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30 novembre 2018.

In Cina la ricerca scientifica prosegue senza sosta. È notizia di pochi giorni fa la presunta creazione dei primi esseri umani Ogm, ovvero con dna modificato. Un ricercatore dell’università di Shenzen, He Jiankui, avrebbe alterato gli embrioni di sette coppie che si erano sottoposte a trattamenti di fertilità. Una gravidanza sarebbe arrivata a termine, e avrebbe portato alla nascita di due gemelline con geni modificati così da prevenire qualsiasi infezione futura da HIV. Le sorelline, ribattezzate Nana e Lulu, in poche parole nella loro vita non potranno mai ammalarsi di Aids.

Il rischio per i pazienti.
Questa la pura cronaca – raccontata con il condizionale perché fin qui non ci sono prove a sostegno del fatto. Ma al di là dell’episodio in sé, sensazionale e stupefacente, l’azione di He Jiankui ed equipe ha scatenato un putiferio. Critiche sono arrivate un po’ da tutto il mondo e dalla comunità scientifica, che ha accusato il ricercatore cinese di essersi spinto oltre limiti inviolabili. Il primo filone di critiche riguarda la pericolosità della tecnica genetica in questione (Crispr-Cas9) sui pazienti. Una simile modifica del dna potrebbe avere conseguenze nefaste. Come cresceranno le due gemelline? Avranno dei problemi? Saranno colpite da effetti collaterali, come un’elevata percentuale di contrarre tumori? Tante sono le domande in sospeso.

Fra etica e morale.
Ma forti critiche riguardano anche la moralità dell’intervento. Il ricercatore Jiankui avrebbe violato le norme etiche su cui si basa la scienza occidentale. Intanto la manipolazione dei geni umani lascia interdetta una cospicua fetta del mondo cattolico. Dal punto di vista scientifico, invece, appare impensabile intervenire su soggetti sani, non tanto per curare una malattia ma per prevenirla. Lulu e Nana sarebbero nate normalmente; con l’intervento genetico sono state di fatto potenziate con uno scudo contro l’Hiv. Insomma, un chiaro tentativo di pianificare l’esistenza umana, proprio come se si trattasse di un’azienda. Inoltre c’è da considerare il fatto che l’intervento è stato effettuato su cellule embrionali non adulte, con rischi e pericoli annessi.

Nessun confine.
Il problema è che la Cina ha un retroterra culturale e valoriale completamente diverso dal nostro. Il Dragone non ha – e non ha mai avuto – un retaggio religioso cristiano, e di conseguenza il paese non si è mai posto questioni teologiche riguardo la natura dell’essere umano. Una volta raggiunto un elevato livello tecnico e scientifico, la Cina ha avuto via libera per poter effettuare studi o esperimenti off limits per il mondo occidentale. L’editinig genetico su embrioni umani è vietato in quasi tutto il mondo, ma non oltre la Muraglia. Pechino intende primeggiare in ogni ambito e non si cura minimamente di superare o meno confini definiti da altri.

L’appoggio del governo.
Non bisogna dimenticare che lo sviluppo del settore biogenetico è appoggiato incondizionatamente dal governo. L’opinione pubblica non vede nell’utilizzo del sistema Crispr-Cas9 un oltraggio a etica o morale, ma anzi è ben felice di festeggiare il raggiungimento di eventuali traguardi scientifici. Il Ministero della Scienza e della Tecnologia e le due agenzie statali, National Natural Science Foundation of China e National Basic Research Program, investono molti fondi per ricerche in materia di editing genetico. Il boom in biogenetica si ebbe nel 2011, quando il governo mise 60 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici per i lavori sulle cellule staminali. Nel 2015, invece, la Nnsf ha foraggiato circa 50 progetti Crispr con più o meno 3,5 milioni di dollari. E da allora sono già passati diversi anni.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 

 

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