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Pavel Florenskij viene chiamato a ragione “Leonardo da Vinci russo”. Sono incalcolabili le sue scoperte nelle più svariate sfere delle conoscenze umane. È grande l’influenza che esercitò sullo sviluppo della filosofia e della teologia, della filologia e dello studio delle belle arti, della matematica e della fisica.

 

 

Nelle opere di Florenskij si combinano armoniosamente le ricerche scientifiche e la concezione cristiana del mondo. I rari manoscritti, oggetti personali e foto provenienti dall’archivio familiare di questo sacerdote, filosofo e studioso russo sono presentati alla mostra aperta nel Museo Multimedia Art di Mosca.

La sorte di Florenskij fu tragica. Negli anni della rivoluzione il sacerdote non si scaninicò e non volle emigrare rispondendo alla relativa proposta con le parole dell’apostolo Paolo “Sii contento di ciò che hai”. Nel periodo in cui venivano distrutte le chiese Florenskij sognava di creare un museo nel Monastero della Trinità di San Sergio. Insegnò filosofia all’accademia ecclesiastica.

Le sue idee sull’ortodossia rimangono attuali anche oggi. “La fede russa si formò in seguito all’interazione di tre forze: la religione greca che ci fu portata dai monarchi e sacerdoti di Bizanzio, il paganesimo slavo che accolse questa religione e il carattere nazionale russo che accettò a modo suo l’ortodossia bizantina e la elaborò conformemente al proprio spirito”, scrisse Florenskij.

Nel 1933 lo studioso fu accusato di attività controrivoluzionaria e mandato in esilio nell’Estremo Oriente. Un anno dopo fu trasferito nel lager speciale di Solovki. L’8 dicembre 1937 Pavel Florenskij fu fucilato.

Sin dalla giovinezza Florenskij era appassionato di fotografia. Proprio nella fotografia trovava consolazione nei momenti difficile della vita. Nei suoi lavori e lezioni formulò le basi della filosofia della fotografia. Ma non si limitava alla sola teoria. All’inizio degli anni ’30 creò un dispositivo che consentiva di fotografare a raggi infrarossi e ultravioletti, oltre lo spettro visibile. In esilio, studiando il gelo perenne ed i cristalli di ghiaccio, Florenskij costruì una speciale camera fotografica per il microscopio diventando così uno dei fondatori della microfotografia.

Alla mostra allestita nel Museo Multimedia Art sono esposti i disegni che Florenski eseguì per gli studenti: lo schema della migrazione territoriale della filosofia antica e la serie di illustrazioni per il lavoro “Grandezze immaginarie in geometria”. Meritano un discorso a parte i disegni, esposti per la prima volta, per l’opera “Prospettiva inversa” dedicata alla discussione della percezione e dei metodi di rappresentazione artistica del mondo.

“Dimentichiamo purtroppo ciò che costiuisce il nostro patrimonio nazionale. La Russia può essere orgogliosa di Florenskij e della sua opera”, ha rilevato Olga Sviblova, direttore del Museo Multimedia Art, durante l’apertura della mostra.

Fonte: http://italian.ruvr.ru

 


 

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