Scheletro ritrovato nella parte iniziale del tronco sradicato in Irlanda. Il seme potrebbe essere germogliato dall'interno del apparato digerente dell'uomo.
Un articolo interessante su Live Science tratta dell’argomento relativo alla possibilità che semi all’interno del corpo umano possono germogliare, e dunque far crescere piante ed alberi, una volta che la persona che li ha ingeriti decede su un terreno. Che i semi possano a volte fare strade molto “complicate” per permettere alle piante poi di crescere altrove era cosa già risaputa. Ad esempio molte specie vegetali si affidano agli animali che mangiano i frutti e poi espellono, attraverso le feci, i semi i quali germogliano, a volte anche in una zona molto distante dalla pianta genitrice. Tuttavia la questione riguardante la possibilità che i semi all’interno dello stomaco degli esseri umani possano germogliare nel corso della decomposizione del corpo è sempre stata dibattuta. Secondo Noller, professore di scienze del suolo all’Oregon State University, che interviene proprio su Live Science, si tratta di una possibilità reale anche perché il seme stesso non deve per forza provenire dallo stomaco ma può provenire anche da altri tratti dell’apparato digestivo, come l’intestino tenue o l’intestino crasso. Inoltre i semi potrebbero raccogliere nutrienti dal corpo in decomposizione, come avviene, per esempio, per alcuni funghi. Una testimonianza di questo particolare processo potrebbe essere stato anche il ritrovamento, nella campagna islandese, di uno scheletro di una persona vissuta nel medioevo, tra il 1030 e il 1200. Lo scheletro fu trovato “incastrato” nella parte iniziale del tronco, quella a contatto con il terreno, indizio del fatto che il seme potesse trovarsi all’interno del corpo della persona morta al momento della germogliatura.
Fonte e link: https://notiziescientifiche.it