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«Anche con molti uomini colti non si può parlare di Inconscio senza venir tacciati di misticismo. L’angoscia è giustificata perché la nostra visione razionale del mondo, con le sue certezze scientifiche e morali ardentemente credute (perché dubbiose), è scossa dai dati dell’altra parte.» Carl Gustav Jung.

 

 

“Cittadini del mondo, tutti noi disincantati e delusi dal mondo della politica, concentriamoci e mandiamo tutti insieme a quel paese questi criminali che ci governano!” Ecco… se questo mio appello fosse accolto da tutta la popolazione mondiale, si presenterebbe un fenomeno naturale che oggi la scienza, con timore e sospetto, chiama un “picco emotivo della coscienza collettiva dell’umanità!”.

La notizia sorprendente non è che la scienza ha scoperto l’esistenza della Coscienza Globale, ma che ad affermarne l’esistenza sia la prestigiosa Università di Princeton, con tutta la sua fama e la sua storia di “academically correct”, il “luogo di banchetto” di tutta la comunità scientifica mainstream, potremmo dire. In effetti, non pochi di loro avevano dichiarato che si stava “perdendo tempo”, malgrado si trattasse, non di un piccolo esperimento di laboratorio fatto da uno stagista, ma di uno studio durato ben 14 anni, un monitoraggio su dati forniti da elaboratori informatici disseminati in tutto il mondo che ha rilevato l’impatto di particolari eventi collettivi che hanno emozionato, coinvolto e/o sconvolto l’umanità intera.

Ebbene, dal 1998 al 2013, si è constatato in maniera incontrovertibile che gli esseri umani sono globalmente interconnessi tra loro, e che il loro “sentire” collettivo riesce a deviare perfino le risposte dei computer. Il bello di tutto questo è che, ancora una volta, possiamo dire che questa nuova straordinaria scoperta scientifica, conferma ciò che era già noto, addirittura da millenni, alle scuole misterosofiche e alle varie dottrine spirituali di tutto il mondo! E in ogni caso, anche Carl Gustav Jung diceva: «Come oltre l’individuo esiste una società, così oltre la nostra psiche personale esiste una psiche collettiva, l’inconscio collettivo,che cela parimenti in sé grandi attrattive». Ma come si poteva dar ragione a Ermete Trismegisto, Abulafia, Platone, Buddha, i pellerossa, gli aborigeni o ai Veda in un laboratorio di scienze? Non sia mai!

Per diritto di cronaca, c’è da dire che questa ricerca va confermata, avallata, ragionata, analizzata, ecc… Ma una cosa è certa, forse oggi, siamo maggiormente predisposti se non altro a usare un linguaggio… Come dire, cibernetico! Ormai, Internet, i social media e le breaking news 24 ore al giorno, ci offrono una prospettiva in tempo reale sull’umore nazionale e internazionale. Mentre un algoritmo sviluppato da Google, il Google-Profile of Mood States (G-POMS), raccoglie contenuti da Twitter, per valutare sentimenti collettivi quali felicità, gentilezza, calma, vitalità, confidenza e altro ancora.

Questo è indubbiamente un linguaggio che la nostra generazione è ormai abituata ad abbracciare. Così, gli investitori parlano di “umori del mercato”, mentre gli storici usano il termine Zeitgeist (spirito del tempo). Mettetela come vi pare, ma il termine Coscienza Collettiva si riferisce all’atmosfera sociale che nasce da pensieri e comportamenti degli individui appartenenti ad una comunità. Con l’accumularsi di stress e tensioni nella coscienza collettiva, l’incoerenza crea caos in individui e gruppi sociali.

Secondo Maharishi Mahesh Yogi: «Tutti gli episodi di violenza, negatività, conflitti, crisi o problemi in ogni società, sono semplicemente l’espressione di un accumulo di stress nella coscienza collettiva. Quando il livello di stress diventa troppo alto, emerge come crimine, violenza, guerra e disordine sociale». Come avrete notato, Maharishi Mahesh Yogi non è il rettore dell’Università di Fisica.

Eccoci, allora, alla notizia eclatante: l’avvento dei dati forniti dal cosiddetto “Global Consciousness Project“. Quattordici anni fa, i creatori del GCP piazzarono in tutto il mondo generatori di numeri casuali, che ribattezzarono “eggs”, cioè “uova”. Ad oggi ci sono 134 uova sparse fra Europa, Stati Uniti, Canada, India, Isole Fiji, Nuova Zelanda, Giappone, Cina, Russia, Brasile, Africa, Thailandia, Sud America ed Australia. La funzione di queste uova, è quella di generare costantemente i numeri “0″ e “1″ a caso. Oltre a ciò, i dispositivi sono anche in grado di formulare anticipatamente previsioni sui numeri casuali che stanno per generare. Secondo i principi della “Expected Randomness” (ovvero, della “Casualità Prevista”) essi, in pratica, tirano ad indovinare («Uscirà 0 oppure 1?»), estraggono un numero (che può essere “0″ o “1″) e contano le volte che ci azzeccano.

Immaginate che ogni uovo funzioni come il lancio della monetina: se azzecchiamo il pronostico abbiamo indovinato, altrimenti abbiamo sbagliato. Le uova compiono questa triplice operazione di “pronostico → estrazione → verifica” 100 volte al secondo. Dopo un numero sufficiente alto di tentativi, in genere i risultati si normalizzano intorno alla probabilità del 50/50, cosa assolutamente naturale e contemplata dalla statistica: testa e croce hanno infatti la stessa probabilità di uscire, proprio come “0″ e “1″.

Tuttavia, questo NON è ciò che è accaduto – mentre le uova erano monitorate contemporaneamente – al verificarsi di un qualche evento significativo per la coscienza dell’umanità. Infatti, in concomitanza con tali eventi globali, i dispositivi iniziavano ad azzeccare un numero enorme di risultati, deviando molto dal range di attendibilità statistica.

Per esempio, i ricercatori iniziarono a notare enormi picchi di risultati azzeccati qualche ora prima (prima, non solo durante…) il crollo delle Torri Gemelle l’11 settembre 2001. Questi picchi continuarono a verificarsi in prossimità di disastri aerei, eruzioni vulcaniche, tsunami ed eventi come la cerimonia di apertura delle Olimpiadi.

Così, i risultati che il dr. Roger Nelson, a capo del GCP, ha divulgato, sono così tanto al di fuori del calcolo delle probabilità, da risultare realmente sconvolgenti: infatti, in tutti i 426 eventi analizzati nell’intero progetto, le corrispondenze registrate sono state maggiori del 50%, cioè tutti gli eventi si sono statisticamente qualificati come “significativi”, e l’altra metà di casi si è qualificata come “estremamente significativa". A questo punto, ci vorrebbe una “laurea honorem causa” per Ermete Trismegisto.

Di fatto, però, una corretta interpretazione del fenomeno richiederà tempo, collaborazioni e confronti professionali trasversali, per essere accettata per quello che è. Così, per ora gli scienziati non intendono sbilanciarsi: i dati sono inoppugnabili ma l’interpretazione accademica è ancora tutta da costruire.

Rimane il fatto che la Princeton University ha dimostrato scientificamente che la Coscienza Globale esiste davvero (non è soltanto fuffa New Age) e che la Noosfera – cioè la mente umana collettiva di cui parlava Pierre Teilhard de Chardin – influenza in qualche modo anche gli elaboratori informatici. Siamo nel trionfo della spiegazione di fenomeni come il déja-vu, gli episodi di “sesto senso” o di presentimento (di cui tra l’altro è stato ben dimostrato “qualcosa”).

Forse un giorno con questi strumenti potremmo perfino prevedere un attacco terroristico! E a pensare che questo sia plausibile è proprio Roger Nelson del GCP, che nell’ultimo supplemento del “Rhine Institute of Parapsychology” (il “Journal of Parapsychology” del dicembre 2012 – pag. 36) ha dichiarano: «Ho deciso di chiedere se ci potrebbe essere qualche segnale dell’esistenza di una noosfera, una versione globale della coscienza di gruppo che avevamo già visto con gli strumenti messi a punto per lo studio delle interazioni mente-macchina. Insieme ad alcuni colleghi e volontari, ho creato il GCP per cercare tali prove. Il GCP ha compiuto 14 anni nel 2012 ed ha portato a termine più di 400 esperimenti indipendenti che avvalorano l’ipotesi generale».

La spiegazione più plausibile è che noi umani influenziamo in parte la Noosfera in corrispondenza di grandi emergenze e celebrazioni. La cosa più importante per la parapsicologia dei prossimi 25 anni, è che ora ci sono dati che potranno essere usati direttamente come modelli: da qui possiamo partire con una nuova ricerca sulla coscienza.

Sempre C. G. Jung diceva: «La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima». Non solo…possiamo anche ricordare che ataviche scuole misterosofiche hanno da sempre parlato di una certa Griglia Energetica che circonda la Terra. Essa sarebbe come una rete con una forma geometrica particolare,che funge da matrice della realtà e dell’esperienza raggiungibile dall’umanità.

Non va però confusa con gli archivi dell’Akasha, in cui, secondo queste “Scienze Sacre”, vi è registrato tutto quanto è avvenuto sulla Terra sin dalla notte dei tempi, non solo gli eventi, ma anche tutte le esperienze vissute da ogni abitante della Terra, tutti i pensieri che abbiamo generato, sia singolarmente che collettivamente. La Griglia Energetica è piuttosto la matrice che rende possibile l’evoluzione dell’umanità sino ad un certo livello. Nella Griglia vi sono impresse tutte le esperienze che possiamo e dobbiamo vivere secondo il nostro livello di coscienza. Essa è inoltre uno strumento indispensabile al fine di farci fare un salto evolutivo.

Per questo motivo oggi, molti studiosi dei “fatti” affermano che è proprio questa venatura energetica della Coscienza Globale ad essere spesso attaccata dalle èlite di potere, che sanno… E che vogliono quindi contaminare con emozioni negative il nostro stadio evolutivo. Forse stiamo parlando del famigerato salto quantico di cui parlavano i Maya e che avrebbe avuto un rilevante “giro di boa” a partire dal 21 dicembre 2012. Ciò che oggi potrebbe traghettare l’umanità in una nuova epoca, in una nuova “età dell’oro”, potrebbe essere proprio una lenta ma inesorabile “rivoluzione copernicana” dettata dalle nuove scoperte della fisica quantistica (non appena il ricambio generazionale porterà una nuova comunità scientifica, ormai in sintonia anche con le più azzardate teorie del caso).

Alla luce di questo, se tutto fosse dimostrato, rimane il fatto che se tutti noi siamo interconnessi attraverso la coscienza collettiva, è ragionevole pensare che la società potrebbe davvero essere trasformata radicalmente da un numero sufficiente di persone in grado di creare un’influenza positiva! Per esempio, da individui che praticano una tecnica di meditazione che rimuove gli stress e ravviva “l'ordine armonico col cosmo” nel cervello e nella coscienza. D’altronde già nel secolo scorso, appunto la meccanica quantistica, ha reso obsoleta l’idea che il mondo sia indipendente dalla nostra mente.

Il fisico quantistico John Hagelin, un pionere della cosiddetta “Teoria del Campo Unificato”, ci spiega: «I progressi nella fisica teorica negli ultimi 25 anni, ci hanno progressivamente portato ad una comprensione più unificata delle leggi di natura, che è culminata nella recente scoperta della Teoria del campo unificato, basata sulla Teoria della superstringa. Queste teorie localizzano un campo singolo e unificato alla base di tutte le forme e i fenomeni nell’universo».

Nonostante queste teorie siano in costante evoluzione,l’idea tra i principali fisici teorici è che il campo unificato esista. John Hagelin continua così: «Ciò che abbiamo scoperto è che alla base dell’universo c’è un campo universale, dove tutte le forze e particelle della natura sono unite. Esse sono onde di un singolo oceano di esistenza».

Fonte iniziale: http://quantoequantaltro.blogspot.it

Rivisto su: http://www.fisicaquantistica.it

 


 

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