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Gli wiki di successo, come Wikipedia, prendono decisioni “intelligenti”, sostiene Kingsley Dennis. Incorporano forme di una nascente intelligenza collettiva composita, in cui la debolezza del singolo viene compensata dal contributo di molti.

 

 

LE NUOVE AGORA': GLI 'WIKI' COME FORME DI INTELLIGENZA COLLETTIVA
DEL DR. KINGSLEY DENNIS
Re-Public.gr

Internet ha attraversato varie fasi di cambiamento da quando negli anni 90 sono apparsi i primi browser per il web, e ha cambiato radicalmente il modo in cui la gente entra in relazione, comunica, pensa, si collega e agisce. Con internet che diventa sempre più uno spazio in cui le persone fanno da creatori, co-designer, e i meccanismi di feedback delle applicazioni da molti-a-molti, si sta creando una nuova forma di interconnessione di insiemi. Questa inizialmente è stata chiamata il Web 2.0, in tema con la definizione di Tim O'Reilly di una delle lezioni chiave dell'era del Web 2.0, cioè “Gli utenti aggiungono valore”. L'emergere di mobilità e connessione sociale ampiamente guidate da applicazioni create dagli utenti stanno dando vita a quella che può definirsi “conoscenza condivisa allargata” attraverso modelli che cambiano nelle applicazioni tecnologiche e nella partecipazione dell'utente.

L'apporto maggiore di contenuti su internet, come siti web e mezzi di condivisione della conoscenza e della collaborazione per mezzo di network sociali e strumenti come Wikipedia e Cellphedia, apre la strada verso il “dilettantismo di massa”. Questo si può già notare in abitudini come il darsi un nick e unirsi a dei gruppi, nel blogging, nel podcasting e adesso nel “vlogging” (video-blogging). Questi nuovi strumenti di collaborazione online promuovono un modo nuovo di organizzare quantità enormi di informazioni. In effetti sono strumenti di collaborazione progettati per incrementare l'intelligenza collettiva permettendo l'accesso a memorie di dati comprensibili, cioè trasparenti agli altri utenti allo scopo di condividire link e informazioni. Se ne parla come di forme di una nascente intelligenza collettiva composita. Eppure l'espressione “intelligenza collettiva” può voler dire molte cose.

È stato usata per denominare, non in un ordine particolare, una “intelligenza” dei batteri, alveari o insetti, l'intelligenza artificiale, la strategia militare, la connessione al cyberspazio, la “coscienza collettiva” spirituale, il pensiero globale, l'ecologia e i governi politici. Che sia in termini biologici, computazionali, strategici o sociali, la capacità per ciò che è definita “intelligenza collettiva” include il poter trasmettere, ricevere, utilizzare e infine condividere flussi di informazioni. Questo non vuol dire che le forme sociali derivino da radici biologiche, piuttosto fa il punto sulle similitudini tra i diversi modi di operare e funzionare.

È possibile immaginarlo come “pensiero di gruppo” in azione, reso visibile dalle forme intermedie di comunicazione tecnologica. Il fatto che le persone coinvolte non siano costantemente in contatto fisico fra loro le rende meno caute rispetto al tradizionale gruppo decisionale, quello soggetto alla pressione del pensiero uniforme. I collettivi composti di reti che condividono informazioni superando la distanza fisica (intelligenza remota) evitano le dipendenze dal gruppo come invece accade all'interno di luoghi fisici più ristretti come uffici o sale di consiglio. Quando il condividere informazioni e l'interagire all'interno di un sistema complesso di partecipanti diviene abbastanza dinamico nonché coordinato, allora emergono quelle caratteristiche che si potrebbero ritenere “astute” o “intelligenti”, e che mostrano capacità che vanno oltre i singoli componenti.

James Surowiecki notò questo nel suo studio delle “masse consapevoli”, esaminando i motivi per cui i molti sono più abili dei pochi. Surowiecki ha dimostrato che “più sono in contatto personale fra loro, meno probabilità ci sono che le decisioni del gruppo siano considerate. Più ci influenziamo a vicenda e più è probabile che ci convinceremo delle stesse cose e faremo gli stessi errori” (pag.42). Quindi, gli obiettivi personali distorcono il risultato collettivo. E ancora, Surowiecki ha rilevato che se si potesse mettere insieme un gruppo eterogeneo di persone che posseggono svariati livelli di conoscenza e di potenziale, allora questo gruppo sarebbe più predisposto a raggiungere decisioni “intelligenti”, e inoltre, che “la tecnologia rende adesso la collaborazione globale non solo possibile, ma anche facile e produttiva” (pag. 163). Si può già vedere nella strategia operativa dietro gli wiki di successo, come Wikipedia. Per Surowiecki quindi, perché le masse siano consapevoli devono essere eterogenee e andare oltre l'omogeneità fisica. Secondo Surowiecki le masse decentrate fanno da “masse consapevoli”. Questo sembra suggerire che vi siano vari gradi di “intelligenza” che vanno trovati nelle collettività dislocate, varie, eterogenee, e tuttavia sufficientemente in relazione da condividere flussi di informazioni affini.

Tale tendenza di singoli a condividere informazioni con collettività più intelligenti è, per usare le parole del sociologo Pierre Levy, “un tentativo di rendere i gruppi umani il più consapevoli possibile di ciò che stanno facendo insieme e di fornire loro dei mezzi pratici di coordinamento” (pag. 177). Nel lavoro di Levy vi è la convinzione che le infrastrutture tecnologiche abbinate alla concretezza daranno vita a uno spazio virtuale – un'agora – dove organizzazioni collettive e intelligenti possono manifestarsi: “La mia ipotesi è che sia possibile quanto auspicabile costruire strumenti tecnici, sociali e semiotici che di fatto incarnino e rendano concreta l'intelligenza collettiva” (pag. 105). Levy prosegue: “Cos'è l'intelligenza collettiva? È una forma di intelligenza universalmente distribuita, in costante incremento, coordinata in tempo reale, che sfocia nella reale mobilitazione di capacità” (pag. 13). Ciò può includere l'idea che questa “intelligenza universalmente distribuita” costituisca

il miglioramento, l'uso ottimale e la fusione di capacità, immaginazione ed energia intellettuale, a prescindere dalla loro diversa qualità. Quest'idea di intelligenza collettiva include ovviamente la condivisione di memoria, immaginazione ed esperienza attraverso lo scambio diffuso di conoscenza, nuove forme di organizzazione flessibile e coordinamento in tempo reale. Nonostante le nuove tecnologie di comunicazione permettano ai gruppi di agire come collettivi intelligenti, ciò non avviene in modo automatico (pag. 147).

Questo aumentare di aggregazioni comunicative (come gli wiki) e di diffusione di informazioni in rete, abbina la comunicazione digitale all'azione materiale per dare vita a collettività di singoli che sono più sensibili e riflessivi riguardo le necessità globali e locali, contemporanei e futuri. Collettività che sanno anche operare quasi all'istante.

Ciò che qui si suggerisce è che l'insieme di network e infrastrutture tecnologiche, che forma-informa quasi tutte le culture, che siano i cavi del telefono, la ferrovia e altre reti di trasporto, satelliti, radio e le varie gamme di wireless, nella dimensione locale o globale, è di già una trama che lega e coordina l'azione e la presenza sociale. La “nuova agora” che gli wiki e strumenti simili offrono è informata tramite la sincronizzazione e il coordinamento tra fisicità e tecnologie digitali di comunicazione. Levy preferisce chiamarla “agora virtuale”, per quanto forse questo enfatizzi troppo la non-presenza fisica.

Uno dei maggiori benefici di tali collettività, che l'informazione arrivi dagli wiki, dai gruppi, dal blogging o dal tagging, è la possibilità di venire a conoscenza molto più in fretta di situazioni/eventi problematici, e rispondere a questi problemi combinando l'azione fisica e la tecnologia. In altre parole, fornire i “mezzi pratici di coordinamento” in modo autonomo. Le “nuove agora” che si allestiscono online usano i meccanismi di feedback tramite i quali i partecipanti si tengono d'occhio a vicenda, sperando così di sfuggire alla pressione alle decisioni ottuse, andando verso la “saggezza delle masse”. In questa analisi le debolezze del singolo sono compensate dal contributo dei molti. E forse questa è una forma di “intelligenza collettiva” fattibile che vale la pena sviluppare.

Fonte: http://www.comedonchisciotte.org

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DAZED

 


 

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