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Gli Stati Uniti non possono permettersi di affrontare da soli le nuove minacce globali. Il fantasma della guerra cibernetica ha spinto l’America a sostenere le proposte avanzate dalla Russia di regolamentare il comportamento dei governi su Internet.

 

 

I materiali provocatori sapientemente pubblicati in rete possono scatenare rivolte sociali, l’attacco informatico può provocare il bombardamento nucleare di un governo o dell’altro. La consapevolezza di questa situazione ci costringe a prendere le misure di sicurezza necessarie, ha riferito Andrej Masalovič, capo della direzione delle indagini concorrenziali di «DialogNauka», a «La Voce della Russia»:

"Al momento continua la vecchia corsa alla conquista dela supremazia del cyberspazio. Molti governi si affrettano in quanto temono un cambiamento incontrollabile o un indebolimento dei regimi, più che un attacco di massa a infrastrutture non protette. Tutti i fatti a cui abbiamo assistito in Tunisia, Egitto, Libia avevano alle spalle una seria preparazione massificata su Internet, e ora anche i Paesi più sviluppati temono lo stesso."

Nell’ambito della scorsa Conferenza Internazionale sul Cyberspazio, tenutasi a Budapest, il Segretario di Stato Hilary Clinton ha sostenuto la proposta di Mosca di regolamentare la condotta dei governi in rete. Il Direttore del Centro di ricerche politiche Vladimir Evseev suppone che un tale passo da parte dell’amministrazione degli Stati Uniti sia mosso in primo luogo da interessi personali:

"Gli Stati Uniti sono d’accordo con la Russia perchè capiscono che tutto ciò che loro intraprendono contro gli altri Paesi può essere organizzato anche contro di loro. La posizione della Russia in questo senso conviene agli Stati Uniti, perchè garantisce anche la loro sicurezza.."

Vladimir Evseev è convinto che l’America in questo momento cerchi di evitare il coinvolgimento dei propri nemici, contro i quali essa stessa ha attivamente utilizzato armi cibernetiche, e dai quali ora si vuole difendere a spese degli altri:

"Sono loro a scatenare la guerra cibernetica, e allo stesso tempo cercano di difendersene il più possibile, ma non funziona così, non è possibile provocarla e salvaguardarsene al tempo stesso. È evidente che siano interessati all’utilizzo delle risorse possedute dalla Russia e in questo senso sono pronti ad una collaborazione, che tuttavia bisogna capire non sarà volta creare una situazione di maggiore sicurezza nel mondo, ma solamante al rafforzamento della propria."

Non è la prima volta che l’amministrazione degli Stati Uniti si dichiara disposta a cooperare con la Russia in questioni di sicurezza globale. Tuttavia, Vladimir Evseev sostiene che la reale partecipazione di Washington di fatto lascerà a desiderare.

"L’approccio degli Stati Uniti alla guerra cibernetica è lo stesso che hanno nei confronti delle armi strategiche offensive. Creano il sistema di difesa antimissile e poi parlano di disarmo. È un approccio sbagliato, non considera che le decisioni se prese unilateralmente stimolano una risposta nell’interlocutore. La questione della sicurezza deve essere presa più da lontano: bisogna discutere l’urgenza di non creare le condizioni per combattere una guerra cibernetica."

Ma gli Stati Uniti potrebbero non essere d’accordo con una tale posizione della Russia nei confronti della sicurezza cibernetica, sostiene l’esperto.

/S

Fonte: http://italian.ruvr.ru

 


 

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