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L'amministrazione di una grande metropoli si riunisce attorno al tavolo delle grandi decisioni: c'è da disegnare la rete di trasporto metropolitano nell'area urbanizzata che circonda la città. L'assessore comincia a piazzare sul tavolo dei gruppetti di cornflakes riproducendo la posizione dei paesi e delle cittadine che circondano la metropoli. Poi estrae un tubetto dalla tasca e lascia cadere un po' di muffa gialla al centro del plastico. Dopo 26 ore la muffa si è estesa secondo percorsi filiforimi e ha deliberato: la nuova rete metropolitana è pronta, si possono cominciare a stampare le mappe informative.

 

 

No, gli amministratori di questa metropoli non sono in preda a demenza senile, e nemmeno sotto l'influsso di qualche potente allucinogeno. Pare infatti che il Physarum Polycephalum, un particolare tipo di muffa unicellulare, sia davvero in grado di trovare il modo più vantaggioso di unire una rete di punti. Lo ha dimostrato il giapponese Toshiyuki Nakagaki dell'Università di Hokkaido, a Sapporo. Insieme alla sua squadra hanno piazzato su un piano dei fiocchi di avena simulando la posizione dei paesi che circondano Tokyo (e che sono toccati dai treni della rete metropolitana). Nelle prime ore la muffa, costituita da una sola cellula, si è estesa e ramificata avvicinandosi contemporaneamente a tutti i fiocchi d'avena. Una volta coperta tutta la zona la muffa ha cominciato a consolidare quelle ramificazioni che costituivano canali di trasporto di nutrienti. Alla fine delle 26 ore, quello che rimaneva sul tavolo era una ragnatela gialla, sembrava in tutto e per tutto una rete di trasporto interurbano.

Quando poi i ricercatori hanno sovrapposto questa ragnatela alla mappa delle metropolitane di Tokyo si sono accorti di essere davanti a qualcosa di incredibile: la muffa aveva praticamente ridisegnato il percorso che i treni di Tokyo seguono ogni giorno per scarrozzare milioni di persone in tutta la provincia. E il tutto senza una laurea in ingegneria urbanistica.

Questo evento è meno straordinario di quanto si possa pensare. Da anni infatti la comunità scientifica sta sondando le fenomenali proprietà di questo organismo unicellulare. Nonostante Physarum sia costituito da una sola cellula, possiede migliaia di nuclei. Grazie a questa particolarità è in grado di rispondere a più stimoli in contemporanea e di estendere lunghissime ramificazioni (pseudopodi) per raggiungere nutrienti e fonti di luce. Per questo motivo c'è chi sta già progettando robot controllati da cervelli fatti di muffe unicellulari.

L'esperimento condotto a Sapporo apre la strada a un ventaglio interessante di studi. Come prima cosa i ricercatori hanno sviluppato un modello matematico che emula il modo in cui la muffa prima copre l'intera area in cui sono presenti i nutrienti, per poi ottimizzare collegamenti nutritizi lineiformi. Questo modello potrebbe essere applicato allo studio delle reti di vasi sanguigni che si formano per alimentare i tumori.

E chissà, magari un giorno potremo davvero affidare la redazione dei PGT alle muffe unicellulari. Sarebbe un ottimo modo di tagliare i costi della pubblica amministrazione.

Fonte: http://www.wired.it
 


 

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