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La rivista americana Foreign Policy ha recentemente dedicato un fascicolo alle «idee più pericolose nel mondo». E Francis Fukuyama ha messo in guardia contro i transumanisti.

Belli e immortali, ecco chi vuole creare il superuomo

di Giorgio Ieranò - 4/3/2005

In America è stata definita l'idea più pericolosa dei nostri tempi. I suoi apostoli esortano a usare la scienza per manipolare la natura umana rendendola «migliore». E in Italia si preparano alla battaglia referendaria.



L'hanno definita «l'idea più pericolosa del mondo». Per Francis Fukuyama, il teorico della fine della storia, è una minaccia ancora più grave dell'integralismo islamico. Perché rivolta non contro un sistema politico o una nazione ma contro la stessa specie umana così come la conosciamo. Si chiama infatti «transumanesimo». Sfruttando tutte le risorse della tecnologia, della cibernetica, dell'ingegneria genetica, vuole trasformare gli uomini in superuomini: creature ultraintelligenti, che non invecchiano mai, che sfidano la stessa morte. Per arrivare, alla fine, a una sorta di mutazione della specie provocata dalla scienza.

Il movimento transumanista ha già i suoi teorici e i suoi apostoli, ha siti web e sedi in tutto il mondo, Italia compresa. Potrebbero sembrare un manipolo di visionari che hanno letto troppa fantascienza. Ma Fukuyama, che ha lanciato l'allarme dalle pagine di Foreign Policy, una delle più stimate riviste americane, invita a prenderli sul serio. Perché lo sviluppo tecnologico e scientifico rende possibile anche l'impossibile. E il transumanesimo, se non viene bloccato sul nascere, aprirebbe la strada a un futuro apocalittico.

La polemica è destinata a durare. Fukuyama ha parlato anche come consigliere di George Bush e membro del Comitato presidenziale di bioetica. Ha parlato, insomma, a nome di quanti si preoccupano di porre limiti alle applicazioni delle biotecnologie. Problema di grande attualità, che divide le coscienze (anche in Italia, come ci ricorda l'imminente referendum sulla fecondazione artificiale). E che vede appunto schierati sulla trincea opposta i transumanisti: talebani delle biotecnologie, estremisti della manipolazione dell'umano. I quali ricambiano l'attacco dei «neoconservatori» americani («La cricca bioconservatrice» come la chiamano loro) accusandoli di oscurantismo.

Dice a Panorama James Hughes, docente di sociologia a Hartford, nel Connecticut, tra i leader del movimento: «È buffo che Fukuyama ci consideri più pericolosi dei fondamentalisti islamici. Di certo, fra poco, saremo più popolari di loro. La cricca bioconservatrice di Bush avrà pochissima influenza sullo sviluppo delle tecnologie che migliorano la condizione umana. Tutti gli sforzi dei repubblicani in questo senso sono destinati al fallimento perché viziati da una contraddizione: non si può al tempo stesso essere ultraliberisti in economia e mettere vincoli alla ricerca scientifica e tecnologica. La vera opposizione, semmai, può venire dai fondamentalisti cristiani. Penso anche alla riflessione di un accademico vaticano, Manfred Lutz, dopo il recente ricovero del Papa: ha detto che "nella malattia, nel dolore, nella vecchiaia, nella morte si può percepire la verità della vita in maniera più chiara". Ebbene, questa è la visione del mondo che noi combattiamo».

Come dice Nick Bostrom, il fondatore dell'Associazione transumanista mondiale (World transhumanist association), la Casa Bianca dovrebbe preoccuparsi piuttosto di «aumentare i fondi per la ricerca mirata all'estensione della durata della vita e allo sviluppo di strategie terapeutiche e tecnologiche mirate a migliorare la memoria, la capacità di concentrazione e le altre capacità umane». Studioso di filosofia, Bostrom lavora all'Harris Manchester college dell'Università di Oxford, dove è stato appena nominato direttore del Center for practical ethics. La World transhumanist association, che oggi vanta circa 3 mila adepti, è nata nel 1998: la sede è nel Connecticut, ma ci sono filiali in varie nazioni, compresa una in Italia, guidata da Riccardo Campa, sociologo della scienza all'Università di Cracovia.

Alle spalle ci sono altri bizzarri movimenti ispirati agli stessi principi filosofico-tecnologici, come l'estropianesimo. Tra i padri nobili del movimento, vengono citati Friedrich Nietzsche, con la sua dottrina del superuomo, e due personaggi diversissimi tra loro come Lev Trotzkij e Filippo Tommaso Marinetti, uniti dalla medesima passione di lasciarsi alle spalle la vecchia umanità e creare un «uomo nuovo».

A luglio i transumanisti di tutto il mondo si ritroveranno a Caracas, in Venezuela. Sarà un raduno di gente della più varia estrazione: ex trotzkisti, futurologi, fanatici di cibernetica. Tutti animati dall'utopia prometeica di creare «un essere postumano che sarà più intelligente di ogni genio mai vissuto» come recitano alcuni documenti dell'associazione pubblicati via web. I transumanisti vogliono «alterare la condizione umana usando ragione e tecnologia, abolendo l'invecchiamento e aumentando le capacità intellettuali, fisiche e psicologiche della razza umana». Grazie alla scienza, «energia, vigore e gioventù saranno illimitati».

A chi chiede se tutto questo è possibile, i transumanisti rispondono con una fede assoluta nella tecnologia. In fondo, dicono, all'inizio del '900 non si credeva che fosse possibile volare. Ora, invece, l'ingegneria genetica è arrivata fino alla clonazione, l'intelligenza artificiale amplifica le potenzialità del cervello: dunque la palingenesi fisica e mentale dell'uomo è una prospettiva dell'immediato futuro.

Ma, dal punto di vista morale, sarebbe giusto e opportuno creare dei «superuomini»? Per Fukuyama, le idee dei transumanisti porterebbero alla negazione del principio di uguaglianza: che ne sarebbe della democrazia in una società in cui iniziano a comparire esseri «postumani»? Riccardo Campa risponde così: «Nessuno vuole creare una razza di superuomini a tavolino, imponendo piani e valori ad altri esseri umani (come hanno fatto i regimi teocratici, fascisti e comunisti). La nostra parola d'ordine è differenziazione, non omologazione. Ci piace l'idea di un mondo vario, popolato da diverse forme intelligenti: uomini, oltreuomini, mutanti, cyborg, robot, androidi, computer pensanti». E a chi li accusa di andare contro la natura, i transumanisti replicano che è esattamente quello che vogliono fare: «Interferire con la natura non è qualcosa di cui vergognarsi. Non esiste ragione etica per cui non dovremmo interferire con la natura per migliorarla».

Come dice Campa, «non è natura solo un prato in fiore. Natura è anche malattia, invecchiamento, morte. Noi ci impegniamo per contrastare questi aspetti della natura. Del resto, anche il cardiopatico con un bypass è transumano». I transumanisti non hanno dubbi di rappresentare il progresso: chiamano i loro nemici «bioluddisti», cioè persone che vogliono sabotare la ricerca tecnologica così come i luddisti della rivoluzione industriale sabotavano le macchine.

Il movimento transumanista resta comunque una galassia frastagliata, dove non mancano aspetti sconcertanti. I documenti transumanisti rimandano per esempio alla Alcor life extension foundation, una fondazione privata, sorta nel 1972, che ha sede in una palazzina circondata dalle palme a Scottsdale (Arizona) e si occupa di «crionica». In parole povere, sono quelli che cercano di convincere la gente a ibernarsi, in attesa che i progressi della scienza permettano loro di resuscitare sani e belli.

Anche i transumanisti sponsorizzano la crionica, così come sostengono la ricerca di una «superintelligenza». Da realizzarsi anche attraverso l'«uploading» che sarebbe «il trasferimento di una mente da un cervello biologico a un computer». «Una persona uploaded» specificano i documenti transumanisti «potrebbe condurre la propria vita in una realtà virtuale».

Insomma, sembra di essere in un romanzo di Philip Dick. La prospettiva è quella di un mondo di cyborg, di uomini-robot. Possiamo ignorare gli allarmi di Fukuyama, continuare a considerarlo un delirio fantascientifico. Ma se, tra poco, qualcuno busserà alla vostra porta per proporvi l'«uploading» del cervello, non dite che non vi avevamo avvertiti.

(Ha collaborato Riccardo Tomesani)

Fonte: http://www.panorama.it

 


 

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