Articolo originale del 2008] Il 18 novembre è l'anniversario del massacro di Jonestown. Una “setta” di fanatici, guidata da un pazzo più fanatico di loro, che si suicida perchè si ritiene accerchiata dalle Forze del Male, rappresentate dalla nostra civiltà moderna.
In occasione del 30° anniversario dell’episodio, La Stampa ha pubblicato il seguente articolo, che rappresenta una buona sintesi di quella che è passata alla storia come la versione ufficiale dei fatti.
L’invito è a leggerlo con spirito critico, facendo nota di eventuali incongruenze o salti logici nel racconto. Segue poi la "versione alternativa" dei fatti, tratta dal documentario "Evidence of Revision".
Jonestown, il più grande suicidio di massa della storia - La Stampa 18.11.08 .
Il 18 novembre 1978, esattamente trent’anni fa, 912 persone, seguaci della congregazione religiosa del «Tempio del Popolo», si suicidarono in massa nella loro comune di Jonestown, nella giungla della Guyana, bevendo un cocktail al cianuro, secondo gli ordini del loro capo, il reverendo Jim Jones.
Jones non era uno dei soliti squilibrati emarginati dalla società che si rifugia nella religione: Jones era un uomo stimato, che propugnava una sorta di socialismo apostolico, e fu anche assessore all’edilizia del comune di San Francisco sotto il sindaco democratico George Moscone. Addirittura la moglie del presidente Carter, Rosalynn, fu colpita dalla bontà di quest’uomo e intratteneva con Jones regolare corrispondenza epistolare. Il vicepresidente Mondale, in una lettera al «caro Jim», si dichiarava «riconoscente per il lavoro del Tempio del Popolo nella difesa della libertà di stampa, nella lotta contro la droga e nella direzione di un istituto per bambini handicappati».
Nonostante le lusinghiere opinioni di molti personaggi importanti, però, Jones, verso la metà degli anni Settanta, cominciò a dare segni di squilibrio: si credeva la reincarnazione di Cristo e Lenin insieme, diceva di essere in grado di compiere miracoli e le prime voci di molestie sessuali nei confronti di alcuni adepti cominciarono a diffondersi.
Messo sotto accusa da più parti e sentendosi braccato, Jones prese segretamente accordi con il governo della Guyana per ottenere alcuni lotti dei terreno nella giungla: così, nell’estate del 1977, più di mille persone si trasferirono nella nuova «terra promessa» e diedero vita a Jonestown, la comune della setta del Tempio del Popolo.
Ben presto, però, iniziarono primi problemi: i familiari dei seguaci della setta cominciarono a rivolgersi alla polizia per far tornare a casa i loro congiunti, mentre indagini giudiziarie scoprirono frodi fiscali e addirittura torture e sequestri di persona all’interno della congregazione. In seguito alle varie indagini, nel 1978, il deputato californiano Leo Ryan si recò in visita a Jonestown insieme a un gruppo di giornalisti per verificare cosa accadesse realmente nella comunità: il politico, però, venne ucciso da un seguace della setta su ordine di Jones, insieme ad altre quattro persone, durante una sparatoria mentre cercavano di ripartire dall’aeroporto con alcuni adepti che erano stati costretti a partire per la Guyana.
Fu a questo punto che qualcosa si ruppe: il reverendo Jones, convinto che la Chiesa, il governo e la Cia volessero distruggerli, salì sull’altare e ordinò ai fedeli «il supremo sacrificio per la religione e il comunismo» e per «difendersi dall’imminente invasione delle forze del Male». Centinaia di persone bevvero un cocktail al cianuro, facendo la fila davanti a un enorme bidone pieno di cianuro. Jones aspettò che tutti esalassero il loro ultimo respiro e si sparò un colpo di pistola alla tempia: attorno a lui rimasero i cadaveri di 911 persone, il più grande suicidio di massa nella storia.
(Fine articolo)
Come dice il nostro titolo, il più grande suicidio di massa fu, in quell’occasione, quello del giornalismo mondiale. L’undici settembre era ancora lontano all’orizzonte, ma evidentemente le prove generali di “magia mediatica” erano già abbondantemente in corso. (Curiosa coincidenza: le vittime risultarono essere proprio 911. O almeno così ci dicono).
Vediamo prima di tutto le contraddizioni più lampanti nell’articolo:
1 - Tutti avranno notato che “Jones non era uno dei soliti squilibrati“, ma che “verso la metà degli anni Settanta, cominciò a dare segni di squilibrio”.
Quindi, era o non era uno squilibrato? Non lo era ma ci faceva, oppure lo era ma lo mascherava molto bene? (Insomma, squilibrati si nasce, o si diventa?)
2 - Vi è poi il fatto che “più di mille persone si trasferirono nella nuova «terra promessa»”, ma che “i familiari dei seguaci della setta cominciarono a rivolgersi alla polizia per far tornare a casa i loro congiunti”.
Se si trasferirono di propria volontà, come si deduce dall’articolo, perchè mai farli tornare?
3 - Notiamo che “la moglie del presidente Carter ... intratteneva con Jones regolare corrispondenza epistolare” e che “il vicepresidente Mondale” scrivesse “al «caro Jim»”. “Sentendosi braccato”, però, “Jones prese segretamente accordi con il governo della Guyana”.
Prima di tutto, come fa un predicatore qualunque – per giunta “rivoluzionario, eversivo e comunista” - ad avere amicizie così altolocate? E in quel caso, che bisogno aveva di prendere accordi segreti con la Guyana, per risolvere i propri problemi? Infine, perchè mai la Guyana dovrebbe inimicarsi Washington, ospitando un amico della presidenza USA caduto in disgrazia? Per pura simpatia? Le motivazioni date per la “fuga” di Jim Jones in Guyana – l’episodio che sta al centro di tutta la vicenda - appaiono decisamente improbabili.
4 - Ci viene detto che le “indagini giudiziarie scoprirono frodi fiscali e addirittura torture e sequestri di persona all’interno della congregazione”, ma che “in seguito alle varie indagini, nel 1978, il deputato californiano Leo Ryan si recò in visita a Jonestown per verificare cosa accadesse”.
Se già le indagini hanno scoperto torture e sequestri di persona, cosa c’è ancora “da verificare”? A cosa serve quella “visita”, se già lo sai? Ad essere ammazzati, forse?
5 - Leggiamo che “centinaia di persone bevvero un cocktail al cianuro, facendo la fila davanti a un enorme bidone pieno di cianuro”, e che “Jones aspettò che tutti esalassero il loro ultimo respiro e si sparò un colpo di pistola alla tempia”.
Perchè lui la pistola? Il cianuro era finito? Con un bidone di cianuro si possono ammazzare tutti gli abitanti di una metropoli, volendo. (A quel punto non c’era più nemmeno la coda davanti al bidone....) Vi sono poi altri elementi noti della vicenda, non riportati dall’articolo, che faticano decisamente a reggersi in piedi:
7 -La notizia originale del “suicidio di massa” parlava di circa 400 morti. Solo dopo molti giorni arrivò la correzione, che portava a oltre 900 la cifra conclusiva. Ci fu detto che il conteggio iniziale era stato fatto dall’elicottero, ma che poi sotto i cadaveri furono trovati altri cadaveri.
Ora, è possibile che nessuno si sia domandato come facciano 400 corpi a coprirne altri 500?
8 - Per 5 giorni nessun giornalista potè avvicinarsi al luogo del massacro.
La cosa fu accettata come un dato di fatto, senza cercare in alcun modo di spiegarla, nè di ricollegarla al resto delle incongruenze riscontrate (ne riparliamo in seguito).
9 - Nella stragrande maggioranza delle immagini i cadaveri compaiono allineati uno accanto all’altro, con il volto rivolto verso il basso.
E’ possibile che il cianuro “ingurgitato” porti tutti a morire proprio in quella posizione?
10 – Inoltre, il cianuro procura una morte relativamente rapida, ma molto dolorosa, con forti convulsioni e spasmi tutt’altro che piacevoli da vedere.
E’ possibile quindi che “gli ultimi della fila” (davanti al bidone di cianuro), abbiano continuato ad attendere impazienti il loro turno, nonostante questo Inferno Dantesco che man mano cresceva e prendeva corpo davanti a loro? Quando hai di fronte 800 persone che urlano, si contorcono e schiumano dalla bocca, davvero non ti viene voglia di cambiare idea?
11 - Leo Ryan è l’unico deputato americano che sia mai stato ucciso durante una missione parlamentare all’estero. Nonostante questo il governo americano non ha mai aperto una indagine ufficiale presso la Guyana, nè ha mai chiesto al suo governo di scoprire chi fossero “i seguaci della setta di Jones” che lo avrebbero ucciso.
Di fronte a tutte queste incongruenze, qualunque giornalista dovrebbe almeno fare qualche verifica, invece di accontentarsi della pappa già pronta. Invece continuano tutti ad ingurgitarla ad occhi chiusi, e così la gente di oggi continua a ricevere lo stesso nutrimento di quella di ieri.
E’ questo il diabolico meccanismo che permette la replicazione infinita di una bugia, una volta immessa nel circuito mainstream, fino a renderla una “verità assodata”. (Poi ti raccontano che dei dilettanti del volo si mettono a fare acrobazie con i 757, e se per caso provi ad obiettare ti prendi pure del pazzo scatenato).
L’operazione Jonestown risulta quindi doppiamente efficace e machiavellica: non solo permise di coprire ufficialmente una estensione illecita del progetto MK-Ultra, che era stato smantellato qualche anno prima, ma si riuscì anche a mandare alla popolazione mondiale un messaggio subliminale molto significativo ed efficace, se letto nell’ottica di quel particolare momento storico (siamo nel periodo di riflusso post-68):
"E’ inutile cercare soluzioni sociali “rivoluzionarie”, che portano solo alla dissoluzione e persino alla morte. Non esiste alternativa nel mondo della droga, nè tantomeno nelle religioni o nei culti deviati. Le utopie sociali sono soltanto dei sogni che si trasformano in incubi, ai quali voi stessi vorrete porre fine. Tornate alle vostre case, guardate la TV, e preparatevi ai nuovi orizzonti dell’umanità che stiamo confezionando per voi: aerobica, successo personale, abiti firmati, telefonino. Il tutto nel nome della “maggioranza silenziosa”, di stampo rigorosamente cristiano, che stava per prendere il sopravvento nella nuova America di Ronald Reagan."
Il capo della CIA, in quel periodo, era George H. Bush.
Massimo Mazzucco
Fonte: https://www.luogocomune.net