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Quante volte siamo rimasti attoniti di fronte ad un disegno di Leonardo da Vinci, stupiti nel vedere rappresentate macchine, automi, ingranaggi, ruote mosse dal vento e apparecchi che utilizzavano l’aria calda per generare movimento. Disegni avvenieristici, testimonianze di una mente geniale che superava i limiti della cultura del suo tempo anticipando il futuro. Forse anticipandolo troppo, se è vero che molte delle intuizioni leonardesche non ebbero successo per la mancanza, ai suoi tempi, della tecnologia adeguata. Ma le cose stanno proprio in questo modo? Sulla genialità di Leonardo non ci sono dubbi, com’è evidente che la sua opera d’ingegnere rimase piuttosto isolata. Il suo, però, non fu un salto nel futuro ma un viaggio in un lontano passato, tra le opere di una civiltà dalla tecnologia molto sviluppata, e fu l’incontro con il primo tecnologo dell’antichità: Erone di Alessandria.




Erone di Alessandria.



Abituati come siamo a vedere l’antica Grecia come la civiltà della filosofia, facciamo fatica a pensare che abbia dato origine a una vera e propria cultura tecnologica. Nomi come Euclide e Archimede ci rammentano i grandi risultati matematici raggiunti nel periodo ellenistico, ma una tecnologia, cioè una ricerca teorica sui problemi generali posti dalla tecnica, sembra riguardare solo la nostra epoca. Invece dalla fine del IV secolo a.C. le mutate condizioni sociali e la necessità di provvedere alla realizzazione di opere ingegneristiche di grande complessità (si pensi ai problemi derivanti dalla costruzione della città di Alessandria e del famoso faro) portarono la civiltà greca a fare un salto di qualità nella cultura tecnica, a compiere quella rivoluzione che è stata la nascita della tecnologia, non meno importante di altre svolte rivoluzionarie di quel periodo come la determinazione di una lingua comune e la realizzazione di quello straordinario centro di ricerca e insegnamento che fu il Museo di Alessandria con l’annessa Biblioteca.



Archimede di Siracusa.




Erone, le cui notizie biografiche sono scarsissime a cominciare dal periodo storico in cui visse (stimato tra il I e il III secolo do C.), rappresenta proprio una figura compiuta di tecnologo che acquisisce i risultati dei suoi predecessori (in particolare quelli di Filone di Bisanzio e Ctesibio) e pianifica la ricerca per migliorare quelle conquiste e sviluppare nuove tecnologie. Tra i molti scritti che ci sono pervenuti, troviamo descrizioni dettagliate di congegni per sollevare pesi come gru, argani, carrucole, leve, alcuni dei quali azionati con l’energia eolica, ma anche apparecchi creati per scopi ludici.




Sistema di apertura automatica delle porte e organo a vento.




Vi troviamo, ad esempio, un meccanismo che riempie e svuota automaticamente una vasca di acqua circondata di uccellini meccanici, mentre viene diffuso il loro cinguettio o un dispositivo che se riempito di acqua restituisce vino! Nel libro I dell’opera Pneumatica Erone presenta un tempio in miniatura che si apre al momento del sacrificio e poi si richiude automaticamente. Un vero e proprio sistema di apertura automatica delle porte, previsto per il tempio di Serapide ad Alessandria, basato su effetti di dilatazione termica e sul principio dei vasi comunicanti.







Nelle opere di Erone sono presenti, però, anche macchine di utilità pratica che non ci si aspetterebbe di vedere all'angolo di una strada di Alessandria. Il più singolare è un distributore automatico di acqua o vino in quantità determinata che si azionava con l’introduzione di una moneta. E cosa dire poi dei quattro libri sugli orologi ad acqua dove Erone non si limita a indicare le modalità di costruzione ma si avventura anche nel dare indicazioni su come usarli nell’osservazione astronomica. E ancora macchine per generare getti di acqua a pressione, lampade a olio, termometri e altri apparecchi medici, strumenti musicali, odometri (meccanismi per la misura di distanze), vere e proprie pompe con prestazioni paragonabili a quelle moderne, come il Pneumatikon organon che, dotata di cilindri metallici, pistoni e valvole, era in grado di pompare anche un metro cubo all’ora da una profondità di quattro metri.




Odometro di Erone.





Il congegno probabilmente più noto di Erone è l’eolipila o “sfera di Eolo”, anch’esso mosso dalla forza vapore, una sorta di turbina a reazione capace di trasformare l’energia termica in energia meccanica, costituita da una sfera cava con due tubicini diametralmente opposti e sostenuta da due condotti. Quando il vapore cominciava a entrare nella sfera attraverso i condotti, questa veniva messa in rotazione dalla spinta del gas in uscita dai tubicini, analogamente a quanto accade durante il lancio di un razzo. Anche qui un esempio significativo degli sviluppi raggiunti da Erone sulla strada che porterà molti secoli più tardi alla realizzazione della macchina a vapore, con l’aggiunta di altri elementi meccanici (pistoni, cilindri, valvole) che però erano già completamente sviluppati nell’età ellenistica.


 



Eliopila di Erone.





Erone quindi primo vero tecnologo. Ancora più di Archimede, celeberrimo per le realizzazioni tecniche, per il quale l’attenzione tecnologica è ancora ad uno stadio iniziale. Archimede fu grande matematico e prolifico ingegnere, ma in lui queste due attività rimasero sempre distinte. In Erone, invece, la matematica è vista solo in funzione della sua applicazione alla tecnica e la sua opera ne costituisce il primo esempio di fondazione scientifica.

Pubblicato su: "Archeologia & Cultura".

Fonte: https://giovanniboaga.blogspot.com


 

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