È davvero straordinario e sorprendente il fenomeno rilevato dalla sonda giapponese Akatsuki.

Una gigantesca struttura a forma di arco, lungo 10 mila chilometri, ha attraversato l’atmosfera di Venere tra l’8 e il 11 dicembre del 2015.

Il fenomeno è descritto in uno studio pubblicato il 16 gennaio 2017 sulla rivista Nature Geoscience.

Ciò che più ha sorpreso gli scienziati che analizzano i dati della sonda Akatsuki è il fatto che l’arco, esteso dal polo nord al polo sud del pianeta, sia rimasto praticamente immobile per quattro giorni, nonostante i venti a 360 km/h che soffiano nel l’atmosfera venusiana.

Nei quattro giorni di osservazione, il fenomeno è rimasto stazionario e indifferente ai venti atmosferici, inchiodata ad una quota di 65 km al di sopra d’una regione montuosa del pianeta, come spiegato nell’articolo di Media Inaf.

 

A sinistra: Venere ripresa all’infrarosso dalla sonda giapponese Akatsuki. Si vede molto bene l’arco che forma una specie di onda che parte in prossimità del polo nord del pianeta per spingersi fino al polo opposto. A destra: Venere nell’ultravioletto.

 

 

 

Come spiegare la stabilità dell’onda atmosferica?

Per il momento, i ricercatori sono fermi alle ipotesi. Si pensa che la grande struttura possa essere la più grande onda di gravità mai osservata, da non confondere con le ‘onde gravitazionali’ rilevate di recente.

Le onde di gravità sono un fenomeno abbastanza frequente nelle atmosfere planetarie, tanto da poter essere osservate anche sul pianeta Terra, specialmente in prossimità di rilievi montuosi.

«Le nubi terrestri manifestano il fenomeno indirettamente attraverso la condensazione e l’evaporazione dell’acqua, producendo un contrasto visivo che rende visibili le variazioni di temperatura e densità dell’atmosfera quando è “investita” da onde di gravità di diversa natura», spiega Giuseppe Piccioni, esperto di Venere in forze all’INAF IAPS di Roma.

Ma un’onda di gravità delle dimensioni pari a quelle rilevate su Venere, non si era mai vista nel Sistema Solare. Inoltre, ciò che sorprende i ricercatori è l’elevata altitudine alla quale si è presentato il fenomeno, appena sopra al moto nebuloso, ma soprattutto al di sopra di una gigantesca formazione montuosa.

«È in questo modo che si formano onde di gravità in Patagonia, dove le correnti d’aria tendono a oltrepassare la catena delle Ande, una situazione analoga potrebbe innescare onde di gravità su Venere», ipotizza Makoto Taguchi, uno degli autori della ricerca.

Infatti, nell’area centrale in cui si è formato il lunghissimo arco vi è una catena montuosa con picchi di 4.500 metri, nota come Aphrodite Terra. Tuttavia questo non basta a spiegare perché il fenomeno si sia manifestato a quote così elevate come quelle osservate dalla Akatsuki.

«Lo studio dimostra la prova diretta dell’esistenza di onde di gravità stazionarie, mostrando, inoltre, che tali fenomeni possono presentarsi su una scala molto grande, forse la più grande mai osservata nel Sistema Solare», scrive il team nello studio.

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it

 

La catena montuosa presente nella regione di ‘Aphrodite Terra’ potrebbe aver generato l’impressionante fenomeno atmosferico. Aphrodite Terra è una regione dall’estensione pari a quella dell’Africa situata in prossimità dell’equatore del pianeta Venere.

 


 

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