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I cammelli sono animali straordinari in termini di resistenza al caldo e alla mancanza d’acqua. Possono infatti sopravvivere per settimane senza bere un solo goccio d’acqua grazie ad un sistema biologico con varie caratteristiche tra cui dei nasi molto grandi con un’intricata struttura interna capace di condensare l’acqua presente nell’aria. Si tratta di una caratteristica che permette loro di idratare, almeno un po’, i loro corpi durante le fasi più calde e quando manca acqua. Quando invece quest’ultima è disponibile, possono bere anche centinaia di litri in pochi minuti, acqua che poi conservano per poi bere lentamente. Inoltre dispongono di una temperatura corporea che tende a ridurre la sudorazione. Un team di ricercatori ha ora scoperto che, oltre a queste caratteristiche già note, il cammello può contare su varie centinaia di geni e proteine particolari presenti nella corteccia renale e nel midollo. Secondo quanto spiega Fernando Alvira Iraizoz , fisiologo animale dell’Università di Bristol ed uno degli autori principali dello studio, pubblicato su Communications Biology, questi geni hanno un ruolo particolare in quanto permettono a questi animali, quando sono disidratati, di sopprimere la produzione di colesterolo, una sostanza grassa, nelle cellule dei reni. Come spiega ancora lo scienziato, una quantità minore di colesterolo nei reni quando sono disidratati permette agli stessi cammelli di far sì che l’acqua resti più “aggrappata” nei reni e tenda a disperdersi di meno. I ricercatori, infatti, hanno effettuato la misurazione della quantità di colesterolo nelle membrane dei reni di vari Camelus dromedarius, detti anche “dromedari” o cammelli arabi, alcuni disidratati e altri no, scoprendo che, effettivamente, quelli disidratati mostravano un quantitativo minore di questa sostanza nelle cellule renali rispetto a quelli trattati. Quello di ridurre la quantità di colesterolo nei reni, secondo gli autori dello studio, serve a facilitare il movimento dell’acqua e dei liquidi in generale attraverso varie sezioni degli stessi reni. Quest’ultimo è un processo utile per assorbire meglio l’acqua.

Fonte ed altri link: https://notiziescientifiche.it

 

 

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