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Di soppiatto, Paul Hellyer, ex ministro della difesa ed ex vicepremier del Canada ci ha informati che gli USA stanno sviluppando armi segrete per fronteggiare possibili attacchi provenienti dallo spazio, ossia dagli extraterrestri a bordo degli Ufo (Bush contro gli Ufo, La Stampa 26.11.2005). A 20 anni dal lancio dello ‘scudo spaziale’ da parte di Reagan ecco l’odierno ‘scudo’ di Bush che così lo giustifica: "dobbiamo essere in grado di costruire le difese di cui abbiamo bisogno contro i nemici del XXI secolo" (The New York Times 12.12.2001). E se servono nemici questi si creano oppure si inventano, dopo i terroristi ecco gli extraterrestri, ossia gli extraterroristi. Gli USA sono lontani dalla realizzazione di uno scudo spaziale in grado di neutralizzare un attacco missilistico o proteggere la popolazione americana, sia per problemi tecnologici che per le ferree leggi della fisica che non possono essere eluse, ma lo scopo non è nemmeno questo. Lo scopo è quello di avere una supremazia militare che, seppur relativa, è preponderante. Infatti il progetto dello ‘scudo spaziale’ fa parte di una strategia più ampia illustrata dal Comando Spaziale degli USA come segue: "storicamente le forze militari si sono evolute per proteggere gli interessi e investimenti nazionali, sia militari che economici", oggi, per far ciò, l’America deve acquisire "la capacità di assicurarsi l’accesso allo spazio, così da potervi operare liberamente e allo stesso tempo impedirne ad altri il suo uso" (Vision for 2020, pubblicato nel 2000). Così da una parte gli USA si ritirano (giugno 2002) dal Trattato ABM del 1972 che proibisce lo spiegamento di sistemi capaci di intercettare missili balistici; e, sempre nel 2002, respingono la proposta di Russia e Cina di aprire negoziati per aggiornare e rendere verificabile il Trattato sullo spazio esterno, in vigore dal 1967, nel quale si proibisce di mandare in orbita armi nucleari e qualsiasi altra arma di distruzione di massa. Dall’altra gli USA danno il via al progetto dello ‘scudo spaziale’ e dei sistemi d’arma collegati, con l’ambizione di costruire una base sulla Luna entro il 2020. Al progetto dello ‘scudo’ hanno già aderito Gran Bretagna e Danimarca mettendo a disposizioni del Pentagono loro basi militari, mentre la Repubblica Ceca è disposta a concedere il proprio territorio per installarvi missili USA. L’italiana Alenia Marconi System partecipa al progetto MEADS (Sistema di difesa aerea di media estensione) quale premio per l’attiva partecipazione dell’Italia alla guerra in Jugoslavia del 1999. Effettivamente il business è enorme: si va dai 9,1 miliardi di dollari programmati per il 2004, ad una stima di 500 miliardi di dollari per attuare tutti i programmi previsti. Ecco, si va in alto, nello spazio, solo per combattere meglio sulla terra e per imporvi il proprio dominio. Infatti lo ‘scudo spaziale’ non è arma di difesa, perché permette di attaccare, anche con armi nucleari, attenuando gli effetti di una eventuale risposta, rendendo vulnerabili e ricattabili tutti quegli Stati che non rientrano nella copertura dello ‘scudo’. Non osiamo immaginare a quali nefandezze si possa ricorrere per giustificare un simile progetto, ma la scelta di un diverso, che è più che diverso, perché non umano in quanto extraterrestre è funzionale allo scopo che si vuole raggiungere. Per finire vogliamo sottolineare che un sistema d’arma, come qualsiasi altra macchina, deve essere sperimentato per valutarne l’efficacia e gli eventuali punti deboli, ma sperimentare un sistema d’arma significa fare la guerra, e se il sistema prevede armi nucleari vuol dire fare la guerra nucleare.

mr


Fonte: http://www.leftcom.org

 


 

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