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Lo scorso 11 dicembre, a San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna, si è tenuta la terza edizione del ciclo di conferenze su temi animalisti dal titolo “Proiezioni sul presente – 2015”.
In questo breve spezzone-video l’intervento di Roberto Marchesini, filosofo ed etologo, fondatore della scuola Siua, che ci suggerisce qualche spunto di riflessione partendo dal concetto del “valore della relazione tra uomo e animali”.

In sintesi, i punti fondamentali su cui si basano le sue considerazioni possono riassumersi nel significato dei termini “valorizzare” e “relazione”.

Valorizzare: avere piena consapevolezza di un valore. Non inteso come valore ecologico o valore economico o valore di fruizione di affetto e compagnia.

“Parlare di valore, è avere consapevolezza di quanti sono gli aspetti di questa relazione, di quanti sono gli ambiti, di quanto è l’arricchimento che l’uomo riceve da questa relazione. E quindi un arricchimento che è e và al di là di quello che è un utilizzo dell’animale, da compagnia, da affezione, una visione estremamente chiusa cioè: <<gli animali mi danno tanto amore, mi danno tanta compagnia>>. Questa è una svalutazione. Non voglio dire che gli animali non diano amore, non diano compagnia, voglio dire che gli animali sono molto di più. Sarebbe come dire “il mio amico da compagnia”, “la mia fidanzata da amore”. Insomma sono certo che il mio amico, la mia fidanzata si incazzerebbero se io li trattassi in questo modo, perchè il valore significa qualcosa di molto più importante.“

Roberto Marchesini continua sottolineando gli aspetti che vanno considerati in questa relazione, ad esempio, all’interno di un nucleo famigliare e dei suoi componenti, come i bambini e gli anziani. Come per ogni altra relazione è una relazione che ha valore in funzione di quanto impegno siamo disposti a mettere e che “trascende quello che ricevo, ma anche e soprattutto quello che io dono.” Il valore della relazione è un atto d’amore e non un calcolo.

Una società è molto più forte, più aperta e solidale, se ha imparato il valore della relazione con gli animali.

Relazione: non è interazione ma scambio vicendevole. Assumere un ruolo l’uno per l’altro. Aprire la porta della reciprocazione, riconoscendo all’altro una individualità e non considerarlo oggetto.

“Gli animali li possiamo anche pensare come oggetti, ma non per questo si trasformano in oggetti. L’animale è un soggetto, non è un oggetto. La profonda differenza che c’è tra gli oggetti ed i soggetti è che gli oggetti non hanno desideri, non hanno emozioni.“

Un altro aspetto che Roberto Marchesini ritiene importante è l’antropomorfismo che è la conseguenza del considerare gli animali oggetti e senza caratteristiche soggettive. E’ un maltrattamento verso l’animale molto grave. Non è, come comunemente si crede, un “viziare” il proprio cane o il proprio gatto ma è un “togliere” le loro caratteristiche in una visione proiettiva. Alla radice di questo atteggiamento è anche l’errore di “dare per scontata” la conoscenza dell’animale, inquadrandolo in uno stereotipo comune che lo assoggetta ad un “simil-uomo” con gli stessi desideri e le stesse esigenze dell’uomo stesso.

Continua Roberto Marchesini dicendo che non serve comunque conoscere tutto del cane o del gatto, e neppure il solo riconoscere una loro soggettività, serve soprattutto riconoscere che non esiste una categoria cani o una categoria gatti ma esistono individui differenti tra loro, ed accettare e dunque rispettare questa singolarità.

Fonte: http://www.altrogiornale.org

 

 

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