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Questo è il sito ufficiale dell'Associazione Nazionale Studi Ufo - A.N.S.U.

Un'app ormai disponibile per i vari tipi di dispositivi mobili (il testo sotto e' piuttosto "datato") consente di mandare dei video in diretta degli eventi che si stanno riprendendo con lo smartphone. Utilissimo in caso di avvistamenti ufo o di strani eventi durante gli skywatch, questo tipo di applicazioni potranno presto moltiplicare il numero di testimoni di un evento ufo in diretta, compresi esperti qualificati, chiamando contemporaneamente tanti amici selezionati mediante una rubrica interna. Periscope e' solo la prima, presto altri imiteranno questa tipologia di sistema, magari garantendo piu' privacy. Ecco un articolo che descrive il servizio.

Il Webmaster dell'Ansu.

 

 

Abbiamo provato in anteprima la nuova app che debutta oggi. Il fondatore Kayvon Beykpour: “Volevamo creare quanto di più vicino possibile al teletrasporto”.

“Che cosa stai vedendo ora?”. Cambiano i tempi e cambiano le domande cui dobbiamo rispondere sui social. Nell’era dell’iperconnessione e della banda larga mobile, è tempo di raccontarsi in video streaming ovunque ci si trovi, di fare lifecasting in diretta. Con Meerkat. O con Periscope , app di cui abbiamo sentito parlare per un po’ e che Twitter ha appena lanciato nell’App Store, muovendo l’ennesimo passo nel settore video dopo l’acquisizione e il successivo lancio di Vine.

 

 

Con Periscope stiamo giocando già da qualche giorno: abbiamo avuto accesso alla beta privata e c’è stato quindi il tempo per provarla a fondo. Il giudizio è sostanzialmente positivo: Periscope è semplice da usare, immediata, e fa bene il suo lavoro. Assistendo agli streaming di personaggi come Fiorello, J-ax o Maccio Capatonda è apparso subito chiaro che questa nuova forma di interazione, dove lo streamer interagisce con il pubblico rispondendo direttamente agli stimoli e alle domande poste via chat, genera un clima quasi intimo, rilassato, informale.

 

 

È broadcasting puro e coinvolge tante più persone quanti sono coloro che vi seguono sui social network, Twitter in primis, ma tutto avviene senza l’ansia della diretta. Forse merito anche del fatto che i video restano nella timeline al massimo per 24 ore, poi svaniscono – diversamente da Meerkat, che una volta spenta la videocamera puoi dire addio alle immagini. Se il contenuto non sopravvive nel tempo, gli errori bruciano molto di meno. Ciò detto, se il video lo merita, nessuno vieta all’utente di salvarlo sul proprio telefono per poi ricaricarlo altrove – e in questo il parallelo con l’app gialla di Ben Rubin è totale. Massima libertà d’azione, quindi, e dirette “più umane e più vere” alla portata di tutti.

 

 

“L’idea di Periscope nasce oltre un anno fa”, mi ha spiegato il co-fondatore Kayvon Beykpour: “Abbiamo pensato di creare uno strumento che consentisse di vedere la realtà attraverso lo sguardo di altre persone, che rendesse il mondo contemporaneamente un luogo più piccolo, perché più facilmente visitabile, e più grande, perché fatto di una rete più ampia di relazioni. La nostra visione, per quanto folle possa sembrare, era costruire quanto di più vicino ci fosse al teletrasporto“.

 

 

In effetti, la storia del teletrasporto torna, anche se manca il coinvolgimento della realtà virtuale. Ma insomma, il concetto è chiaro: in questi giorni di test, complice forse anche l’esiguo numero di iscritti, l’impressione era proprio quella di essere assieme al singolo broadcaster. Di potergli dare una pacca sulla spalla. E chi trasmetteva, forse perché abituato ad essere sotto i riflettori, sembrava essere molto a proprio agio. Ma sarà così per tutti? Anche per le persone normali? Secondo Beykpour la risposta è sì, “perché questo è il momento giusto: perché abbiamo una tecnologia matura e le notifiche push, che consentono di informare in tempo reale il pubblico potenziale dell’inizio di un evento live. Ma anche e soprattutto perché le persone sono sempre più a loro agio con gli smartphone, tanto nell’usarli quanto nel farsi riprendere”.

 

 

Per accedere al servizio basta scaricare l’app (Per ora solo su iOs, ma si lavora già a una versione per Android) e iscriversi usando il proprio account Twitter. In questo modo l’utente può vedere e in caso aggiungere quelli tra i suoi contatti che sono già presenti su Periscope. Un passaggio che invece è stato disabilitato per Meerkat, proprio in vista del lancio di oggi. Una volta iscritti e abilitate le notifiche, è l’app che vi avvisa quando una delle persone che seguite parte con la diretta. Se lo schermo dell’iphone è bloccato, basta uno swipe e siete dentro l’applicazione, direttamente sullo streaming live dell’utente che seguite.

 

 

Una volta lì, oltre che seguire la diretta potete interagire con lo streamer, per esempio commentando live il video grazie a un’interfaccia chat sovrapposta all’immagine, oppure manifestando la vostra approvazione tramite un semplice tap sullo schermo, che genererà dei cuoricini liberi di volteggiare sull’immagine e caratterizzati dal colore del vostro avatar.

 

 

Se lo streamer ha abilitato la geolocalizzazione, basta un tap per vedere esattamente dove si trova. Facendo swipe da sinistra verso destra, è invece possibile vedere quali sono gli altri utenti collegati in diretta, aprire i loro profili ed eventualmente seguirli. Dell tre icone visibili in baso nell’app, quella a sinistra consente l’accesso alla timeline, dove come anticipato sono disponibili in replay per 24 ore i video che gli streamer hanno scelto di salvare (in caso contrario è presente solo la presentazione del video).

 

 

Cliccando sull’icona in basso al centro, si avvia invece la sezione deputata allo streaming. Rispondendo alla domanda “What are you seeing now?” si dà un titolo al contenuto, mentre le tre icone in basso consentono (da sinistra) di abilitare o disabilitare la condivisione della posizione; di rendere privato lo streaming, che così viene escluso dalla timeline, ma consente di selezionare manualmente chi tra i propri follower possa vederlo; infine, di condividere la trasmissione su Twitter all’inizio del live. Per cambiare dalla camera frontale alla posteriore e viceversa, basta un double tap sullo schermo, oppure si può abbassare la tendina delle notifiche per scoprire che lì è posizionato l’apposito tasto.

 

 

L’interazione è rapida, immediata, potente. La persona che parla in camera risponde in diretta alle domande poste chat che appaiono in basso a sinistra, alternate alle notifiche in tempo reale con nome utente di chi si è connesso in quel momento o di chi ha invitato qualcuno a seguire.

Bastano pochi tap, e il teletrasporto è servito.

 

 

Fonte: http://www.wired.it

 


 

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