Cosa nasconde il “Triangolo M” o “Triangolo di Molebka”, una località negli Urali in Russia, circa mille chilometri a Nord Est da Mosca? Sin dagli anni Trenta dell’Ottocento il luogo ha fama di essere maledetto, con cronache di strani oggetti brillanti che i contadini vedevano volare intorno al villaggio di Molebka finendo col denominarle “arance di fuoco”, ma fu solo a metà degli anni Ottanta del secolo scorso che il Triangolo finì sui giornali di tutto il mondo, quando l’ufologo russo Emil Bachurin (poi morto nel 2009 nell’incendio della sua abitazione nella regione di Perm, all’interno del Triangolo) rinvenne tra la neve un cerchio di 62 metri di diametro, che descrisse in una dettagliata relazione.
Da allora sono molti gli studiosi e i semplici curiosi che si sono recati e continuano a recarsi nel Triangolo, quasi tutti sperimentando in prima persona una lunga e costante emicrania per tutto il periodo della loro permanenza, nonché sbalzi di temperatura corporea e di pressione e gonfiori a tutto il corpo. Sintomi che, guarda caso, si registrano anche nel caso di significative anomalie magnetiche e aberrazioni di energia, come spesso sono stati riportate nei casi di presunti contatti con Ufo e veivoli alieni.
Potrebbero essere indicazioni della presenza di veivoli alieni? Anche senza ipotizzare la presenza di Ufo, il Triangolo era già considerato un territorio sacro dalla minoranza etnica dei Mansi e la circostanza è quanto meno insolita. Ancora più insolito, il 16 settembre 1989 nella vicina cittadina di Zaostrovka, sempre all’interno del Triangolo, centinaia di persone riferirono di un vero e proprio scontro aereo tra sei Ufo e un settimo, di colore dorato, che dopo una serie di evoluzioni si sarebbe conclusa con l’abbattimento di quest’ultimo dopo un ultimo disperato tentativo del pilota di compiere un atterraggio controllato.
Schiantatosi in una palude all’interno di un’area adibita a test militari “off limits” per il pubblico, l’Ufo sarebbe poi stato cercato da Bachurin e da una squadra di ricercatori. Ma questa volta il presunto luogo dello schianto non rivelò nulla, era “pulito” e privo di qualsiasi traccia. Si era trattato solo di un’allucinazione collettiva, di esercitazioni militari o qualcuno aveva provveduto ad asportare ogni traccia dell’Ufo e del suo pilota? A distanza di 27 anni sulla vicenda, come sulle misteriose proprietà del Triangolo M, non è ancora stata fatta luce.
Non ci sono foto credibili sull'accaduto, per cui Fanwave ha deciso di non pubblicarne. Tuttavia di credibile e economicamente tangibile, c'è l'enorme merchandising che orbita in questo luogo. Da fare invidia a Roswell. I russi hanno imparato in fretta le regole del capitalismo.
Fonte: http://www.fanwave.it