pietra blu è sicuramente una di queste.

E’ Angelo Pitoni da Rieti, geologo per la Fao, botanico e agronomo dilettante, scopritore di miniere di smeraldi ed esperto di lapislazuli, l’artefice della singolare scoperta, che nel 1990 si trovava in Sierra Leone, in prossimità del confine con la Repubblica di Guinea, nell’Africa occidentale, incaricato di valutare la consistenza di alcuni giacimenti di diamanti.

 



Nonostante gli indigeni che scavavano in quella zona non fossero particolarmente socievoli e ancor meno volevano condividere il territorio di ricerca, grazie ad un collega, un nero americano che lavorava lì, Angelo Pitoni riesce a fare amicizia con alcuni capo-tribù che alla fine gli permettono di eseguire la prospezione geofisica del sottosuolo.

Ed è proprio durante la misurazione del terreno che uno di loro, il capo Fulah, profondamente radicato negli insegnamenti del Corano, gli dice: ”Ho capito cosa cerchi, tu cerchi gli angeli caduti”. Così iniziò a raccontargli di una antica civiltà di angeli che si era talmente corrotta e depravata così che Allah fece precipitare sulla Terra, loro, il cielo e le stelle. Le stelle divennero diamanti ed il cielo... E lo portò a vedere un mucchio di roccia che affiorava, una roccia che se pulita rivelava essere di un bell’azzurro cielo. La storia di una civiltà scomparsa, una leggenda di strane magie, che sembra essere la versione africana del misterioso “Libro di Enoch” ma che, agli occhi dei nativi, spiega solo perché la regione è così ricca di minerali e diamanti. Tornando alla singolare “pietra del cielo”, simile ad un turchese ma all’apparenza molto più pura, al rientro in europa di Angelo Pitoni, è stata sottoposta ad un rigoroso esame per determinarne la composizione chimica e la datazione geologica.

Secondo l’analisi, il 77,17% della pietra è Ossigeno. La restante percentuale è divisa tra Carbonio 11,58 %, Silicio 6,39 %, Calcio 3,31 % ed altri elementi la cui presenza era del tutto irrisoria ed irrilevante. Quanto alla datazione, si ritiene che il composto organico presente nella pietra del cielo, sia compresa tra 15.000 e 55.000 anni.

La prima domanda conseguente è: come può l’ossigeno costituire una pietra? Ed il mistero si infittisce ancor di più se si considera che il colore della pietra non è giustificato dalla composizione chimico-organica della stessa. Perciò furono eseguiti ulteriori cinque diversi tipi di test: analisi a raggi X, spettrometria al plasma, gas cromatografia, spettrometria di massa ed infine spettrometria infrarossa, ma nessuno di questi hanno prodotto risultati a spiegazione delle caratteristiche della skystone lasciando i ricercatori senza risposte.

All’Università di Utrecht, Paesi bassi, la pietra subì altri diversi test con acidi ma nessuno di essi riuscì a danneggiarla o modificarla. E’ stata poi sottoposta a riscaldamento fino ad una temperatura di 3.000 gradi Celsius e ciò nonostante la sua composizione non si è affatto alterata. Interessante è stato constatare che quando un piccolo pezzo di pietra è stato polverizzato ed osservato al microscopio, la polvere si presentava fibrosa, a cristalli bianchi, ed era inspiegabilmente priva di qualunque colore blu-azzurro. Fino ad oggi l’unica cosa che i ricercatori sanno è che non è stata creata dalla natura, e non ha avuto origine sulla Terra.

Se dunque alcuni ricercatori credono, che questa misteriosa pietra blu sia un artefatto e, sia stata effettivamente prodotta da una civiltà avanzata di cui si è persa memoria nella storia, molte altre ipotesi si possono avanzare.

Non ultima, che possa esserci corrispondenza, nelle leggende che vengono narrate su questa misteriosa pietra blu, con antiche culture che descrivevano il firmamento, – dal latino firmamentum, che significa “appoggio”, “sostegno” e a sua volta deriva dal latino firmus, che significa “solido”, “stabile” – ovvero il cielo di una Terra piana, considerato come una cupola solida, alla quale erano rigidamente collegate le stelle; una concezione condivisa da tutti i popoli antichi di tutti i continenti.

 

Fonte: http://www.altrogiornale.org

 

 

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