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Alcune specie animali e vegetali stanno scomparendo dalla faccia della Terra, per colpa dell'intervento umano o soltanto per fenomeni del tutto naturali che determinano se un essere vivente sia destinato a sopravvivere o a scomparire dal pianeta. Ma c'è un animale che sembra non conoscer timore dell'estinzione. Se pensate allo scarafaggio, alle formiche o al topo siete fuori strada: sto parlando del rospo delle canne. I rospi, contrariamente alle loro cugine rane che stanno passando un periodo davvero difficile, non sembrano temere l'uomo, il cambiamento di habitat o situazioni che mettebbero in crisi molti altri animali.

 

 

I rospi sono considerati come specie invasive in molti Paesi, anche se il caso più celebre è quello australiano. I rospi delle canne furono introdotti in Australia nel 1935 per controllare gli insetti infestanti delle canne da zucchero del Queensland. Ma i rospi si sono ben presto trasformati in una piaga dalle proporzioni bibliche, e sono ora diffusi su tutto il territorio australiano e in lista tra le 100 specie più invasive del pianeta.

Il segreto di questi animali? I rospi sono naturalmente predisposti a superare i limiti del loro habitat; e trasmettono questi adattamenti alla prole, fornendole una marcia in più per sopravvivere in ambienti nuovi o ostili.

Il fenomeno è definito dagli scienziati "Olympic Village Effect", già noto alla scienza da tempo: in sintesi, i rospi delle canne sono in grado di generare figli con zampe anteriori più grosse e zampe posteriori più lunghe, rendendoli in grado di muoversi più velocemente.

Ben Phillips, della James Cook University, ha voluto mettere alla prova e quantificare questo effetto attraverso un esperimento. Phillips ha prelevato 10 rospi da una popolazione del Queensland, in Australia, e altri 10 esemplari per ciascuna delle tre popolazioni della stessa specie che però sopravvivono in altri habitat, distanti da quello nativo.

Ogni rospo è stato marcato con una targetta radar e liberato in un'area nei pressi di Darwin, allo scopo di seguirne i movimenti e verificare la velocità di ogni esemplare.

E si è scoperto che gli esemplari provenienti da habitat differenti da quello naturale si spostavano più velocemente. Ma restava il problema di comprendere se questo meccanismo che rende i rospi sempre più veloci possa essere ereditato dai genitori. Phillips continua quindi la sua ricerca concentrandosi sulla generazione successiva ai rospi usati nel primo esperimento.

Sono stati fatti accoppiare rospi appartenenti alla stessa popolazione, e con i rospi di seconda generazione si è organizzata un'altra gara. Il risultato è stato che i rospi che provenivano da esemplari prelevati da habitat non naturali ereditavano forza e velocità dai genitori.

"E' una brutta notizia" dice Phillips. "Significa che stanno diventando più veloci e migliori nell'invadere nuove aree". E c'è di peggio: questo sembrerebbe sostenere l'ipotesi che anche le invasioni di altre specie animali e vegetali potrebbero seguire questo trend, con i giusti presupposti genetici.

Rospi più veloci sembrano anche riprodursi a ritmi sempre più serrati. Come fermare quindi l'invasione? I loro stessi punti di forza potrebbero rivelare delle debolezze utili a combattere l'armata di rospi australiana. "Devono sacrificare qualcosa per avere quelle caratteristiche. E una delle cose che sospettiamo è che stiano sacrificando il loro sistema immunitario".

Rospi più grandi, veloci e che si riproducono più velocemente potrebbero diffondere una malattia endemica o parassiti molto più velocemente del normale.

Fonte: http://www.ditadifulmine.com
 


 

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