Cambiamenti attuali e quelli previsti con un RCP (Representative Concentration Pathway, livello di concentrazione di gas a effetto serra, leggi qui per capire cos'è) di 4,5 (sopra) e di 8,5 (sotto) in relazione alla vegetazione e al riscaldamento globale.
Gli ecosistemi dell’Artico stanno diventando sempre più verdi, accentuando anche solo visivamente la diminuzione degli strati di ghiaccio, caratteristica che preoccupa ancora di più per quanto riguarda il discorso del riscaldamento globale. Una nuova ricerca, pubblicata il 20 agosto su Nature Climate Change e realizzata da ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab) e dell’UC Berkeley del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, pone proprio l’accento sulla vegetazione artica in relazione al futuro del clima terrestre. Analizzando varie immagini satellitari scattate nel corso degli ultimi trent’anni, i ricercatori hanno compreso che la crescita delle piante nelle zone fredde dell’emisfero Nord del pianeta sta aumentando sempre di più. Nello specifico il 16% della superficie vegetale terrestre la cui crescita veniva di solito limitata dalla temperature fredde fino a tre decenni fa oggi non corre più questo pericolo e può crescere maggiore abbondanza e su estensioni di territorio maggiori. Eseguendo una proiezione, gli stessi scienziati hanno calcolato che entro l’anno 2100, solo il 20% dei territori con vegetazione nell’emisfero settentrionale sarà ancora limitato dalle condizioni fredde: il restante 80% non sarà più ostacolato dalle temperature basse. Ciò porterà alla crescita di piante e in generale di vegetazione in luoghi imprevisti e probabilmente anche in misura inaspettata.
Fonte e link: https://notiziescientifiche.it