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Scienziati russi ora possono fornire comandi al computer tramite la mente. Un sistema di elettrodi inseriti in un elmetto, tramite uno speciale programma, leggono gli impulsi del cervello e li trasformano in simboli sullo schermo. Una persona con l'elmetto sarà capace di scrivere testi e controllare dispositivi meccanici solo col pensiero. L'equipaggiamento può essere utile per persone con handicap. "Una persona paralizzata sarà capace di trasmettere l'informazione al mondo esterno. Sceglierà uno dei simboli e il programma mostrerà un bicchiere d' acqua", ha detto lo scienziato Dmitry Karlovsky, a capo del progetto di interfacciamento neuro-computazionale.

 

 

Gli scienziati hanno anche progettato un modello sperimentale per un veicolo in miniatura guidabile con la mente. Un pilota dovrà solo pensare ai comandi e la macchina li seguirà. Pravda.Ru ha mostrato precedentemente del dispositivo BrainGate che aiuta a muovere oggetti con la mente. Ci sono molte persone paralizzate nel mondo oggi. Queste persone non possono immaginare la propria vita senza altri e molte ne soffrono. Per molti anni gli scienziati hanno fatto il meglio per aiutare queste persone e facilitarne la vita e solo oggi sembra esserci la soluzione. Un impianto cerebrale rende possibile a pazienti paralizzati, muovere un braccio robotico e il cursore di un computer con facilità.

Il rapporto pubblicato su Nature descrive gli intensi sforzi dei ricercatori per migliorare la vita dei pazienti. Altro studio con due scimmie, suggerisce che tali impianti possano permettere a persone paralizzate di battere 15 parole al minuto. Gli impianti cerebrali "sono una piattaforma di lancio per un nuovo tipo di neurotecnologia", dice John Donoghue della Brown University di Providence, co-autore del primo studio. Lui e colleghi hanno riportato che un impianto ha permesso a un ragazzo paralizzato di 25 anni, di usare una mano robotica e un braccio robotico per muovere oggetti e il cursore di un computer.

A differenza dei metodi che impiegano letture dello scalpo non invasive per l'attività cerebrale, dei ricercatori hanno attaccato chirurgicamente un sensore da 100 elettrodi, di piccola dimensione, sulla regione del controllo motorio del cervello del paziente paralizzato, come dice Usa Today. Novantasei elettrodi, sopra un pannello di 4mm quadrati, sono stati impiantati nella corteccia motoria del paziente, parte del cervello responsabile del movimento. Il pannello è attaccato con una corda ad un disco di titanio grande come un penny, all'esterno del cranio. Il disco serve per attaccare i fili che si collegano al computer, programmato per interpretare i messaggi dei neuroni cerbrali.

La ricerca mostra come la corteccia motoria delle persone con danni alla spina dorsale, possa funzionare abbastanza normalmente anche dopo anni dal danneggiamento, secondo i ricercatori, come riporta in The National Geographic. Chiamato BrainGate e prodotto dalla Cyberkinetics Neurotechnology Systems di Foxborough, Massachusetts, il dispositivo è stato descritto durante conferenze scientifiche e dai media. L'articolo di Nature però è importante, perchè riporta i dettagli delle scoperte per la comunità scientifica e medica e i ricercatori della Brown sulla copertina di un prestigioso giornale. Nel giugno del 2004, chirurghi del Rhode Island Hospital hanno impiantato un piccolo chip nel cervello di Matthew Nagle, un uomo di 25 anni del Massachusetts che subì un danno alla spina dorsale.

Nagle non può muovere le sue braccia o le gambe e necessita di una macchina per respirare. Si sperava che il chip ottenesse il segnale dal cervello di Nagle nel pensare di muovere il braccio, segnale che poi sarebbe passato in un "decoder" e tradotto in comandi che il computer avrebbe compreso, come dice il giornale Providence. Precedenti metodi per l'uso dell'attività cerebrale per controllare oggetti, comprendeva l'uso di elettrodi sulla superficie dello scalpo. L'equipaggiamento però è ingombrante e necessita di settimane o mesi per la calibrazione. Benchè più invasivo, BrainGate è più semplice da usare, ma ci sono diversi problemi da superare prima che divenga disponibile in commercio.

Il Prof.Donoghue vuole estendere la lunghezza del tempo in cui l'impianto può stare nel cervello. "La preoccupazione maggiore è il tempo impiegato dal corpo per attaccare il dispositivo. Sembra fattibile un periodo di 5-10 anni, ma cerchiamo di arrivare a decenni", ha detto. L'obiettivo a lungo termine è quello di accoppiare BrainGate con un sistema di stimolazione muscolare, che permetterebbe alle persone paralizzate di muovere nuovamente gli arti, come riporta il The Guardian.

Preparato da Alexander Timoshik per Pravda.ru

Tradotto da Richard per Altrogiornale.org

Fonte: http://www.altrogiornale.org

 


 

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